
Ignazio La Russa critica le campagne politiche di sinistra e ambientaliste, ritenute responsabili del calo di affluenza e del voto parziale nei referendum del 2025, evidenziando come tensioni e rancori personali abbiano influenzato negativamente il coinvolgimento civico. - Unita.tv
I recenti risultati sull’affluenza ai referendum hanno sollevato commenti e reazioni forti all’interno del dibattito politico e pubblico. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha espresso una sua interpretazione densa di polemiche sui motivi che hanno spinto molti cittadini a non partecipare o a votare in modo parziale, attribuendo responsabilità precise a esponenti di sinistra e ambientalisti. Il suo discorso si concentra su come alcune campagne politico-mediatiche abbiano influenzato le decisioni degli elettori, generando risultati al di sotto delle aspettative.
La posizione di ignazio la russa sull’astensionismo e il voto parziale
Ignazio La Russa ha commentato l’affluenza ai referendum sottolineando una critica verso chi, a suo dire, ha usato l’invito a votare non come gesto di partecipazione civile, ma come strumento di ostilità politica. Secondo lui, figure come Elly Schlein, Giuseppe Bonelli e altri opinionisti vicini a quella parte politica avrebbero alimentato un clima di disistima personale nei suoi confronti, facendo leva su motivazioni emotive e non sul merito delle questioni referendarie. Questo avrebbe spinto un segmento di elettori a votare solo su uno dei quesiti o addirittura a disertare completamente le urne.
La Russa afferma di esser stato uno dei primi a recarsi al seggio, già di domenica mattina, rispettando la propria promessa di voto. Ma aggiunge pure di aver scelto di esprimersi solo su un quesito referendario, proprio a seguito dell’atteggiamento ostile manifestato da quei dirigenti politici e commentatori.
L’impatto delle campagne politiche sull’affluenza e le scelte dei cittadini
Secondo la ricostruzione di La Russa, il comportamento di Schlein, Bonelli e altri avrebbe avuto effetti controproducenti sull’affluenza. Invece di spronare i cittadini a partecipare, le loro campagne sarebbero parse aggressive e personali, spingendo molti a evitare il voto o a rispondere con una scelta parziale. L’ex ministro sottolinea che in assenza di quelle spinte, forse la sua scelta sarebbe stata diversa, probabilmente un “no” netto a tutti i quesiti referendari.
Ha inoltre raccolto testimonianze di elettori che, esasperati dalle divisioni e dalle invettive come “dalli a La Russa” o “dalli alla Meloni”, hanno preferito astenersi. Il tono dell’intervento riflette una frattura comunicativa e politica che avrebbe inciso sul coinvolgimento civico e sulla qualità del confronto pubblico.
Il contesto politico intorno ai referendum del 2025
Il referendum del 2025 ha registrato infatti un calo dell’affluenza rispetto a consultazioni precedenti e questo dato ha alimentato discussioni sulle cause reali di questa mancanza di partecipazione. Il coinvolgimento emotivo e gli scontri tra esponenti politici di varie fazioni hanno spesso oscurato il merito dei quesiti, distogliendo l’attenzione del pubblico.
La Russa, da protagonista politico e istituzionale, ha scelto di amplificare la narrazione secondo cui precise campagne di disistima personale e rancore politico abbiano giocato un ruolo decisivo, più della validità delle questioni. Il suo discorso testimonia le tensioni che persistono nel panorama politico e mostra come i rapporti personali e le strategie comunicative possano influire sui comportamenti elettorali dei cittadini.
Dati del voto e le reazioni immediate
Il voto parziale e l’astensionismo non si riflettono solo su questi referendum ma alimentano un dibattito più ampio sul rapporto tra elettori e politica. Il commento di La Russa arriva in un momento di crescente sfiducia e rotture tra schieramenti, che si sommano alle sfide in corso nel quadro politico italiano ed europeo. Le elezioni di seggio anticipate e la tempestività della sua dichiarazione testimoniano la centralità del tema nel dibattito pubblico.