La premier italiana Giorgia Meloni mantiene frequenti scambi con i leader internazionali in preparazione del summit in Alaska tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin. Le questioni principali affrontate riguardano la guerra in Ucraina, con un appello a una pace stabile, e la criticità del conflitto nella Striscia di Gaza. Dietro le quinte, Roma sottolinea l’importanza dell’unità europea e di un dialogo forte con Washington. Questi dialoghi si inseriscono nel contesto geopolitico teso di metà 2025, segnato dalle tensioni sul fronte orientale europeo e dalle crisi mediorientali.
I contatti di meloni con Biden, Zelensky e leader mediorientali a pochi giorni dal vertice in Alaska
Il 7 agosto scorso Giorgia Meloni ha avuto una serie di conversazioni telefoniche con importanti interlocutori internazionali. Tra questi, il presidente americano Joe Biden e quello ucraino Volodymyr Zelensky, oltre al presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Questi colloqui sono stati centrati sull’evoluzione del conflitto in Ucraina e sulla ricerca di un cessate il fuoco. Nonostante non siano arrivate nuove telefonate dal Presidente Usa nelle ore immediatamente precedenti il vertice in Alaska, fonti di governo chiariscono che Biden e Meloni hanno mantenuto contatti regolari fino a pochi giorni fa. La premier ribadisce in ogni occasione la necessità di una collaborazione stretta tra Europa e Stati Uniti. L’obiettivo dichiarato è trovare una soluzione che metta fine alla guerra nel modo più giusto e duraturo possibile, in linea con gli interessi europei e atlantici.
Il vertice in Alaska rappresenta un momento cruciale per provare a intavolare un confronto fra Washington e Mosca, con l’Europa pronta a sostenere un vertice multilaterale allargato. Meloni si muove quindi nel mezzo di un gioco diplomatico delicato e cerca di portare a Roma un ruolo attivo nei negoziati, guidando un approccio di responsabilità e compattezza tra gli alleati occidentali.
L’unità europea e il sostegno a Kiev: il ruolo dell’Italia nel dialogo sul futuro dell’ucraina
L’Italia, guidata da Meloni, insiste sul valore di una posizione europea compatta in vista di nuovi negoziati di pace per l’Ucraina. La condizione principale imposta da Kiev è il rifiuto di cedere parti dei territori orientali al controllo russo. Questo rende il cammino verso un cessate il fuoco complesso, ma necessario secondo Roma. Recenti incontri nel Kent, durante il vertice di Chevening, hanno riunito consiglieri alla sicurezza europei e americani per discutere i confini possibili di un accordo di pace «giusto e dignitoso». Questi momenti di confronto con i partner svolgono un ruolo fondamentale nella definizione della linea diplomatica italiana e nel diffondere un messaggio di coesione.
Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti ha sottolineato come, dopo 1.024 giorni dall’insediamento del governo, l’Italia abbia compiuto un passo significativo nella politica estera. L’allineamento con le posizioni europee si è rafforzato, anche grazie alla firma congiunta di documenti politici su Ucraina e Gaza. Foti ha evidenziato che questa collaborazione lineare ha rilanciato il ruolo internazionale italiano, smentendo chi ipotizzava un isolamento politico del nostro paese. In questo contesto, l’Italia punta a mantenere un dialogo serrato e continuo con i principali attori globali, cercando di aumentare il proprio peso nelle decisioni strategiche.
La Crisi Di Gaza al centro delle conversazioni tra Roma e riyad
Oltre all’attenzione rivolta all’Ucraina, Meloni segue con attenzione la crisi in Medio Oriente, soprattutto l’escalation di violenza nella Striscia di Gaza. Il Presidente del Consiglio ha intrattenuto recentemente una lunga conversazione con il primo ministro saudita Mohammed bin Salman Al Saud. Nel dialogo sono stati discussi gli sviluppi recenti, con preoccupazione per le mosse israeliane che sembrano amplificare le tensioni militari. Entrambi i leader hanno espresso l’urgenza di fermare i combattimenti per evitare un peggioramento della situazione umanitaria, sottolineando l’importanza di avviare la ricostruzione della zona colpita, con un ruolo attivo delle nazioni arabe.
L’incontro ha ribadito la posizione italiana a favore di una soluzione politica di lungo termine, basata sulla creazione di due Stati indipendenti, che possa garantire pace e stabilità durature. Meloni ha rivendicato l’importanza che Hamas rilasci immediatamente e senza condizioni gli ostaggi e accetti di non avere un ruolo nel futuro politico di Gaza. Il colloquio ha anche rafforzato la volontà di approfondire la cooperazione bilaterale tra Italia e Arabia Saudita, a partire da un partenariato strategico formato nei primi mesi del 2025.
Le conversazioni di Meloni con i leader mediorientali indicano come Roma intenda agire da interlocutore affidabile in un’area chiave per la sicurezza internazionale. L’approccio italiano parte dall’emergenza umanitaria e si spinge fino a temi geopolitici di ampio respiro. La conferma di questi scambi testimonia una volontà di non perdere di vista il quadro globale mentre si lavora sull’agenda europea e transatlantica.
Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Davide Galli