Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ribadito con chiarezza la sua posizione a favore dell’introduzione delle preferenze nell’attuale legge elettorale italiana. Durante la cerimonia del Ventaglio, La Russa ha ricordato le sue precedenti iniziative e ha evidenziato alcune contraddizioni presenti nel sistema attuale, sottolineando come il voto di scelta diretta del singolo candidato resti fondamentale nel rapporto tra elettori e Parlamento.
Il sostegno di la russa all’introduzione delle preferenze e il contesto politico
Ignazio La Russa ha parlato a proposito delle preferenze ricordando un episodio della sua attività parlamentare. In passato propose un emendamento per reintrodurre le preferenze nel sistema di voto, ma quell’iniziativa venne respinta dalla maggioranza che aveva trovato un accordo politico contrario. Solo un pezzo dell’estrema sinistra appoggiò parzialmente la sua proposta. Nel racconto, La Russa ha citato anche un confronto acceso con Roberto Occhiuto, allora referente di Forza Italia sulla legge elettorale, sottolineando come i gruppi come il Movimento 5 Stelle avessero espresso disprezzo e contestato la proposta con un dibattito molto breve in aula.
Questo episodio evidenzia come la questione delle preferenze resti un tema spinoso e divisivo nella legislazione elettorale italiana. La Russa ha più volte rimarcato la coerenza della sua posizione, sostenendo che, nonostante le critiche, lui continua a credere nel valore di poter scegliere direttamente i candidati. Questa posizione lo vede in contrasto con la maggioranza dei partiti che preferiscono forme di voto più bloccate, limitando l’influenza diretta dei cittadini sui singoli parlamentari.
Le storture delle preferenze e il confronto sui livelli istituzionali
Durante il suo intervento, il presidente del Senato ha ammesso che nel meccanismo delle preferenze esistono alcune “storture”. Tuttavia, ha indicato che questi problemi si manifestano maggiormente in contesti elettorali ristretti. Al contrario, quando si tratta di elezioni su scala più ampia come le elezioni europee, le preferenze sembrano funzionare senza evidenziare criticità rilevanti.
La Russa ha evidenziato un paradosso: le preferenze sono utilizzate per votazioni più locali – consigli di zona, comunali, provinciali e regionali – senza che questo generi crisi sistemiche significative. Invece, nel Parlamento nazionale, dove il confronto dovrebbe essere più trasparente e rappresentativo, le preferenze sono state escluse, spesso per evitare la formazione di “camarille” o reti poco trasparenti che gestiscono i voti dietro le quinte.
Secondo La Russa, proprio nel contesto parlamentare bisognerebbe permettere ai cittadini di esprimere una scelta diretta. Suggerisce che se le preferenze dovessero essere eliminate, lo si dovrebbe fare nelle circoscrizioni più piccole e non coinvolgere un organo centrale come il Parlamento. Questo ragionamento mette in evidenza le difficoltà legate al bilanciamento tra trasparenza, rappresentanza e controllo politico nel disegno della legge elettorale nazionale.
Le perplessità sul rispetto degli impegni politici e la sfida della riforma
La Russa ha espresso anche un dubbio sulla reale volontà dei partiti di andare fino in fondo con la modifica al sistema di voto. Ha ricordato che spesso si ascoltano parole favorevoli all’introduzione delle preferenze nelle fasi iniziali del dibattito, ma quando ci si avvicina concretamente al voto, queste posizioni tendono a mutare. Questa dinamica crea una resistenza pratica nella realizzazione di riforme elettorali più aperte e partecipative.
Il presidente del Senato sottolinea così un’ostilità diffusa alla vera scelta dei cittadini, che sarebbe invece favorita dalla possibilità di indicare i propri rappresentanti direttamente nel Parlamento. Le sue parole danno voce a un malcontento che attraversa diverse forze politiche, dove gli interessi di gruppo e gli accordi nascosti spesso prevalgono sulle richieste di trasparenza e partecipazione dell’elettorato.
Il dibattito sulle preferenze nella legge elettorale continua quindi ad essere una questione centrale nel panorama politico italiano. Pur riconoscendo problematiche e ambiguità, la proposta di La Russa rimane una delle più nette a favore di una maggiore tutela del voto diretto degli elettori, segnalando una spaccatura evidente tra la volontà popolare e le scelte legislative dei partiti in Parlamento.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Serena Fontana