Il confronto tra governo italiano, Unione europea e Stati Uniti sui dazi doganali resta acceso. Nonostante le tensioni commerciali in corso, i vertici europei mantengono una speranza cauta di trovare un’intesa che eviti pesanti conseguenze per l’economia italiana ed europea. Il dialogo continua fino ai primi giorni di agosto, mentre il clima politico si fa sempre più teso sia dentro che fuori le istituzioni.
La giornata intensa della premier meloni al centro delle trattative con gli stati uniti
Giorgia Meloni ha trascorso la giornata immersa nel lavoro a Palazzo Chigi e in contatti telefonici serrati con i principali leader europei. In serata ha parlato con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea; Emmanuel Macron; e Friedrich Merz. La questione dei dazi imposti dagli Usa è il nodo centrale delle conversazioni. Secondo fonti vicine alla premier, tutti i leader coinvolti desiderano chiudere questa partita in modo favorevole per l’Europa.
Durante una visita alla sede dell’ANSA a Roma, alle sue spalle scorrevano notizie riguardanti l’extratassazione del 25% decisa dalla Casa Bianca nei confronti di Giappone e Corea del Sud. A Bruxelles però non è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale che sancisca la fine della negoziazione.
Le discussioni proseguiranno fino al primo agosto: gli ambasciatori Ue sono stati convocati nuovamente mercoledì prossimo proprio alla vigilia del voto sulla fiducia alla presidente von der Leyen al Parlamento europeo.
Il governo italiano mantiene fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo anche su ipotesi moderate come quella finora circolata di un dazio intorno al 10%. Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida si mostra prudente sulle indiscrezioni ma conferma l’impegno a tutelare settori strategici come quello agricolo dagli effetti negativi delle tariffe americane.
Imprese italiane preoccupate mentre opposizioni attaccano la strategia del governo
Le aziende italiane osservano con apprensione gli sviluppi della trattativa sui dazi Usa-Ue perché temono ripercussioni pesanti sull’export nazionale già fragile dopo anni complicati.
Le forze politiche all’opposizione criticano apertamente il metodo scelto dal governo Meloni per affrontare questa crisi commerciale. Luigi Marattin chiede uno sforzo immediato per chiudere rapidamente l’accordo sul Mercosur come misura alternativa o complementare alle dispute tariffarie transatlantiche.
Elly Schlein definisce “imbarazzante” la gestione governativa della questione ricordando dati Confindustria secondo cui combinando tariffe aggiuntive e svalutazione del dollaro si rischierebbe una riduzione dell’export italiano fino a 20 miliardi di euro con oltre centomila posti di lavoro messi in bilico nel breve termine.
Anche all’interno della maggioranza emergono dissensi: Claudio Borghi sostiene che sarebbe stato più vantaggioso negoziare direttamente solo Italia contro Stati Uniti invece che unirsi all’Ue come blocco unico. Ricorda il caso del 2020 quando furono imposti dazi sul vino francese ma non su quello italiano grazie ad azioni autonome degli Usa nei confronti dei singoli paesi europei — opzione mai presa realmente in considerazione dall’esecutivo attuale guidato dalla premier Meloni.
Ruolo dell’unione europea nelle trattative commerciali con washington
La competenza sulle questioni commerciali spetta formalmente alla Commissione europea che rappresenta tutti i Paesi membri davanti agli Stati Uniti negli scambi internazionali. Washington considera infatti l’Ue come unico interlocutore unitario nell’ambito dei negoziati tariffari.
Roma ha cercato comunque margini d’intervento per mantenere aperto il confronto diretto tra le due sponde atlantiche pur senza rompere lo schema comunitario tradizionale. Questi tentativi miravano soprattutto ad orientare le condizioni finali del dialogo verso soluzioni meno penalizzanti per tutto il continente.
È possibile che durante la visita prevista giovedì prossimo a Roma, quando Ursula von der Leyen parteciperà alla Conferenza sulla ricostruzione post-bellica ucraina, Meloni approfondisca direttamente questi temi insieme alla presidente Ue. L’incontro arriva dopo mesi in cui si sperava potesse aprirsi una fase nuova verso una pace duratura, ma oggi parlare solo di ricostruzione appare difficile.
La conferenza sulla ricostruzione e il sostegno a kiev
La conferenza sarà anche occasione politica importante: Volodymyr Zelensky sarà presente già dal mercoledì precedente incontrando anche Sergio Mattarella; saranno presenti inoltre figure come Friedrich Merz e Donald Tusk. Da questo appuntamento emergerà un segnale chiaro sull’impegno europeo – Italia inclusa – nel sostenere Kiev nelle sfide ancora aperte sul campo economico ed umanitario causate dalla guerra russo-ucraina.