
Il Comune di Spoleto ha riconosciuto ufficialmente un bambino nato da due mamme, applicando la sentenza della Corte Costituzionale n. 68 del 2025, aprendo la strada al riconoscimento legale della genitorialità condivisa per coppie omosessuali in Italia. - Unita.tv
Il comune di spoleto ha ufficializzato il riconoscimento di un bambino nato da due mamme, seguendo la recente sentenza della corte costituzionale numero 68 del 2025. Questa decisione apre una nuova strada per il riconoscimento dei figli nati da procreazione medicalmente assistita all’estero da coppie omosessuali. Il caso riguarda il diritto di due madri a vedere riconosciuta la genitorialità su un bambino, garantendo così anche la tutela dell’identità personale e familiare del minore.
Il ruolo del comune di spoleto e la scelta amministrativa
Nel Comune di spoleto, capoluogo dell’Umbria, la richiesta avanzata da due mamme per il riconoscimento del figlio è stata accolta e registrata all’anagrafe municipale senza ostacoli. Secondo l’assessora Agnese Protasi, delegata dal sindaco Andrea Sisti, l’atto amministrativo si è rivelato più di un semplice passaggio burocratico: è stato un momento carico di significato civile e umano.
La registrazione del bambino all’anagrafe rappresenta il primo passo per il riconoscimento formale dello status genitoriale di entrambe le madri nel sistema giuridico italiano. Protasi ha sottolineato come l’ufficio anagrafe abbia svolto il compito con empatia, dimostrando disponibilità non comune, elemento che ha facilitato la concreta applicazione della sentenza in un contesto istituzionale tradizionalmente complicato da tali tematiche.
La sentenza della corte costituzionale e il diritto alla genitorialità
Il 2025 ha visto un passaggio cruciale con la sentenza numero 68 della corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il divieto di riconoscimento alla nascita nei casi di figli nati da procreazione medicalmente assistita all’estero. Prima di questa sentenza, le norme italiane non permettevano il riconoscimento immediato del bambino da parte di due madri nello stato civile italiano, creando così un vuoto legale e problemi pratici nella tutela del minore.
La corte ha sottolineato il diritto alla genitorialità anche per la cosiddetta madre intenzionale, ossia colei che ha scelto di esser genitrice, indipendentemente dal legame biologico diretto con il bambino. Questo passo legale segna un riconoscimento fondamentale delle nuove famiglie e del loro diritto a essere rappresentate in maniera piena dalla legge italiana.
Impatti sulla regione umbria e prospettive per altri comuni
Il comportamento del comune di spoleto apre nuovi scenari per gli enti locali della regione Umbria e, potenzialmente, per tutta Italia. Questo caso potrebbe segnare l’inizio di una diffusione più ampia della prassi di riconoscimento della genitorialità condivisa nelle coppie dello stesso sesso, favorendo una maggiore uniformità nel trattamento amministrativo.
La speranza è che altre amministrazioni seguano l’esempio in modo da evitare disparità e disagi ai minori che nascono in queste condizioni familiari. La situazione attuale, nel 2025, indica un cambiamento nelle istituzioni locali, impegnate a garantire i diritti sanciti dalla corte costituzionale, con un’attenzione particolare verso il riconoscimento dell’identità personale e familiare del bambino. Questo passaggio può essere considerato un segnale di adeguamento ai tempi e alle esigenze sociali contemporanee, oltre che un miglioramento concreto per molte famiglie.
Il percorso di adeguamento alla sentenza della corte costituzionale richiederà ancora tempo in alcune realtà, ma il caso di spoleto indica come sia possibile una buona collaborazione tra cittadini e amministrazione che porta a risultati immediati e tangibili.