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Il centrosinistra domina i grandi comuni ma il centrodestra guida la maggior parte delle regioni italiane

Il panorama politico italiano del 2025 evidenzia il centrosinistra dominante nei capoluoghi urbani, mentre il centrodestra prevale nelle regioni e nei comuni più piccoli, riflettendo una frammentazione territoriale.

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Nel 2025 il centrosinistra domina le grandi città italiane, mentre il centrodestra mantiene il controllo delle regioni e dei piccoli comuni, riflettendo una netta divisione territoriale nel panorama politico locale. - Unita.tv

Il panorama politico locale italiano nel 2025 mostra un quadro articolato tra centri urbani e territori regionali. Il centrosinistra mantiene il controllo di molte città capoluogo, comprese le più popolose, mentre il centrodestra comanda in gran parte delle regioni, soprattutto quelle con amministrazioni consolidate da anni.

La conferma del predominio del centrosinistra nei capoluoghi più grandi

Dopo le ultime elezioni amministrative, il centrosinistra gestisce 57 capoluoghi di provincia. Se si includono i risultati più recenti di Genova e Ravenna, la cifra sale a 59. Questi numeri confermano una forte radicazione del centrosinistra nei centri urbani, specialmente quelli di grandi dimensioni. Non a caso, sono proprio le quattro città più grandi d’Italia — Roma, Milano, Napoli e Torino — ad essere amministrate da coalizioni di centrosinistra.

Recupero e difesa di territori chiave

Questo trend nasce anche dal recupero di territori che in passato erano in mano al centrodestra, come Verona e Vicenza, oltre a città simbolo come Perugia. Ravenna, una storica roccaforte di sinistra, è stata recentemente difesa con successo da questa coalizione. Nel complesso, le città sembrano rappresentare un terreno favorevole per chi non governa a livello nazionale, come accade in questa fase.

La presenza robusta del centrosinistra nelle città importanti non riguarda solo l’ideologia ma anche le dinamiche elettorali: i centri urbani portano spesso a una maggiore affluenza e variano nelle sensibilità politiche rispetto ai piccoli comuni. Per questo motivo, la leadership in città come Roma e Milano pesa molto anche sugli equilibri nazionali.

Il centrodestra forte nelle piccole comunità e nei governi regionali

Diversa appare la situazione nei comuni più piccoli e nelle regioni. Il centrodestra infatti conta 40 capoluoghi, molti dei quali si trovano in piccoli centri dove i partiti come Fratelli d’Italia e Lega conservano una base elettorale solida. Questi partiti riescono a superare, rispettivamente, il 32% e il 12,5% nei centri più ridotti, confermando un legame forte con l’elettorato delle aree meno urbanizzate e meno popolose.

Il dominio regionale del centrodestra

A livello regionale, il centrodestra mantiene un largo consenso. Su 20 regioni italiane, ben 14 sono governate da amministrazioni di centrodestra. Tra gli esempi più recenti ci sono la rielezione di Vito Bardi in Basilicata e di Marco Marsilio in Abruzzo. Oltre a queste, regioni strategiche come Lombardia, Piemonte e Liguria sono da tempo nelle mani di forze di centrodestra, con esponenti come Attilio Fontana, Alberto Cirio e Marco Bucci.

Questo blocco territoriale, concentrato soprattutto nelle regioni a maggioranza rurale ed economica tradizionale, si conferma controllato da forze storicamente legate alla destra italiana. La solidità in queste zone offre al centrodestra un punto di forza politico importante, nonostante la minoranza urbana rispetto al centrosinistra.

Risultati recenti delle elezioni regionali e amministrative 2024

Le consultazioni più rilevanti dello scorso anno hanno dato indicazioni precise sul confronto politico. Il centrosinistra ha tenuto l’Emilia-Romagna con Michele de Pascale e ha conquistato l’Umbria, tradizionalmente di centrodestra, grazie alla vittoria di Stefania Proietti. Questi successi sono arrivati il 17 e 18 novembre 2024, segnando una svolta in quelle due regioni.

Il centrodestra ha avuto conferme importanti, con Marco Bucci in Liguria e Alberto Cirio in Piemonte, entrambi riconfermati. Il 2024 aveva visto anche la vittoria di Francesco Roberti in Molise e di Massimiliano Fedriga in Friuli-Venezia Giulia, nonché il successo in Lombardia di Attilio Fontana. Maurizio Fugatti ha assunto il ruolo di presidente in Trentino dall’ottobre 2023.

Note su sardegna e alto adige

Una nota significativa è la vittoria del centrosinistra in Sardegna con Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 Stelle. Questo risultato ha così interrotto la serie di governi di centrodestra nell’isola. Si ricorda anche la rielezione di Arno Kompatscher in Alto Adige, esponente della Südtiroler Volkspartei, che conta sul sostegno di FdI e Lega.

Equilibrio tra governi locali e risultati nazionali negli ultimi anni

L’equilibrio tra centrodestra e centrosinistra si è consolidato anche grazie ai risultati provenienti dalle politiche nazionali e dalle elezioni di sicuro rilievo negli ultimi anni. Il centrodestra ha vinto le politiche nel 2022 e sostiene numerose regioni, dalla Sicilia – governata da Renato Schifani – alla Calabria sotto Roberto Occhiuto, passando per Veneto e Marche.

Il centrosinistra controlla invece sei regioni centrali e meridionali con presidenti come Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia. Questo spezzettamento politico riflette una frammentazione geografica e sociale che caratterizza da tempo la politica italiana, con forti differenze tra le aree urbane e quelle rurali.

La presenza di leader consolidati, alcuni al loro secondo o terzo mandato, ha facilitato la stabilità di molte regioni, mentre in ambito comunale si assiste a dinamiche più fluide. Le elezioni amministrative si confermano un banco di prova in cui i partiti testano il loro appeal su territori molto diversi.

Il confronto tra centrodestra e centrosinistra dunque prosegue anche nel 2025 in queste due dimensioni, che si condizionano a vicenda ma rispondono a logiche differenti.