Giunta comunale di Colobraro senza donne, la consigliera di parità diffida il sindaco Lista
Il comune di Colobraro, guidato dal sindaco Nicola Lista, affronta polemiche per l’assenza di donne nella giunta comunale, sollevando preoccupazioni sulla rappresentanza femminile e il rispetto delle normative.

Nel comune di Colobraro (Matera) la giunta comunale nominata dal sindaco Nicola Lista è priva di donne, suscitando la diffida della consigliera di parità Ivana Pipponzi che chiede una revisione urgente per garantire la rappresentanza di genere. - Unita.tv
Nel piccolo comune di Colobraro, in provincia di Matera, si è aperto un acceso confronto attorno alla composizione della giunta comunale nominata dal sindaco Nicola Lista il 24 aprile scorso. La questione riguarda l’assenza totale di rappresentanti femminili nell’esecutivo, un fatto segnalato dalla consigliera di parità della regione Basilicata, Ivana Pipponzi, che ha chiesto immediati correttivi per rispettare la presenza delle donne nelle istituzioni locali.
Assenza di donne nella giunta comunale di colobraro
La giunta di Colobraro, formata con il decreto numero 11, non include alcuna componente femminile. Questa situazione ha sollevato un intervento ufficiale da parte della consigliera di parità, Ivana Pipponzi, che ha diffidato l’amministrazione a revocare il decreto e a procedere a una nuova nomina rispettosa della quota di genere. La decisione del sindaco Nicola Lista ha scatenato un’attenzione particolare perché, nonostante Colobraro sia un comune con meno di tremila abitanti dove tecnicamente non si applica la legge Delrio, il principio della presenza femminile rimane un obbligo sancito da principi costituzionali.
Pipponzi ha sottolineato che “l’esclusione delle donne dalla giunta non solo contrasta con gli articoli 3 e 51 della Costituzione italiana, ma mina anche un percorso culturale importante per il superamento del divario di genere nelle istituzioni pubbliche”. L’assenza femminile viene percepita come una lacuna nella rappresentanza democratica e viene richiamata come un problema da correggere immediatamente, per evitare che si consolidi un modello esclusivo e sbilanciato.
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Il ruolo della consigliera di parità e la richiesta di ritiro della nomina
Il ruolo della consigliera di parità Ivana Pipponzi si estende oltre la semplice segnalazione di un problema. Il suo ufficio ha poteri di controllo e vigilanza sanciti dal decreto legislativo 198 del 2006, che le permettono di intervenire in situazioni di mancato rispetto delle quote di genere. La missiva inviata al sindaco di Colobraro è un atto formale che diffida la giunta a correggere la composizione entro un termine urgente.
Inoltre, Pipponzi ha informato il prefetto di Matera della vicenda, sollecitando un intervento istituzionale qualora l’amministrazione comunale non si conformi alla richiesta. La consigliera di parità ha anche segnalato la possibilità di ricorrere al tribunale amministrativo regionale se non verranno adottati provvedimenti che riportino equilibrio tra genere nella giunta comunale.
Questo passaggio evidenzia la funzione di tutela attiva che lo Stato attribuisce a chi ha il compito di garantire la parità di accesso alle cariche pubbliche, rendendo possibile un controllo effettivo e sanzioni per gli amministratori che ignorano le norme costituzionali.
Il rispetto della rappresentanza di genere nei piccoli comuni
Il caso di Colobraro mette in luce anche una questione più ampia legata ai comuni sotto i tremila abitanti, per i quali non si applicano automaticamente alcune normative sulle quote femminili negli organi elettivi. Eppure, la consigliera di parità ricorda come la Costituzione italiana garantisca uguali diritti alla donna in ogni contesto, anche in quelli istituzionali meno popolosi.
L’inclusione delle donne in ruoli decisionali non è solo un fatto numerico o burocratico. È un elemento necessario per combattere le disuguaglianze storiche e rafforzare la democrazia partecipativa. L’assenza di donne nelle strutture di governo locale può influenzare le politiche e le scelte adottate a vario livello, incidendo sulla vita quotidiana delle comunità.
Nel territorio di Colobraro, quindi, la questione si trasforma in un caso simbolico di attenzione alla presenza femminile nella pubblica amministrazione, un richiamo a non trascurare neppure i piccoli centri nello sforzo di raggiungere equilibri di rappresentanza più giusti e completi.
La risposta istituzionale e la possibile evoluzione della vicenda
La nota inviata dalla consigliera di parità al sindaco di Colobraro rappresenta un segnale chiaro: le istituzioni locali devono attenersi alle regole anche quando queste non impongono obblighi formali stretti come nei comuni più grandi. La diffida, con la conseguente minaccia di ricorso al Tar, spinge per una revisione immediata della composizione della giunta.
Contemporaneamente è stato coinvolto il prefetto di Matera, aprendo la strada a eventuali interventi di vigilanza da parte dello Stato, che potrebbero portare a un richiamo ufficiale o a misure più restrittive se il sindaco dovesse ignorare la richiesta.
Questo procedimento è uno degli strumenti previsti per garantire la corretta rappresentanza delle donne negli enti pubblici, anche in piccoli comuni, e può segnare un precedente per altri casi simili. L’evoluzione di questo episodio sarà osservata con attenzione da chi segue il rispetto delle normative di genere e la presenza femminile nelle amministrazioni locali.