Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, ha diffuso una lettera indirizzata a tutti i vescovi del Paese, invitandoli a dedicare le celebrazioni eucaristiche al tema della pace. L’appello arriva in un momento segnato da tensioni internazionali e conflitti, con la speranza che la preghiera diventi un elemento centrale nell’impegno della Chiesa italiana per promuovere la concordia tra i popoli.
La missiva di Zuppi: indicazioni precise per le messe dedicate alla pace
Nel documento ufficiale, il cardinale Zuppi sottolinea che è opportuno usare i formulari specifici delle Messe “Per la pace e la giustizia” e delle Messe “In tempo di guerra e disordini” durante le celebrazioni eucaristiche. Questi formulari, già presenti nel Messale Romano, contengono preghiere e letture particolari che richiamano l’urgenza di implorare la fine dei conflitti e il ristabilimento di condizioni di giustizia sociale. La scelta di impiegare testi liturgici che riflettono in modo diretto la realtà attuale vuole aiutare i fedeli a diventare più consapevoli dell’importanza della pace come valore fondamentale e urgente.
Il cardinale invita a far crescere la consapevolezza della comunità cristiana attraverso tali celebrazioni, affinché esse non restino solo un rito formale, ma diventino occasione di un coinvolgimento spirituale profondo. In questo senso, l’uso di formulari specifici permette di indirizzare l’attenzione sull’urgenza della giustizia sociale associata alla pace, ribadendo la responsabilità morale di ogni persona.
L’importanza di inserire intenzioni particolari nella liturgia delle ore
Oltre alla celebrazione della Messa, la lettera raccomanda di arricchire la Liturgia delle Ore con intenzioni specifiche rivolte a chiedere il dono della pace. La Liturgia delle Ore, momento quotidiano di preghiera, viene così orientata a un’espressione più netta del desiderio di pace, coinvolgendo non solo il celebrante ma tutta la comunità monastica o parrocchiale.
Questa pratica aumenta la costanza della preghiera sulla pace nel quotidiano spirituale, trasformando ogni ora liturgica in una supplica collettiva. Spostare l’attenzione su preghiere dedicate rende più chiaro al popolo cristiano l’impegno continuo e concreto sulla strada della riconciliazione e dell’armonia tra i popoli. La scelta sottolinea come la preghiera debba accompagnare ogni momento, rendendo la pace un’intenzione permanente e non circoscritta a eventi isolati.
La proposta di momenti di preghiera e adorazione come risposta al conflitto
Il cardinale Zuppi suggerisce anche che si organizzino momenti specifici di preghiera e adorazione eucaristica per sottolineare la richiesta di pace. Questi incontri, che possono svolgersi nelle chiese parrocchiali o in sedi religiose più ampie, offrono spazi di riflessione e raccoglimento aperti a tutta la comunità.
La preghiera e l’adorazione esprimono un atteggiamento di fiducia verso un cambiamento possibile, invitando a sostare in silenzio dinanzi all’Eucaristia per invocare anzitutto il dono della pace. In questo modo, la Chiesa si muove non solo nella dimensione celebrativa ma anche in quella contemplativa, riconoscendo la profondità della sofferenza legata ai conflitti e il bisogno di unirsi in una supplica comune.
Queste iniziative offrono inoltre una risposta concreta alla richiesta di pace, che si traduce nella condivisione di un momento collettivo e nel raccoglimento silenzioso, elementi in grado di rafforzare il senso di comunità e solidarietà tra i fedeli.
I vescovi italiani ora hanno in mano queste indicazioni formali dal loro presidente, chiamati ad attuarle nelle loro diocesi per mantenere viva la preghiera contro la guerra e per la giustizia sociale. Questo appello si inserisce in un contesto di forti tensioni geopolitiche, e l’impegno della Chiesa cerca di dare voce al bisogno collettivo di serenità e di pace.
Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Luca Moretti