Ezio Tarantelli: un economista dimenticato a quarant’anni dal suo assassinio
In occasione del quarantennale dell’assassinio di Ezio Tarantelli, eventi commemorativi a Roma e all’Università La Sapienza esploreranno il suo impatto sull’economia del lavoro e sul sindacato.

Ezio Tarantelli: un economista dimenticato a quarant'anni dal suo assassinio - unita.tv
Il 27 marzo 1985, Ezio Tarantelli, un importante economista italiano, venne assassinato dalle Brigate Rosse. A distanza di quarant’anni, il suo nome è poco conosciuto tra le nuove generazioni, mentre rimane impresso nella memoria di chi ha vissuto il tumultuoso periodo antecedente alla sua morte. Tarantelli è ricordato come un pioniere nello studio dell’economia del lavoro in Italia. Per commemorare il suo contributo, il figlio Luca ha pubblicato un libro intitolato “Il coraggio delle proposte ‘impopuliste'”, che esplora l’eredità del padre e il suo impegno per un sindacato più autonomo e centrato sui lavoratori.
L’eredità di Ezio Tarantelli
Ezio Tarantelli è stato un economista che ha cercato di cambiare il modo in cui il sindacato interagisce con i lavoratori e il governo. Nel libro scritto da Luca Tarantelli ed Emmanuele Massagli, si evidenzia come il padre abbia cercato di spostare l’attenzione dalla centralità del sindacato alla centralità dei lavoratori. Questo cambiamento di paradigma mirava a rendere il sindacato un attore autonomo nella politica economica, non più influenzato da pressioni esterne, ma capace di rispondere alle esigenze delle proprie basi. Tarantelli sosteneva che la difesa dei salari non potesse basarsi esclusivamente su rivendicazioni, ma richiedesse un coinvolgimento attivo e consapevole nel contesto economico complesso dell’epoca.
La sfida della contrattazione e il contesto economico
Negli anni ’70 e ’80, l’Italia affrontava una crisi economica profonda, caratterizzata da un’inflazione galoppante e da una crescente disoccupazione. Tarantelli cercò di far comprendere a sindacati come la CGIL e la CISL che la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori necessitava di un approccio più strategico. La sua idea di una contrattazione centralizzata mirava a risolvere le conflittualità tra le parti sociali, proponendo un dialogo costruttivo con il governo e le imprese. Tuttavia, la sua visione si scontrò con le resistenze interne al sindacato, in particolare da parte della CGIL, che non accettò l’accordo di San Valentino, un tentativo di mediazione tra sindacato e governo.
Leggi anche:
La visione europea di Tarantelli
Tarantelli non si limitò a un’analisi nazionale, ma si proiettò verso una dimensione europea. La sua proposta di una Confederazione europea dei sindacati mirava a armonizzare le politiche salariali e del lavoro tra i vari Paesi. In un articolo del 1985, Tarantelli affermava che la creazione di una moneta europea dovesse essere accompagnata da una politica dei redditi comune. Questa visione si rivelò profetica, anticipando le sfide che l’Unione Europea avrebbe affrontato negli anni successivi, in particolare con l’introduzione dell’euro.
L’urgenza della disoccupazione e il futuro del sindacato
Poco prima della sua morte, Tarantelli avanzò l’idea dello “Scudo dei disoccupati“, un fondo da destinare al sostegno dei disoccupati in Europa. Questa proposta, che prevedeva un finanziamento proporzionale al reddito medio e al tasso di disoccupazione, evidenziava la sua preoccupazione per le conseguenze sociali della crisi economica. Oggi, il dibattito si è spostato su misure come il reddito di cittadinanza, ma l’approccio di Tarantelli rimane attuale, sottolineando l’importanza di una contrattazione efficace per affrontare l’inflazione e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.
Commemorazioni e iniziative attuali
In occasione del quarantennale della sua morte, sono stati organizzati eventi commemorativi per onorare la figura di Ezio Tarantelli. Il 26 marzo, si terrà un incontro all’Auditorium di via Rieti a Roma, mentre il giorno successivo si svolgerà una giornata di dibattito presso l’Università La Sapienza, dove Tarantelli insegnava. Questi eventi rappresentano un’opportunità per riflettere sull’eredità del suo pensiero e sul ruolo che il sindacato deve assumere nel contesto attuale, caratterizzato da sfide globali e da un crescente individualismo.
La figura di Ezio Tarantelli, purtroppo, è stata oscurata dalla violenza del suo assassinio, ma il suo pensiero continua a ispirare e a sollecitare una riflessione profonda sul futuro del lavoro e dei diritti dei lavoratori in Italia e in Europa.