
Giorgia Meloni spiega la sua scelta di partecipare al referendum senza votare, si oppone a modifiche sulla cittadinanza, conferma la stabilità del governo e commenta le prossime elezioni regionali e i rapporti con i ministri. - Unita.tv
La premier Giorgia Meloni ha chiarito la sua posizione sul referendum, spiegando perché si recherà al seggio ma non ritirerà la scheda. Durante un incontro a Roma, ha inoltre commentato la legge sulla cittadinanza, l’andamento del governo e le prossime elezioni regionali, offrendo un quadro dettagliato sulla situazione politica italiana nel 2025.
La scelta di partecipare al referendum senza votare
Giorgia Meloni ha spiegato che andrà al seggio per il referendum ma non ritirerà la scheda. Questo gesto, ha precisato, nasce dal rispetto per le urne e per l’istituto referendario, considerato fondamentale nella democrazia italiana. Pur riconoscendo l’importanza di partecipare, la premier non condivide i contenuti dei quesiti referendari. Ha sottolineato che l’astensione rappresenta una scelta legittima e che, storicamente, quando non si concorda con un referendum, l’opzione di astenersi è prevista come diritto politico.
Durante la sua partecipazione all’evento “Il giorno de La Verità” a Palazzo Brancaccio, Meloni ha ricordato che il diritto all’astensione spetta a tutti, inclusi i lavoratori e i cittadini. Ha rimarcato il principio che non votare a un referendum costituisce una scelta rispettabile e che lo Stato italiano ha sempre riconosciuto questa facoltà. Questa posizione rientra nel contesto attuale, in cui si vivono momenti di scelte politiche e civiche complesse, che richiedono di bilanciare rispetto delle istituzioni e dissenso nei contenuti.
La posizione sulla legge della cittadinanza
Sulla legge che regola la cittadinanza italiana, la premier si è detta “contrarissima” all’idea di dimezzare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza. Meloni ha ribadito che la legge attuale rappresenta, a suo dire, un quadro legislativo “molto aperto” e che l’Italia, da tempo, figura tra i Paesi europei che concedono più cittadinanze ogni anno.
Il punto critico, secondo la presidente del Consiglio, è l’efficienza nel gestire l’iter burocratico di conferimento della cittadinanza, un aspetto che il governo sta cercando di snellire. Tuttavia, si è detta ferma nel non sostenere modifiche referendarie che vogliano ridurre il requisito minimo per acquisire la cittadinanza da dieci a cinque anni. La questione è importante soprattutto nel clima politico attuale, dove l’immigrazione e i diritti degli stranieri sono temi che accendono il dibattito pubblico.
La tenuta del governo e la compattezza della maggioranza
Riguardo alla stabilità del suo esecutivo, Meloni ha affermato che resiste con forza all’opposizione. Ha sottolineato la coesione della maggioranza e la capacità di fornire risposte concrete ai temi nazionali, malgrado le critiche che incontrano da più fronti. La presidente del Consiglio ha detto chiaramente di puntare a portare a termine l’intera legislatura, definendo questo traguardo come “la sfida più grande”.
Questa presa di posizione arriva in un momento di tensioni politiche in cui si era ipotizzato un possibile indebolimento del governo. La premier ha invece insistito sul funzionamento interno e sulla collaborazione fra i partiti che sostengono l’esecutivo, mettendo in luce la quantità di provvedimenti e decisioni prese nel corso della legislatura.
Le regionali e il loro impatto sulla stabilità politica
Meloni ha parlato anche delle prossime elezioni regionali, che vedranno coinvolte cinque regioni italiane. Pur auspicando un risultato favorevole per il suo schieramento, ha sottolineato che questi appuntamenti non modificano l’equilibrio della maggioranza in Parlamento.
Al momento, ha detto, la maggioranza sostiene undici regioni contro le tre dell’opposizione. Ha spiegato che presenteranno candidati autorevoli, competenti e credibili ma ha sminuito l’importanza delle regionali come termometro della tenuta politica nazionale. La strategia del governo resta quella di mantenere la stabilità e il lavoro iniziato, evitando che risultati locali condizionino il cammino di Roma.
Rapporto tra la premier e i ministri salvini e tajani
Giorgia Meloni ha negato tensioni nel governo, smentendo voci di conflitti interni emerse dopo una riunione a Palazzo Chigi. Ha detto di essere “fiera” del lavoro svolto dal ministro degli Interni Matteo Salvini, definendo il suo ruolo “complesso”, e ha elogiato il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel contesto delle difficoltà internazionali.
Nonostante le indiscrezioni sui rapporti fra i membri dell’esecutivo, la premier ha respinto l’idea di scontri o bacchettate tra i ministri. Questo chiarimento arriva a poche settimane da importanti appuntamenti elettorali e in un momento in cui la coesione interna viene osservata con attenzione dagli osservatori politici italiani.