La discussione intorno a un possibile nuovo spazio politico moderato nel centrosinistra ha preso vigore nelle ultime settimane. Al centro delle attenzioni c’è il riavvicinamento tra Dario Franceschini e Matteo Renzi, due figure che sembrano condividere una strategia per rispondere alle mosse del centrodestra e alle modifiche della legge elettorale. Questa ipotesi, proveniente dai corridoi politici, prova a leggere le dinamiche interne al campo largo e ai Democratici, rivelando una trama più complessa di quel che appare.
La legge elettorale e la strategia del centrodestra che cambia gli equilibri
Da qualche tempo il centrodestra mostra segnali di voler rivedere la legge elettorale puntando a un sistema più proporzionale. La maggioranza sta valutando una formula che preveda non solo una soglia di sbarramento pensata per facilitare la presenza di partiti come Azione anche senza coalizione, ma pure l’indicazione diretta del premier. Questi elementi potrebbero porre il centrosinistra davanti a un dilemma: rischiare di perdere consenso moderato e frammentare ulteriormente un’area già divisa.
La partita si concentra così sull’attrazione di quell’elettorato centrista stanco e in parte insoddisfatto, destinatario potenziale di un nuovo contenitore politico che vada oltre il Pd. L’idea di un raggruppamento capace di intercettare i voti di Forza Italia e altri elettori moderati si fa largo come possibile risposta, alimentata dai ragionamenti sulla presenza di figure capaci di guidare questa nuova realtà politica.
Franceschini e Renzi, una intesa sul modello genovese e la nascita di un contenitore moderato
L’articolo che ha alimentato le voci sottolinea l’intesa tra Franceschini e Renzi, basata su un’ipotesi che prende spunto da Genova e dal cosiddetto ‘modello Salis‘. Franceschini, però, tenta di mettere un freno alle speculazioni estive, precisando che la sua priorità rimane il Partito Democratico, anche se ammette che il rafforzamento e l’unione della componente moderata nel centrosinistra sarebbero utili a vincere. La sua posizione esclude qualsiasi spostamento fuori dal Pd, richiamandosi invece a un lavoro di coesione interno all’area progressista.
Intanto, il nome di Gianni Salis, sindaco di Genova, che viene accostato a questa ipotesi, non commenta direttamente. Salis, nel frattempo, si concentra sul suo mandato amministrativo senza lasciarsi coinvolgere dalle trattative politiche nazionali. Anche un altro nome, quello di Ernesto Maria Ruffini, torna nella discussione come possibile protagonista di questa nuova formazione, ma resta tutto nell’ambito delle congetture.
Il fronte riformista del Pd e le resistenze verso il progetto di un nuovo soggetto
Tra i riformisti del Pd, l’ipotesi di un contenitore moderato separato non trova un’accoglienza calorosa. Alessandro Alfieri definisce tali operazioni “alchimie a tavolino” che non convincono. Viene ribadito il desiderio di costruire una coalizione forte e credibile ma senza scissioni o demarchi fuori dal percorso tradizionale.
Paolo Gentiloni porta avanti un discorso simile, sottolineando l’importanza dell’unità nel centrosinistra. Il suo richiamo è per una candidatura con una forte cultura di governo e capacità di gestione, elementi necessari per affrontare le prossime sfide elettorali. L’idea di rinunciare a un progetto unitario a favore di correnti o forze locali separate appare per ora lontana dall’entusiasmo dei principali esponenti riformisti.
Iv spinge per un’area riformista e guarda alle elezioni regionali
Nel quadro delle forze centriste torna spesso la presenza di Italia Viva. Il partito di Renzi sostiene con interesse l’ipotesi di un’area riformista in grado di dialogare con il centrosinistra più ampio. I nomi che circolano non si fermano a Salis ma contemplano anche Onorato, Russo e altri esponenti potenzialmente coinvolgibili.
Parallelamente, Italia Viva si prepara alle prossime elezioni regionali con l’obiettivo di conquistare più seggi e rafforzare la propria presenza territoriale. La strategia appare chiara: mantenere una base autonoma ma aperta a forme di collaborazione più ampie. La posizione di Iv, quindi, si mantiene pragmatica, senza rinunciare alla ricerca di alleanze utili.
La reazione del Pd e il rischio di un tormentone politico sul centro
Nelle stanze del Pd la questione del nuovo contenitore moderato viene vista con distacco. Alcuni dirigenti liquidano queste notizie come indiscrezioni senza fondamento. La sensazione è che, una volta smaltito l’effetto di questo nuovo capitolo estivo, si tornerà a una normale dialettica di coalizione in vista delle elezioni.
Restano però sul tavolo dubbi significativi sul potenziale impatto di eventuali divisioni centriste, soprattutto se la legge elettorale tende a favorire posizioni proporzionali molto segmentate. La partita sul centro, perciò, continua a essere uno dei nodi più complessi e aperti nel dibattito politico italiano, con uno scenario che può ancora subire cambiamenti nei prossimi mesi, mentre le scadenze elettorali si avvicinano.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Matteo Bernardi