Home Il centrosinistra si mobilita a roma per i referendum, ma il quorum resta la sfida principale

Il centrosinistra si mobilita a roma per i referendum, ma il quorum resta la sfida principale

Il centro-sinistra si mobilita a Roma in piazza Vittorio per promuovere i referendum dell’8 e 9 giugno 2025, affrontando temi cruciali come lavoro e cittadinanza, nonostante le divisioni interne.

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Il centro-sinistra, guidato dalla Cgil, si mobilita a Roma in vista dei referendum di giugno 2025, affrontando divisioni interne e puntando a garantire un’ampia partecipazione al voto su temi cruciali del lavoro e della cittadinanza. - Unita.tv

Il centro-sinistra si è dato appuntamento in piazza Vittorio a Roma per un momento di mobilitazione politica, organizzato dalla Cgil, in vista dei referendum previsti per l’8 e 9 giugno 2025. L’evento ha richiamato esponenti di vari partiti, sindacalisti e attivisti, impegnati a promuovere il voto su temi cruciali per il lavoro e la cittadinanza. La preoccupazione di tutti è che una bassa affluenza possa vanificare gli sforzi messi in campo, al di là delle differenze di opinione su alcune questioni specifiche.

La mobilitazione della cgil alla maratona oratoria di piazza vittorio

La giornata a Roma si è aperta con una mattinata di presidi davanti alle sedi Rai di ogni regione. Il Pd ha denunciato quella che definisce una censura mediática sul tema dei referendum, accusando il servizio pubblico di oscurare l’evento di giugno. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha preso parte al presidio romano, sottolineando l’importanza di raggiungere un’ampia partecipazione.

Nel tardo pomeriggio, si è svolta in piazza Vittorio una maratona oratoria guidata dalla Cgil. Maurizio Landini ha ribadito l’urgenza di informare i cittadini sui referendum. Ha definito il raggiungimento del quorum un obiettivo possibile, ma ha richiamato alla responsabilità di chi sostiene queste iniziative di portare avanti una campagna chiara e concreta. Il momento pubblico ha visto anche la partecipazione di Riccardo Magi di Più Europa, promotore del referendum sulla cittadinanza, e la presenza di altri leader politici tra cui Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs.

Il confronto acceso sul palco tra schlein, conte e i leader politici

Il clima in piazza si è infiammato quando dal palco ha parlato Giuseppe Conte, presidente del M5s. Il suo discorso ha considerato positivo il lavoro contro la precarietà del lavoro, ma ha evitato di appoggiare apertamente quello sulla cittadinanza, suscitando commenti dal pubblico presente. Conte ha spiegato che “la proposta di dimezzare gli anni richiesti per la cittadinanza da 10 a 5 risulta perplessa”, ma ha comunque dichiarato la sua preferenza al voto favorevole, lasciando libertà di scelta ai parlamentari.

Un confronto acceso si è sviluppato con Antonella Soldo, membro del comitato per la cittadinanza, che ha espresso nette critiche alla posizione del M5s. L’incontro fra i due è stato franco e diretto, con Conte che ha riconosciuto la difficoltà a convincere la maggioranza su questo punto e “il rischio concreto di compromettere una battaglia importante”.

Le divisioni interne e i temi che scuotono il dibattito pubblico

Le differenze tra i partiti del centro-sinistra emergono chiaramente su più livelli. Sul palco, Conte ha rilanciato anche la sua battaglia controversa contro le armi, segnale delle distanze dal Pd su alcune questioni chiave. Schlein invece, nel suo intervento, ha riconosciuto la necessità di correggere errori del passato e ha invitato a vedere il voto come uno strumento rivolto al futuro, capace di generare un’alternativa politica attraverso un “campo largo” di forze.

Nicola Fratoianni ha richiamato l’attenzione sulla possibile astensione come tattica di chi teme il referendum, sottolineando come questa scelta possa alimentare solo il malcontento dei cittadini. Angelo Bonelli ha contribuito con un’ulteriore provocazione, ironizzando sulle dichiarazioni del ministro La Russa, ritenendo che il suo invito a non votare possa avere l’effetto contrario.

Riccardo Magi ha invece sfidato Matteo Salvini, proponendo un confronto aperto proprio sul quesito relativo alla cittadinanza. Secondo lui, “molti potenziali nuovi cittadini mostrerebbero una conoscenza più approfondita della costituzione e delle leggi italiane rispetto a certi politici della Lega.”

L’impegno sindacale e politico in vista dell’appuntamento referendario

Il congresso di piazza Vittorio ha mostrato un quadro di mobilitazione intensa, nonostante le tensioni e le posizioni non omogenee. La Cgil ha ribadito il ruolo centrale nel promuovere i referendum sul lavoro, mentre i partiti dell’area progressista cercano di tenere insieme un fronte comune, almeno sul piano elettorale.

La questione del quorum rimane il nodo principale. Gli organizzatori e i sostenitori vogliono evitare che questa soglia invalida gli sforzi di una campagna che, soprattutto nei temi del lavoro, coinvolge milioni di persone in Italia. L’appuntamento dell’8 e 9 giugno rappresenta quindi una sfida politica e civile, che dovrà misurare la capacità del centrosinistra e delle forze alleate di mobilitare il consenso sul terreno della partecipazione diretta.

L’attenzione resta alta in queste settimane, mentre le discussioni continuano sia nei palazzi che nelle piazze italiane.