Nel piccolo Comune di Goni, in provincia di Sud Sardegna, le elezioni comunali del 2025 si sono concluse con una partecipazione al voto quasi inesistente. Su poco meno di 400 cittadini chiamati alle urne solo sei si sono presentati, una percentuale pari all’1,54%, ben lontana dal quorum del 40% richiesto per convalidare la consultazione. Il risultato di questo flop ha lasciato il paese senza un sindaco eletto, costringendo la Regione a nominare un commissario straordinario per guidare l’amministrazione fino al 2029.
La veste elettorale di goni: una sola lista civica e nessun risultato concreto
Per questa tornata elettorale, a Goni si era presentata una sola lista civica chiamata “Forza del popolo“, guidata da Elia Marcello Demuro, candidato sindaco che ha cercato di dare una guida politica al Comune. La lista era stata presentata quasi all’ultimo momento, probabilmente per evitare il commissariamento e garantire la continuità dell’amministrazione. Nonostante l’impegno, i pochi elettori presenti hanno consegnato al candidato solo qualche voto, senza raggiungere la soglia minima necessaria per formare un consiglio comunale valido.
Lo spoglio delle schede è stato rapido: su sei votanti, una scheda è risultata nulla, una bianca e le restanti valide per il candidato Demuro, ma con numeri insufficienti a eleggerlo. Il fenomeno della quasi totale astensione ha sancito di fatto il fallimento elettorale a Goni, lasciando in sospeso il destino politico del paese.
Il flop dell’astensione alle urne
L’astensione record e le motivazioni dietro il disinteresse al voto
Il dato più significativo riguarda l’affluenza. Nel 2025 solo l’1,54% degli aventi diritto si è recato alle urne, una caduta verticale rispetto al 76,92% registrato durante l’ultima consultazione. Il disinteresse era già evidente sin dalla sera della domenica elettorale, quando alle 23 l’affluenza non superava lo 0,77%. La scarsa partecipazione ha radici profonde: il Consiglio comunale era stato sciolto nel 2024 dopo le dimissioni di massa degli amministratori, esasperati dalla carenza di personale e risorse, fattori che hanno scoraggiato ulteriormente il coinvolgimento della popolazione.
L’assenza di una proposta politica alternativa e la difficoltà di offrire servizi adeguati hanno probabilmente contribuito a questa fuga dalle urne. Nel frattempo, la Regione ha deciso di continuare l’amministrazione affidandola a un commissario straordinario, figura che già aveva gestito il Comune nell’ultimo anno, garantendo una guida tecnica e temporanea fino al 2029.
Cause profonde dell’assenza di interesse elettorale
Il quadro elettorale nel sud sardegna a confronto: il caso nuoro
Diversa è la situazione nel capoluogo di provincia, Nuoro, dove le urne hanno registrato un’affluenza ben più alta e un esito decisamente con più partecipazione politica. Emiliano Fenu, deputato del Movimento 5 Stelle e candidato appoggiato dalla coalizione “Campo Largo“, ha vinto con oltre il 60% delle preferenze al primo turno. Questi numeri confermano la forza elettorale di un progetto politico che aveva già portato all’elezione della presidente Alessandra Todde.
Dietro Fenu si è posizionato Giuseppe Luigi Cucca con quasi il 30% delle preferenze. Gli altri candidati hanno raccolto percentuali molto più basse, senza impensierire in modo significativo Fenu e il suo schieramento. Il risultato di Nuoro fotografa una realtà politica attiva e partecipata, in netto contrasto con il disinteresse mostrato dal minore centro di Goni.
Confronto politico tra goni e nuoro
Il contrasto tra i due comuni evidenzia come, anche in ambiti geograficamente vicini, la risposta civile alle elezioni possa essere molto diversa, influenzata da fattori locali e dalla presenza di iniziative politiche credibili e condivise. Chi si interessa alla gestione locale di Goni dovrà ancora pazientare, con il Commissario straordinario chiamato a mantenere la governance fino alla prossima occasione elettorale.