Governo valuta impugnazione della legge trentina sulla terza candidatura di fugatti dopo sentenza della consulta
La Corte costituzionale stabilisce limiti alle candidature politiche nelle regioni italiane, contestando le leggi locali come quella della Provincia autonoma di Trento e influenzando il futuro politico di presidenti come Maurizio Fugatti.

La Corte costituzionale ha stabilito limiti rigorosi alle candidature politiche regionali consecutive, mettendo in discussione leggi locali come quella della Provincia autonoma di Trento e influenzando le possibilità di terzo mandato di alcuni presidenti, con importanti ripercussioni politiche e giuridiche in diverse regioni italiane. - Unita.tv
La Corte costituzionale ha pronunciato una sentenza che impone limiti precisi alle candidature politiche nelle regioni italiane, aprendo la strada a contestazioni sulle norme regionali che derogano a tali vincoli. Il governo, guidato da una coalizione che include Fratelli d’Italia, sta esaminando la possibilità di sfidare la legge della Provincia autonoma di Trento, che permette a Maurizio Fugatti di presentarsi per la terza volta come candidato. Questo sviluppo ha importanti ripercussioni sul panorama politico di alcune regioni italiane e sulla pratica delle candidature multiple consecutive.
La sentenza della consulta e il dibattito sui limiti regionali alle candidature
La Corte costituzionale ha stabilito un criterio preciso riguardo ai limiti per le candidature elettorali nelle regioni italiane. Secondo quanto affermato, il vincolo di non poter superare un certo numero di mandati consecutivi deve essere rispettato in ogni regione, senza eccezioni legate allo statuto speciale a meno che non siano espressamente previste. Questo orientamento restringe la possibilità di deroga e rende automatico l’impugnazione delle normative regionali che consentano il contrario.
Nel contesto di questa sentenza, emerge un profilo di uniformità normativa valida su tutto il territorio nazionale. Il punto messo in rilievo è che ogni legge regionale che permetta una terza candidatura di un presidente uscente rischia di entrare in conflitto con quanto stabilito dalla Consulta. Si tratta quindi di un principio che può mettere in discussione leggi approvate anche in realtà autonome, come Trento, dove la legislazione locale consentiva una certa flessibilità.
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Questo orientamento della Corte ha generato una battuta d’arresto per i presidenti regionali che puntavano a un terzo mandato. Ora il discorso non è più soltanto politico ma anche giuridico, con i governi centrali che devono valutare come applicare la sentenza in territori che finora hanno adottato regole diverse.
La posizione di fratelli d’italia e le conseguenze per le regioni autonome
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha espresso senza indugio la posizione del suo partito rispetto alla questione: “il limite alle candidature deve valere ovunque in Italia, comprese le province autonome che non dispongono di statuti speciali.” Ha aggiunto che l’impugnazione della legge della Provincia autonoma di Trento appare la mossa logica e inevitabile dopo la sentenza della Consulta.
Bignami ha confermato che si tratta di una battaglia politica e giuridica rilevante per il suo partito e per il governo in generale. L’obiettivo è dimostrare che “non esistono categorie privilegiate sul diritto nazionale riguardo ai mandati” e che eventuali deroghe rischiano di creare disparità nelle regole democratiche applicate sullo stesso piano.
In questo quadro si inserisce il caso di Maurizio Fugatti, il presidente uscente della Provincia autonoma di Trento che ha ottenuto il via libera per un terzo mandato grazie a una legge approvata nel suo territorio. Il governo si sta preparando a contestare questa norma perché la legge nazionale, sostenuta dalla sentenza, vieta di superare i due mandati consecutivi. L’impugnazione potrebbe sospendere la candidatura di Fugatti o addirittura invalidarla.
Effetti possibili sulla candidatura di massimiliano fedriga in friuli venezia giulia
Il caso Trentino fa da apripista e potrebbe innescare conseguenze politiche anche in altre regioni, specialmente quelle guidate da presidenti che aspirano al terzo mandato. In particolare, la candidatura di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia potrebbe subire un blocco. Fedriga, che sta per concludere due mandati consecutivi, aveva già manifestato interesse a proseguire, ma la sentenza e l’ipotesi di impugnazione della legge trentina potrebbero fermare ogni possibilità di un terzo mandato.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha ammesso che questi effetti sono già stati messi in conto dalle forze di governo ma resta da capire come si svilupperanno le dinamiche politiche locali, tra pressione del partito e resistenza delle forze regionali. In Friuli Venezia Giulia come a Trento, il tema del limite dei mandati si lega alla tutela della regolarità dei processi elettorali e alla parità tra gli attori politici.
La questione sarà probabilmente al centro del dibattito pubblico nei prossimi mesi. Alcuni ambienti politici regionali si preparano a difendere l’autonomia nello stabilire regole elettorali mentre il governo cerca di applicare la sentenza della Consulta con tutte le conseguenze che ne derivano. Il confronto politico appare serrato e destinato a modelare le prossime elezioni regionali.
Una situazione in evoluzione tra norme regionali e principi costituzionali
Questa situazione evidenzia come i confini fra norme regionali e principi costituzionali possono diventare terreno di scontro politico e giuridico. Le decisioni prese nei prossimi mesi avranno impatto su candidati e governi regionali che mirano a mantenere o estendere il proprio potere. Il tema resta aperto e in evoluzione, con interventi istituzionali in arrivo.