Il summit del G7 in programma a Kananaskis, Canada, si presenta come un nodo cruciale per la premier Meloni, chiamata a gestire un confronto delicato con il presidente americano Donald Trump. Lo scenario internazionale è scosso dalla nuova guerra tra Israele e Iran e dal ruolo inatteso attribuito da Trump a Vladimir Putin come possibile mediatore. A poche ore dall’avvio del vertice, questa situazione fa salire la tensione fra i leader e mette alla prova le strategie diplomatiche italiane.
L’ incontro meloni – trump : cosa aspettarsi dal momento più atteso del G7
Il fulcro dell’attenzione in Canada sarà sicuramente l’interazione fra Giorgia Meloni e Donald Trump. Fonti italiane non escludono che l’incontro possa essere più informale che un vero bilaterale, ma i contatti fra i due sono considerati inevitabili. Nel mezzo di una crisi così complessa, l’obiettivo principale sarà parlare della guerra tra Israele e Iran, con un occhio alla recente apertura di Trump verso una mediazione di Putin. Questa mossa ha colto di sorpresa anche Roma, che non si aspettava un posizionamento così deciso.
Meloni, al vertice, si presenta con una linea chiara: chiedere una de-escalation e mantenere aperto il dialogo. La premier ha portato con sé anche la figlia Ginevra, come atto di normalità e presenza familiare durante un evento così importante. Il fatto che l’Italia consideri Putin responsabile della guerra in Ucraina fa aumentare il disagio per la proposta di Trump. Per ora Palazzo Chigi resta prudente, evitando commenti diretti o reazioni immediate, preferendo soppesare con calma le mosse americane.
Lo stato d’ animo a Palazzo Chigi tra prudenza e attese
La linea adottata da Palazzo Chigi riflette una strategia di cautela. “È fondamentale non alimentare tensioni ulteriori, ma al contempo mantenere una posizione ferma”, spiegano fonti vicine alla premier. La presenza della figlia di Meloni al summit è interpretata come un segnale di stabilità e impegno personale nel processo diplomatico.
La difficoltà degli sherpa e i bilaterali europei : meloni cerca un’ intesa solida
Intanto, dietro le quinte, gli sherpa dei sette paesi faticano a trovare una linea condivisa. Fabrizio Saggio, Consigliere Diplomatico Di Palazzo Chigi, è al centro delle trattative, impegnato a mediare una posizione cauta per evitare ulteriori tensioni. Meloni appare certamente tra i leader più vicini a Trump, ma proprio questo legame impone un equilibrio delicato in un clima mondiale così turbolento.
Il giorno dell’apertura è solo il primo passo e Meloni ha già in agenda incontri con figure chiave come il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer. Questi colloqui puntano a costruire un fronte europeo compatto prima di arrivare ai vertici con Washington e agli incontri multilaterali. Non è escluso che si aggiungano nella giornata incontri con Emmanuel Macron o sessioni dedicate fra i leader europei, per creare un fronte il più unito possibile sulle questioni calde.
Il lavoro diplomatico tra le stanze del summit
Le trattative degli sherpa rappresentano un banco di prova per la tenuta delle alleanze all’interno del G7. La gestione degli incontri bilaterali è considerata cruciale per la riuscita del vertice e per evitare spaccature che potrebbero indebolire le decisioni finali.
Il nodo medio oriente e il ruolo cruciale dei dazi nel dibattito politico
Le discussioni a Kananaskis non si limiteranno al solo medio oriente, ma vedranno intrecciarsi i temi con la crisi ucraina. Martedì è prevista una sessione dedicata con la partecipazione di Volodimir Zelensky, che potrebbe arrivare a un colloquio diretto con Meloni. La guerra in Ucraina rimane centrale nelle preoccupazioni di tutti i paesi coinvolti nel G7 e rischia di influenzare molto anche la strategia europea.
Un altro tema caldo riguarda invece i dazi, proprio mentre si avvicina la scadenza della sospensione delle tariffe americane contro l’Europa. Non è ancora chiaro se i leader europei riusciranno a portare la questione nel campo delle discussioni con gli Stati Uniti durante il summit. A circa venti giorni dal termine della tregua sui dazi, questi incontri potranno definire strategie ed eventuali proroghe, o segnare un primo scontro sugli interessi commerciali.
Meloni e il successo sulle linee migratorie , l’ attenzione sulla continuità del G7
Nonostante il clima teso, Meloni rivendica due risultati da non sottovalutare in vista del summit. In primo luogo, la presidenza canadese ha deciso di mantenere il tema migratorio sulla scia delle priorità fissate dall’Italia durante la presidenza G7 precedente. Inoltre, è stata approvata l’idea di una dichiarazione finale dedicata, che dovrebbe emergere alla chiusura del summit e porre un punto sulle crisi principali emerse in queste giornate.
Questi risultati arrivano in una fase dove ogni parola e decisione può fare la differenza. L’Italia cerca così di confermare un ruolo attivo, mostrando attenzione a questioni che vanno oltre i soli grandi giochi geopolitici e toccano la vita quotidiana di tante persone. Con la guerra in medio oriente, le tensioni con la Russia e il confronto sui dazi da seguire, il G7 in Canada promette ancora molte sorprese e momenti decisivi per la scena internazionale.