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Il centrodestra chiede le dimissioni di Beppe Sala dopo l’inchiesta sull’urbanistica a Milano

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Centrodestra spinge per le dimissioni di Beppe Sala dopo l’inchiesta milanese. - Unita.tv
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L’inchiesta che coinvolge l’amministrazione comunale di Milano ha scatenato forti reazioni politiche. Il sospetto di irregolarità nella gestione dell’urbanistica ha spinto l’opposizione a chiedere le dimissioni del sindaco Beppe Sala. Intanto, all’interno della maggioranza, si dibatte sul futuro della giunta, con posizioni che vanno dal sostegno incondizionato a richieste di cambiamenti nella gestione urbanistica della città.

Pressing del centrodestra su Beppe Sala dopo l’inchiesta sull’urbanistica milanese

Il centrodestra ha intensificato la pressione su Beppe Sala, invitandolo a lasciare l’incarico dopo che l’inchiesta sulla gestione del territorio ha sollevato dubbi sulla condotta della sua amministrazione. Ignazio La Russa, presidente del Senato e figura di spicco di Fratelli d’Italia, ha criticato apertamente l’operato della giunta, affermando che “non è stata all’altezza della città.”

La Lega orienta già la sua attenzione verso le prossime elezioni comunali. Massimiliano Romeo, esponente del partito, ha sollecitato gli alleati a individuare subito un candidato credibile per la corsa alla poltrona di sindaco e a partire con la campagna elettorale. Secondo Romeo, il quadro emerso da Milano conferma la necessità di un cambiamento radicale e di un passo indietro da parte di Sala.

Il Movimento 5 Stelle, rappresentato da Chiara Appendino, ha espresso una posizione simile. Appendino ha definito la situazione “inquietante”, ribadendo la necessità che Sala si faccia da parte per consentire una gestione nuova, più trasparente e responsabile degli sviluppi urbanistici della città. Queste chiamate al passo indietro del sindaco si inseriscono in un contesto di forte tensione nel dibattito politico milanese.

Posizioni contrapposte nella maggioranza sul futuro della giunta sala

All’interno della coalizione di centrosinistra si assiste invece a un tentativo di blindare il ruolo di Beppe Sala. Alcuni esponenti, pur riconoscendo problemi nella gestione urbanistica, chiedono di evitare strappi politici immediati. Angelo Bonelli, dei Verdi, ha invitato a fermare i nuovi provvedimenti relativi al territorio fino a chiarimenti definitivi, senza però chiedere le dimissioni.

Pierfrancesco Majorino, responsabile Casa nel Partito Democratico, ha sottolineato che l’amministrazione deve completare il proprio mandato ma con una serie di correttivi indispensabili. Ha proposto di avviare un nuovo Piano di governo del territorio che operi in modo concreto per risolvere l’emergenza abitativa e bloccare possibili speculazioni, mettendo la città al riparo da interessi immobiliari che minacciano la sostenibilità urbana.

Negli ambienti democratici si osserva anche una certa cautela, forse dovuta all’impatto che lo scandalo può avere sull’immagine del partito e del governatore Elly Schlein, per ora assente da interventi pubblici sul caso. L’assenza di una dichiarazione diretta da parte della leader regionale è stata notata dagli oppositori, che ne hanno fatto un elemento di critica in più.

Reazioni e sostenitori di sala nel Pd e nei partiti alleati

Nel Partito Democratico alcune voci si alzano per difendere Sala, in particolare tra i rappresentanti della corrente riformista. Lia Quartapelle, Alessandro Alfieri, Filippo Sensi, Walter Verini e Gianni Cuperlo hanno espresso fiducia nell’operato del sindaco e nella sua giunta, sottolineando l’importanza di proseguire con il lavoro previsto e di non farsi condizionare dalle polemiche.

Alessandro Capelli, segretario del Pd milanese, ha ribadito il sostegno a Sala per i prossimi due anni, ma ha anche posto l’accento sulla necessità di un nuovo progetto che possa dare una direzione diversa alla città. Questa posizione riflette la volontà di mantenere saldo il governo cittadino evitando che lo scandalo apra un vuoto di potere in piena metà mandato.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, si è opposto all’idea che un avviso di garanzia possa essere motivo sufficiente per chiedere le dimissioni. Ha descritto questa eventualità come “un ritorno a metodi giudiziari e politici del passato che hanno segnato la storia recente dell’Italia.” La stessa linea la condivide Carlo Calenda di Azione, che pure chiede maggiore chiarezza sulle procedure urbanistiche, ma non ritiene opportuno che Sala abbandoni la carica.

Diverse reazioni nel centrodestra e fra le forze alleate

Anche all’interno del centrodestra si registrano differenze di vedute. Forza Italia, attraverso Licia Ronzulli, non ha chiesto le dimissioni immediate legate all’inchiesta, ma ha puntato il dito contro quella che giudica una cattiva amministrazione generale della città. La richiesta è che Sala faccia un gesto politico assumendosi la responsabilità per la gestione della capitale lombarda.

Fratelli d’Italia, molto più diretta, afferma che le dimissioni sono l’unica opzione seria rimasta sul tavolo. Questo orientamento riflette la fermezza della destra milanese nel chiudere la pagina dell’amministrazione Sala per aprire una nuova stagione. Non manca infine la polemica fra gli schieramenti, soprattutto contro il Pd, accusato di silenzio o di difesa a oltranza di un sindaco ormai in difficoltà.

Il dibattito su Sala e l’inchiesta urbanistica milanese rimane aperto e sarà decisivo nel determinare non solo il futuro del primo cittadino, ma anche l’evoluzione politica di Milano nei prossimi mesi, con le elezioni comunali alle porte e una città sempre più sotto i riflettori.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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