Ddl sul fine vita, manca il testo unificato e cresce la tensione in commissione affari sociali al senato
Il dibattito sul ddl fine vita a Palazzo Madama si complica con tensioni tra maggioranza e opposizione, mentre la presentazione del testo unificato è stata annullata e nuove proposte emergono.

Il dibattito sul ddl fine vita a Palazzo Madama è bloccato: manca il testo unificato, le tensioni tra maggioranza e opposizione aumentano, e il voto previsto per luglio rischia di essere affrettato e controverso. - Unita.tv
Il dibattito sul disegno di legge relativo al fine vita si complica a Palazzo Madama. A pochi giorni dall’annuncio della presentazione del testo unificato, i relatori Pierantonio Zanettin e Ignazio Zullo non hanno portato nelle commissioni il testo atteso. Questo ha scatenato uno scontro aperto tra maggioranza e opposizione durante la riunione del comitato ristretto della commissione affari sociali, con alcuni senatori che hanno lasciato l’aula in segno di protesta. Il futuro del ddl resta dunque incerto, con possibili ritardi e difficoltà a trovare un accordo tra le forze politiche coinvolte.
Lo stop alla presentazione del testo unificato e le proteste in commissione
Il 28 maggio 2025, durante la seduta del comitato ristretto della commissione affari sociali, mancava la tanto annunciata presentazione del testo unificato sul ddl fine vita. I relatori Zanettin e Zullo, designati per coordinare i contenuti del provvedimento, non hanno portato avanti l’atto previsto. La decisione ha provocato la reazione immediata di alcuni senatori di opposizione, in particolare del Pd, che hanno accusato la maggioranza di perdere tempo e di evitare qualsiasi confronto sui contenuti del disegno di legge.
Proteste e tensione durante la seduta
Il senatore Alfredo Bazoli del Pd ha dichiarato con nettezza di considerare inutile la riunione se non si entra nel merito. Conseguentemente, si è alzato e ha lasciato l’aula. A seguirlo anche Ilaria Cucchi di Avs, che ha replicato accusando la destra di prendere in giro il Parlamento. In pochi minuti si è creata una tensione palpabile, che ha rallentato ulteriormente il lavoro legislativo, già in affanno per le divisioni interne.
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Intanto Zanettin ha confermato che il testo condiviso non è stato raggiunto e che i lavori andranno avanti senza una bozza comune. La conferenza stampa prevista per illustrare il testo è stata annullata e resta aperta la questione sui tempi di approvazione, mentre la discussione politica sul fine vita continua ad essere assai controversa.
Nuovi sviluppi con la presentazione di un ulteriore ddl da parte di gelmini
Il tema del fine vita si arricchisce di un nuovo elemento, con la presentazione di un ulteriore disegno di legge da parte della senatrice Maria Stella Gelmini, già in corso d’esame nella stessa commissione affari sociali. Questo provvedimento, indicato dallo stesso Zanettin, dovrebbe essere abbinato ai disegni già presenti sul tavolo, creando ulteriore complessità nel dibattito parlamentare.
Difficoltà nella mediazione politica
Il superamento della prima difficoltà – la mancata unificazione del testo – potrebbe dunque non risolvere completamente la situazione, anzi, con più proposte in discussione aumentano le divergenze. Le idee sui contenuti restano molto diverse tra maggioranza e opposizione, con pochi spazi di mediazione riconoscibili. La presenza di più disegni complica il percorso del testo, specie se si considera l’ostilità di alcune forze politiche che preferirebbero un rinvio o il mancato voto.
L’arrivo di Gelmini alza la posta: ora c’è da capire come gestire gli emendamenti che saranno presentati e se ci sarà una sintesi possibile per arrivare a una versione unica del ddl. Sul piano politico, in effetti, non emergono segnali di distensione. E anche il fatto che il testo proposto abbia firmatari diversi non aiuta a ridurre lo scontro.
Il calendario dei lavori e il rischio di un voto affrettato a metà luglio
Il calendario parlamentare prevede la discussione in aula del ddl fine vita intorno a metà luglio, secondo quanto stabilito dalla capigruppo di Palazzo Madama e votato dall’assemblea del Senato. Questa scadenza, però, non convince le opposizioni, che temono una votazione frettolosa su un testo non condiviso.
Alfredo Bazoli resta il primo firmatario del testo del Pd, quello che finora ha raccolto più consensi tra le opposizioni, ma l’ipotesi che la maggioranza possa bocciarlo non è esclusa. La frattura nella maggioranza, già evidente nelle commissioni, rischia di saltare fuori in aula, con possibili ripercussioni sui tempi e sulle modalità del voto.
Possibile forzatura nelle modalità di voto
Il rischio di una forzatura è concreto. Le opposizioni lo denunciano da settimane e la mancata presentazione del testo unificato ha rafforzato questa percezione. A quel punto, la discussione in aula potrebbe trasformarsi in un confronto aspro, con maggioranze fragili e gruppi parlamentari divisi al proprio interno.
L’assenza di un testo condiviso, unita alla presenza di più ddl concorrenti, rende difficile prevedere l’esito finale. Il tema del fine vita resta uno dei più delicati e divisivi, e a due mesi dal voto sembra non esserci ancora una strategia chiara per portare a termine l’iter parlamentare in maniera lineare. La situazione è seguita con attenzione da media e opinione pubblica, e ogni mossa sarà decisiva per lo stato del dibattito nel paese.