Daniele Porena è il nuovo membro laico del Consiglio superiore della magistratura. La sua elezione, decisa dal Parlamento in seduta comune, arriva dopo un voto combattuto e l’intervento decisivo del centrodestra. Porena, professore e avvocato di Teramo, entra in un momento delicato, con il rapporto tra politica e magistratura sotto forte tensione e la riforma della giustizia che tiene banco. La sua nomina segue di pochi mesi l’uscita di scena di Rosanna Natoli, anche lei legata al centrodestra.
Tre votazioni e molta attesa: come il centrodestra ha spinto Porena in cima
Il Parlamento ha impiegato tre tentativi per scegliere il successore di Rosanna Natoli, che si è dimessa a giugno 2024. Le prime due votazioni sono finite a vuoto, con molti voti bianchi. Al terzo turno, quello decisivo, serviva la maggioranza qualificata di tre quinti e Porena ha raccolto 333 preferenze, ben oltre il quorum di 287. Ci sono state anche 123 schede bianche e 21 nulle.
La svolta è arrivata quando il centrodestra, che all’inizio aveva deciso di non indicare un candidato, ha cambiato idea e ha puntato su Porena. Dietro questa scelta c’è una strategia precisa: rafforzare la loro presenza negli organismi che controllano la magistratura. Le tensioni iniziali al voto mostrano quanto ancora sia delicato e conteso il ruolo del consigliere laico in un momento così teso per la politica.
Daniele Porena, tra aula universitaria e aule di tribunale
Classe 1976, nato a Teramo, Porena ha costruito la sua carriera tra diritto pubblico, insegnamento e pratica legale. Dal 2018 è professore a Perugia, dove insegna Istituzioni di diritto pubblico. Ha anche tentato la scalata al rettorato e ha diretto un centro interuniversitario giuridico.
Sul fronte legale, lavora come avvocato dal 2009, specializzato in diritto civile e amministrativo nel foro di Perugia. In passato ha avuto un’esperienza politica locale: è stato consigliere comunale a Perugia per Alleanza Nazionale. È ben visto tra i partiti del centrodestra e spesso chiamato come esperto nelle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, soprattutto su questioni di giustizia.
Tra politica e magistratura: la partita difficile che lo aspetta
Porena entra nel Csm in un momento complicato. La riforma della giustizia è al centro del dibattito politico e ha spaccato non solo i partiti, ma anche l’opinione pubblica. Il Consiglio superiore della magistratura è sotto pressione, chiamato a bilanciare autonomia e responsabilità in un clima incandescente.
Il caso della sua predecessora, Rosanna Natoli, mette in luce la tensione che attraversa l’istituzione. Natoli si è dimessa dopo la sospensione decisa dal plenum del Csm nel settembre 2024, una decisione confermata dal Tar del Lazio. Il caso riguardava una chiavetta USB con la registrazione di un incontro tra Natoli e un giudice sotto procedimento disciplinare, coinvolgendo anche l’avvocato Carlo Taormina.
Tutto questo fa capire quanto il ruolo di Porena sarà sotto la lente d’ingrandimento. Sarà interessante vedere come navigherà tra politica e magistratura, un nodo cruciale per il futuro delle istituzioni italiane nel 2025.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Davide Galli