Un gruppo di dipendenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha deciso di prendere posizione pubblicamente sulla crisi in Medio Oriente. Questi ricercatori hanno avviato una discussione interna sulle implicazioni etiche delle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza, invitando l’ente a intervenire. La loro iniziativa sottolinea la responsabilità delle istituzioni scientifiche rispetto a questioni che vanno oltre la ricerca, mostrando come la scienza possa confrontarsi con eventi politici e sociali rilevanti.
Iniziativa interna dei dipendenti Ingv contro le violazioni a Gaza
La presa di posizione è nata da un confronto tra i lavoratori dell’Ingv, che hanno sentito la necessità di “rompere il silenzio” su quanto accade in Medio Oriente. Il gruppo ha prodotto un documento rivolto ai vertici dell’istituto — presidente, consiglio d’amministrazione e consiglio scientifico — nel quale si chiede un intervento chiaro e deciso. Gli autori invitano l’ente a condannare apertamente “le ripetute, gravissime e documentate violazioni dei diritti umani da parte del governo israeliano nella Striscia di Gaza”. Il richiamo si basa sulle valutazioni di organismi internazionali, tra cui l’Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che hanno segnalato più volte queste violazioni.
La solidarietà all’interno dell’istituto si è tradotta in un appello sottoscritto da oltre il 30% del personale, segno di una partecipazione significativa e diffusa. Dietro la scelta di questi ricercatori c’è la convinzione che un ente di ricerca pubblico come l’Ingv abbia doveri etici e sociali da rispettare, soprattutto nel sostenere i diritti umani e la democrazia.
Richieste di sospensione degli accordi e azioni etiche per l’ente
Oltre alla condanna, il documento chiede una revisione dei rapporti tra l’Ingv e paesi coinvolti in conflitti. Si sollecita in particolare la sospensione degli accordi bilaterali tra Italia e Israele, in risposta alle accuse di aggressioni e violazioni umanitarie. La proposta include l’adozione concreta di “principi etici e azioni pratiche” all’interno dell’istituto, per evitare qualunque forma di complicità o collaborazione con soggetti responsabili di aggressioni armate, come condannato dalle Nazioni Unite.
L’iniziativa evidenzia come la scienza non sia neutra rispetto ai conflitti, soprattutto quando la ricerca e le collaborazioni internazionali possono avere ricadute politiche o morali rilevanti. Il documento chiede che l’Ingv metta al primo posto un’etica rigorosa, evitando rapporti che possano compromettere la responsabilità sociale dell’ente.
Il ruolo pubblico dell’Ingv nei confronti dei diritti umani
L’Ingv è un ente pubblico italiano che si occupa principalmente di geofisica e vulcanologia. Questa posizione degli impiegati riflette una crescente attenzione tra gli ambienti scientifici verso temi più ampi, come le implicazioni etiche dei conflitti internazionali. Il gruppo di dipendenti ricorda come l’istituto abbia una “responsabilità nella costruzione di una società civile democratica che rispetti i diritti umani”.
Le violenze nella Striscia di Gaza hanno suscitato critiche da parte di diverse organizzazioni internazionali, che hanno documentato bombardamenti su strutture civili, ospedali e impedimenti all’accesso degli aiuti. La crisi umanitaria, aggravata dalla carestia e dal blocco degli interventi di soccorso, ha spinto molti soggetti, compresi enti scientifici come l’Ingv, a chiedere azioni concrete per condannare tali violazioni.
I dipendenti ritengono che l’Ingv debba assumersi un ruolo civile di tutela dei valori fondamentali, traducendo la presa di posizione in un piano operativo che garantisca una netta distanza da qualsiasi forma di complicità con le aggressioni condannate dalle Nazioni Unite. La sottoscrizione di una parte consistente del personale rende l’appello ancora più significativo e difficile da ignorare.
Il documento sottolinea che la scienza, pur mantenendo i suoi obiettivi di ricerca, non può prescindere da contesti politici e morali esterni al laboratorio. Questo episodio ha aperto un confronto interno che mette in evidenza la necessità di scelte istituzionali chiare in materia di etica e cooperazione internazionale.
L’azione del gruppo di dipendenti dell’Ingv segnala il ruolo che le istituzioni pubbliche possono svolgere in momenti di crisi globale, influenzando il dibattito pubblico e spingendo alla responsabilità nei rapporti internazionali. La situazione in Medio Oriente continua a riverberare anche in ambiti meno prevedibili della società italiana.
Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Serena Fontana