La recente decisione della Corte Costituzionale ha sconvolto i piani di ricandidatura di due importanti governatori italiani, Vincenzo De Luca e Luca Zaia. Entrambi non potranno partecipare alle prossime elezioni regionali, che si svolgeranno nel 2025 in diverse regioni italiane. Questa situazione ha generato un acceso dibattito politico e ha portato a nuove dinamiche all’interno dei partiti coinvolti.
La bocciatura della consulta e le sue conseguenze
Il 9 aprile 2025, la Corte Costituzionale ha respinto la legge regionale proposta dai sostenitori di Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che mirava a consentire il terzo mandato. La Consulta ha stabilito che la legge n. 16/2024 della Regione Campania, che tentava di eludere il divieto di ricandidatura per chi ha giĂ ricoperto due mandati consecutivi, non è conforme alla normativa nazionale. Secondo i giudici, la legge campana ha violato l’articolo 122 della Costituzione, che stabilisce che le Regioni possono definire le cause di ineleggibilitĂ , ma devono rispettare i principi fissati dalla legge dello Stato.
Questa decisione ha avuto un impatto diretto su De Luca e Zaia, entrambi esclusi dalla possibilità di ricandidarsi. Le elezioni regionali del 2025, che si svolgeranno in Campania, Veneto, Toscana, Marche, Puglia e Valle d’Aosta, vedranno quindi la mancanza di due figure di spicco, costringendo i partiti a rivedere le proprie strategie e a cercare nuovi candidati.
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La situazione politica in campania e veneto
Con l’esclusione di De Luca e Zaia, il panorama politico in Campania e Veneto si presenta in una fase di incertezza. Da un lato, De Luca ha sempre rappresentato una figura divisiva all’interno del Partito Democratico, suscitando tensioni e conflitti interni. La sua ricandidatura avrebbe potuto aggravare ulteriormente le fratture nel partito, ma ora i democratici possono respirare, liberi da questa pressione. Dall’altro lato, il centrodestra si trova a dover affrontare una situazione complessa, con diversi partiti che cercano di proporre candidati alternativi a Zaia, il quale ha storicamente avuto un forte sostegno.
La Lega, partito di Zaia, è ora costretta a riorganizzarsi e a trovare un nuovo volto da presentare agli elettori. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di certezze sulle date delle elezioni, che rimangono ancora da definire. Questo clima di incertezza potrebbe influenzare le scelte degli elettori e le alleanze politiche.
Il caso del trentino-alto adige e il terzo mandato
Mentre De Luca e Zaia si trovano a dover abbandonare le loro ambizioni, il Trentino-Alto Adige ha preso una direzione opposta. Il Consiglio provinciale ha approvato un disegno di legge che consente al presidente Maurizio Fugatti di candidarsi per un terzo mandato. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito, evidenziando le differenze tra le varie regioni italiane in materia di legislazione elettorale.
La proposta, sostenuta dalla Lega, ha ricevuto 19 voti favorevoli e 16 contrari, ma ha anche provocato divisioni all’interno di Fratelli d’Italia, con alcuni consiglieri che hanno espresso il loro sostegno per poi abbandonare il partito. Questo sviluppo potrebbe avere ripercussioni significative sulla politica regionale e sulla stabilitĂ del governo trentino, mentre si attende di vedere come verranno gestite le future elezioni regionali.