Il Parlamento italiano si prepara a una pausa estiva decisiva, dopo aver quasi completato l’ultimo passaggio sul decreto Sport. Molte leggi importanti restano però bloccate o rinviate, con appuntamenti politici centrali spostati in autunno. Tra riforme costituzionali e leggi contro il femminicidio, la ripresa a settembre sarà decisiva per diverse questioni sul tavolo della maggioranza.
Il decreto Sport verso la terza lettura e la pausa estiva del Parlamento
Tra gli ultimi provvedimenti in calendario c’è il decreto Sport, ormai vicino alla chiusura definitiva con la terza lettura prevista alla Camera. La maggioranza ha dovuto cedere rispetto ai rilievi del Quirinale per arrivare a questo punto. Dopo un lavoro serrato durato tutta l’estate, il Parlamento andrà in vacanza e tornerà a riunirsi tra circa un mese.
In vista della pausa, molte proposte di legge che erano quasi pronte per il voto finale sono state accantonate. Il calendario di luglio ha privilegiato i decreti a scadenza imminente, con la conseguenza che le grandi riforme costituzionali e altre leggi importanti dovranno attendere settembre per tornare protagoniste.
La strategia della maggioranza sembra chiara: agitare un po’ le acque in estate senza correre e concentrare le forze sul dopo pausa, quando si tenterà di imprimere un’accelerazione su alcuni dossier cruciali, facendo della ripresa autunnale il vero banco di prova politico.
La separazione delle carriere in magistratura: il sì di Palazzo Madama e il percorso verso il referendum
Tra le riforme più calde c’è la separazione delle carriere nella magistratura, riforma molto sentita in ambienti politici vicini al centrodestra. Questa norma prevede di distinguere nettamente i percorsi professionali di pm e giudici, mutando un sistema che finora li ha considerati un corpo unico.
La riforma ha superato ostacoli importanti, soprattutto al Senato dove il 22 luglio ha ottenuto il secondo ok nonostante molti emendamenti contrari e il tentativo della maggioranza di limitarne il dibattito con un ‘canguro’ sulle modifiche.
Il testo è ritornato alla Camera per la fase finale, che si prevede piuttosto rapida. Non sono ammesse modifiche e, dopo qualche mese, il provvedimento farà ritorno a Palazzo Madama per la lettura definitiva. La maggioranza ha già previsto di sottoporre la riforma a un referendum popolare, strumento cui si affida per metterla in sicurezza e confermarne il carattere di priorità sul piano politico.
Stallo sulla riforma per l’elezione diretta del premier: i nodi interni del centrodestra frenano il testo
Diversa è la sorte della proposta sulla riforma costituzionale che punta a introdurre l’elezione diretta del premier, un tema discusso da tempo e sostenuto dalla ministra Maria Elisabetta Casellati.
Dopo il primo passaggio positivo in Senato, la legge si è però arenata in commissione Affari costituzionali della Camera, complicata da audizioni lunghe e dai rallentamenti provocati dalle opposizioni.
Il centrodestra stesso ha mostrato segnali di prudenza e frizione interna, preferendo contenere i tempi per evitare ulteriori tensioni durante un periodo delicato. Alla fine, il congelamento della proposta appare una scelta tattica, che di fatto sposta la decisione a dopo l’estate.
Roma Capitale e il riconoscimento dello status speciale: l’avvio della discussione parlamentare
Una legge molto attesa tra le fila della destra è quella che punta a trasformare Roma in una capitale a statuto speciale, garantendole autonomia finanziaria e poteri legislativi propri. Si tratta di un tema letto come simbolico e strategico per l’elettorato romano e nazionale.
Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok a questa proposta da pochi giorni, aprendo la strada all’esame parlamentare che partirà molto probabilmente dalla Camera, dove è presente una proposta simile avanzata dal Partito Democratico.
L’iter durerà diversi mesi e si prevede una discussione accesa con diversi fronti politici coinvolti, dal momento che la misura tocca equilibri delicati tra governo centrale e capitale.
Il fine vita e il suicidio assistito: la lentezza dei lavori e l’accordo per settembre
Il tema del fine vita continua a suscitare dibattiti intensi al Senato, dove è ancorato un disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito. Dopo mesi di discussione inattiva, nel luglio scorso la maggioranza ha cercato di rilanciare con un testo che escludeva ogni ruolo del Servizio Sanitario Nazionale e prevedeva la creazione di un Comitato nominato dal governo.
Il provvedimento si è scontrato con una resistenza forte da parte del centrosinistra, espresso soprattutto tramite emendamenti e posizioni dure. Alla fine si è deciso di rinviare la votazione a settembre, cercando un compromesso bipartisan per l’approdo nell’aula in autunno, con l’intenzione di riaprire il confronto politico in modo meno teso.
Restano in sospeso la legge sul femminicidio e altre proposte di legge tra difficoltà e ritardi
Anche l’iter per la legge sul femminicidio, che introduce il reato e la pena dell’ergastolo, è quasi al termine ma attende ancora il via libera dalla Camera. Il Senato aveva approvato il testo con voto unanime, ma manca l’ultimo passaggio prima della promulgazione.
Altri provvedimenti sono in cantiere ma hanno subito rallentamenti. Tra questi la cosiddetta ‘rottamazione 5’, che prevedeva la rateizzazione di cartelle esattoriali, proposta storica della Lega che attende il via libera della commissione Finanze.
Infine è ancora aperto il dibattito sulla legge sulla caccia, bloccata da oltre mille emendamenti presentati dalle forze di sinistra che complicano l’approvazione rapida.
Con la pausa estiva, dunque, il Parlamento si ferma ma lascia sul tavolo un numero di questioni cruciali che riaccenderanno l’attenzione politica al rientro. Riforme costituzionali, diritti civili e provvedimenti economici saranno al centro del prossimo confronto istituzionale, con molte sfide ancora aperte.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi