
Il senatore Alberto Balboni è al centro di polemiche per parole offensive contro le opposizioni in Senato, con i capigruppo che chiedono al Consiglio di presidenza di valutare sanzioni disciplinari. - Unita.tv
Nel corso di una seduta in Senato dedicata all’esame del decreto sicurezza, il senatore di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, ha pronunciato parole giudicate «gravemente offensive» dai gruppi di Pd, M5s, Avs e Italia viva. Questi ultimi hanno inviato una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, chiedendo la convocazione urgente del Consiglio di presidenza per valutare sanzioni nei confronti di Balboni.
Il contenuto della lettera dei capigruppo e le accuse a balboni
I capigruppo di Pd, M5s, Avs e Italia viva hanno scritto una missiva indirizzata a Ignazio La Russa in cui si ribadiscono le critiche alle espressioni usate da Alberto Balboni durante la seduta del Senato del 2025. Nella lettera, si definiscono «gravemente offensive» le parole con cui il senatore di Fratelli d’Italia ha rivolto accuse alle opposizioni, paragonandole «in più occasioni alla criminalità organizzata». Questo parallelismo è stato giudicato incompatibile con il ruolo di presidente della commissione Affari costituzionali, un incarico che richiede equilibrio e rispetto istituzionale.
Gli esponenti dei quattro gruppi ritengono che tali comportamenti minino il decoro dell’aula e auspicano misure disciplinari che impediscano il ripetersi di simili tensioni. La lettera chiede quindi una valutazione immediata da parte degli organismi del Senato, poiché non ritengono che i poteri di censura adottati in aula siano sufficienti a ripristinare la correttezza del dibattito parlamentare.
Le reazioni in aula e la censura di anna rossomando
Durante la stessa seduta, Alberto Balboni è stato richiamato due volte dalla vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, chiamata a presiedere l’aula in assenza del presidente. Rossomando ha censurato il comportamento del senatore definendo le sue espressioni inaccettabili e in contrasto con le regole del Senato. Il richiamo è avvenuto mentre si discuteva il decreto sicurezza, un tema già caratterizzato da forti tensioni tra maggioranza e opposizione.
I richiami di Rossomando si sono concentrati sul linguaggio utilizzato da Balboni, considerato lesivo del clima istituzionale. Nel regolamento del Senato è previsto che la vicepresidente possa intervenire per garantire il rispetto delle norme di comportamento durante le sedute, ma i capigruppo ora reputano necessario un intervento più deciso da parte del Consiglio di presidenza.
La convocazione del consiglio di presidenza e le possibili sanzioni
La lettera firmata dai capigruppo chiede un intervento rapido del Consiglio di presidenza del Senato, organo competente a valutare eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti dei parlamentari. Nel testo si sottolinea la necessità di una sanzione «adeguata e opportuna» che serva a riportare ordine e rispetto tra i gruppi politici coinvolti negli attriti.
Le sanzioni previste dal regolamento possono variare dalla semplice censura alla sospensione dalla partecipazione ai lavori della commissione o dell’aula. L’obiettivo dichiarato dai firmatari è quello di evitare che simili episodi si ripetano durante la legislatura, preservando il confronto parlamentare entro limiti di correttezza.
Decisioni attese dal consiglio di presidenza
Il Consiglio di presidenza dovrà valutare nei prossimi giorni la lettera e decidere sulla convocazione urgente, per stabilire se procedere con un procedimento formale contro Alberto Balboni. Il caso rappresenta un episodio di tensione nella dinamica politica attuale, con il confronto tra maggioranza e opposizione che appare sempre più acceso.