Erdogan e la Turchia: un passo verso l’autoritarismo tra permissività internazionale e opposizione

In Turchia, la detenzione di Ekrem Imamoglu segna un punto critico per la democrazia, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan consolida il potere in un contesto internazionale favorevole.
Erdogan e la Turchia: un passo verso l'autoritarismo tra permissività internazionale e opposizione Erdogan e la Turchia: un passo verso l'autoritarismo tra permissività internazionale e opposizione
Erdogan e la Turchia: un passo verso l'autoritarismo tra permissività internazionale e opposizione - unita.tv

Il panorama politico turco si trova in un momento cruciale, con il presidente Recep Tayyip Erdogan che sembra avvicinarsi sempre di più a un regime autoritario. La recente incarcerazione di Ekrem Imamoglu, figura di spicco dell’opposizione e unico candidato in grado di sfidare seriamente l’Akp, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla direzione futura del paese. Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali, analizza questa situazione in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, evidenziando come il contesto internazionale stia contribuendo a questa evoluzione.

La repressione delle opposizioni e le conseguenze politiche

La detenzione di Ekrem Imamoglu rappresenta un chiaro segnale della crescente repressione delle voci dissidenti in Turchia. Secondo Tocci, il presidente Erdogan sta approfittando di un clima di permissività internazionale per consolidare il proprio potere. La repressione delle proteste e l’eliminazione di figure chiave dell’opposizione non sono solo azioni politiche, ma segnali di un tentativo di Erdogan di mantenere il controllo su un paese che sta vivendo tensioni interne sempre più forti.

La situazione attuale è descritta da Tocci come un “crocevia”, dove è necessario osservare attentamente se Erdogan ha superato una “linea rossa invisibile”. Questo punto di non ritorno potrebbe segnare l’inizio della fine per il presidente turco o, al contrario, il consolidamento di un sistema autoritario che ricorda quello della Russia. La sfida per il futuro della democrazia in Turchia è palpabile, e il destino di Imamoglu potrebbe rivelarsi cruciale.

Il contesto internazionale e il ruolo degli Stati Uniti

Per comprendere le dinamiche interne turche, è fondamentale considerare il contesto internazionale. Tocci sottolinea che la permissività nei confronti delle azioni di Erdogan è alimentata da due fattori principali. In primo luogo, la situazione politica negli Stati Uniti, dove un tentativo di “cambio di regime” è in atto, rende meno problematico per il presidente americano Donald Trump il fatto che la Turchia si allontani ulteriormente dalla democrazia.

In secondo luogo, la guerra in Ucraina ha portato a un ripensamento delle priorità geopolitiche, con gli Stati Uniti che sembrano abbandonare l’Europa. In questo scenario, Erdogan si propone come un alleato strategico per la sicurezza europea, sfruttando questa posizione per ottenere un certo grado di tolleranza da parte dei leader europei, nonostante le preoccupazioni per la repressione interna.

Il rischio di un autoritarismo simile a quello russo

La situazione in Turchia è ulteriormente complicata dalla presenza di una figura come Kemal Kilicdaroglu, ex leader dell’opposizione del Chp, che non rappresenta una vera minaccia per Erdogan. Al contrario, Imamoglu è visto come l’unico candidato capace di sfidare seriamente il presidente turco. I sondaggi indicano che Imamoglu potrebbe avere la possibilità di vincere contro Erdogan in una futura contesa presidenziale, il che rende la sua incarcerazione ancora più significativa.

Erdogan, tuttavia, non sembra intenzionato a fermarsi. Oltre a voler ricandidarsi, ha manifestato l’intenzione di modificare la Costituzione per garantire la propria permanenza al potere. Questo scenario fa temere che la Turchia possa non solo continuare a scivolare verso l’autoritario, ma possa anche trasformarsi in un regime simile a quello della Russia, dove le libertà civili sono fortemente limitate.

La reazione della popolazione e le prospettive future

La mossa di Erdogan ha già suscitato una reazione forte da parte della popolazione turca, che percepisce la questione della democrazia come una lotta per la propria vita. Tocci avverte che la risposta dei cittadini potrebbe continuare a intensificarsi, simile a quanto accaduto durante le proteste di Gezi Park nel 2013. Tuttavia, è difficile prevedere se questa volta Erdogan avrà superato il limite, portando a un cambiamento significativo nel panorama politico turco.

La situazione attuale è caratterizzata da un clima di incertezza, in cui le azioni del governo e le reazioni della popolazione potrebbero determinare il futuro della Turchia. La tensione è palpabile e il mondo osserva con attenzione gli sviluppi, consapevole che la direzione presa dalla Turchia avrà ripercussioni non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.

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