La conferenza nazionale del Forum Industria del Pd si svolge a Roma tra oggi e domani. Al centro del dibattito ci sono temi cruciali come il costo dell’energia, la crisi demografica che pesa sul mercato del lavoro e le difficoltà delle piccole imprese ad accedere ai fondi pubblici. Il partito propone una revisione di Industria 5.0, un nuovo approccio al prezzo dell’energia e un rilancio della politica industriale europea basato su investimenti comuni per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.
Costi energetici e riforma di industria 5.0 al centro della discussione
Il Forum Industria del Pd ha messo in agenda la necessità di modificare Industria 5.0, attuale strumento di sostegno all’industria italiana ed europea. Andrea Orlando, presidente del Forum, sottolinea che il meccanismo con cui viene fissato il prezzo dell’energia è problematico perché si basa sul costo del gas naturale: anche l’energia prodotta da fonti rinnovabili viene venduta a prezzi elevati nonostante i costi più bassi di produzione.
Questa situazione penalizza soprattutto le aziende manifatturiere italiane alle prese con bollette sempre più salate in un contesto globale competitivo. La proposta punta quindi a disallineare i prezzi dell’elettricità da quelli legati al gas per favorire una maggiore sostenibilità economica nel settore produttivo.
Altri aspetti trattati riguardano i salari e il welfare: migliorare queste condizioni è considerato fondamentale per trattenere i lavoratori qualificati in Italia evitando così fenomeni migratori verso altri Paesi europei o extraeuropei.
Salario minimo legale e potenziamento della contrattazione collettiva
Tra gli argomenti principali emersi dal Libro Verde sulle politiche industriali presentato durante la conferenza c’è l’introduzione di un salario minimo legale in Italia come misura per garantire una retribuzione dignitosa ai lavoratori.
Il documento evidenzia come sia importante rafforzare anche la contrattazione collettiva tra sindacati e imprese per migliorare qualità, stabilità ed equità nell’impiego dei lavoratori. Si propongono incentivi pubblici collegati alla creazione di posti fissi ben pagati che valorizzino competenze specifiche attraverso percorsi formativi continui.
Un’altra idea contenuta nel testo riguarda sperimentazioni sulla riduzione dell’orario settimanale mantenendo lo stesso livello salariale; questa misura potrebbe contribuire sia all’equilibrio vita-lavoro sia ad aumentare la produttività aziendale senza incidere negativamente sui guadagni dei dipendenti.
Dal confronto territoriale alle proposte concrete nella legge di bilancio
Il percorso avviato da Andrea Orlando ha coinvolto dieci regioni italiane dove sono state ascoltate realtà industriali diverse toccando temi locali ma anche nazionali riguardo alla competitività delle imprese italiane.
La segretaria Elly Schlein ha partecipato agli incontri in Liguria e Lombardia mentre Antonio Misiani coordina gli aspetti economici insieme al gruppo dirigente Pd impegnato nella definizione delle strategie future.
Questa fase consultiva proseguirà nei prossimi mesi fino a ottobre quando verranno presentate proposte dettagliate destinate a diventare emendamenti alla legge finanziaria dello Stato italiano per indirizzare risorse verso obiettivi precisi nel campo industriale, occupazionale ed energetico.
Nuova agenzia nazionale ricerca applicata e governance industriale riformata
Tra le novità più rilevanti spicca l’idea di istituire un’Agenzia nazionale dedicata alla ricerca applicata che faciliti il trasferimento tecnologico dalle università alle aziende riducendo così il divario esistente tra innovazione scientifica e produzione concreta sul territorio italiano.
Si prevede inoltre una revisione profonda degli strumenti istituzionali attualmente impiegati nelle politiche industriali affidando direttamente alla Presidenza del Consiglio un ruolo centrale attraverso un Comitato interministeriale specifico che coordini azioni trasversali fra diversi ministeri coinvolti nell’ambito produttivo ed economico nazionale.
Il documento suggerisce poi l’inserimento nel Documento di economia finanziaria una sezione dedicata esclusivamente agli obiettivi strategici dell’industria italiana misurabili tramite indicatorii chiari; parallelamente si propone creare organismii indipendenti come un Consiglio della Strategia Industriale oltre ad aggiornamenti strutturali su Invitalia o Cassa Depositi Prestiti affinché diventino soggetti attivi nello sviluppo imprenditoriale invece che semplicemente erogatori passivi di fondii pubblicii.
Infine si immagina uno spazio stabile dove Stato-Regioni possano dialogare continuamente attraverso una Conferenza permanente capace d’indirizzare investimenti territorialmente miratI; questo modello dovrebbe favorire collaborazioni pubblico-private orientate verso priorita condivise utilI allo sviluppo duraturo delle filiere produttive nazionali.
L’obiettivo generale resta quello dichiarato più volte: “riportarE industria al centro dello sviluppo economico italiano superando vecchie retoriche sull’economia basata solo sui servizi”.