Dazi sulle auto: la decisione di Trump e le reazioni internazionali
Il presidente Donald Trump annuncia dazi del 25% sulle automobili importate, a partire dal 2 aprile 2025, scatenando reazioni forti da leader mondiali come Ursula von der Leyen e Mark Carney.

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Il 26 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato una misura che potrebbe avere un impatto significativo sull’industria automobilistica globale. Durante una conferenza stampa, Trump ha dichiarato l’imposizione di dazi del 25% su tutte le automobili importate, una decisione che ha suscitato reazioni immediate e forti da parte di diversi leader mondiali, compresi quelli dell’Unione Europea, del Giappone e del Canada. Questo provvedimento, che entrerà in vigore il 2 aprile, non solo colpirà le case automobilistiche estere, ma avrà anche ripercussioni sulle aziende americane che assemblano veicoli all’estero.
La decisione di Trump e le sue motivazioni
Durante la conferenza stampa, Trump ha descritto la misura come “l’inizio della liberazione dell’America“, sottolineando la necessità di proteggere i posti di lavoro e la ricchezza nazionale. Il presidente ha affermato che i dazi sono permanenti e mirano a incentivare i produttori automobilistici a investire negli Stati Uniti. Ha dichiarato: “Se fabbricheranno le auto negli Stati Uniti, non ci saranno dazi”. Questa strategia è stata presentata come un modo per riequilibrare il mercato automobilistico, che Trump ha definito ingiusto nei confronti delle esportazioni americane.
L’impatto di questa decisione è significativo, considerando che nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato prodotti automobilistici per un valore di 474 miliardi di dollari, di cui 220 miliardi solo per autovetture. I principali fornitori di automobili per gli Stati Uniti includono paesi come Messico, Giappone, Corea del Sud, Canada e Germania, tutti alleati strategici degli Stati Uniti. La mossa di Trump ha quindi il potenziale di alterare profondamente le dinamiche commerciali tra queste nazioni.
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Le reazioni internazionali
La risposta alla decisione di Trump è stata immediata e variegata. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha espresso il suo rammarico per l’imposizione dei dazi, sottolineando che l’industria automobilistica è fondamentale per l’innovazione e l’occupazione in Europa. Ha annunciato che l’Unione Europea valuterà le misure da adottare in risposta, mantenendo aperta la possibilità di ritorsioni commerciali. Von der Leyen ha dichiarato: “L’UE continuerà a cercare soluzioni negoziate, proteggendo i propri interessi economici”.
Il primo ministro canadese, Mark Carney, ha adottato un tono più deciso, affermando che il Canada difenderà i propri lavoratori e aziende. Carney ha descritto la decisione di Trump come un attacco diretto, promettendo una risposta unitaria da parte del Canada. Anche il primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha chiesto che le misure non colpiscano il Giappone, avvertendo che tutte le opzioni sono sul tavolo per una possibile ritorsione.
Impatti economici e commerciali
L’imposizione dei dazi avrà ripercussioni significative non solo per le aziende automobilistiche, ma anche per i consumatori. Secondo i dati dell’agenzia di stampa Reuters, l’Unione Europea ha importato automobili dagli Stati Uniti per un valore di quasi 10 miliardi di euro nel 2023, mentre ha esportato veicoli per oltre 40 miliardi di euro. I tre principali paesi esportatori di automobili e componenti negli Stati Uniti sono Germania, Italia e Francia.
Nel dettaglio, la Germania ha importato auto per circa 7,8 miliardi di euro, esportandone per oltre 23 miliardi. L’Italia ha importato veicoli per circa 70 milioni di euro, mentre le esportazioni si sono attestate a circa 4,7 miliardi. La Francia, infine, ha importato auto per circa 46 milioni di euro, con esportazioni di circa 293 milioni.
Questi dati evidenziano l’importanza delle relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e i paesi europei, rendendo la decisione di Trump un potenziale punto di crisi nelle relazioni internazionali. Le conseguenze economiche di questa misura potrebbero estendersi ben oltre il settore automobilistico, influenzando l’intera economia globale.