Negli ultimi giorni, una mappa controversa ha fatto il suo ingresso online, rivelando i nomi e gli indirizzi dei proprietari di Tesla negli Stati Uniti. Questo fenomeno ha suscitato preoccupazioni e polemiche, alimentando una vera e propria caccia alle streghe contro chi possiede un veicolo della casa automobilistica fondata da Elon Musk. L’obiettivo di queste azioni sembra essere quello di danneggiare l’immagine dell’azienda e dei suoi clienti, creando un clima di intimidazione e paura.
Proteste e atti vandalici contro Tesla
Negli Stati Uniti, le manifestazioni contro Tesla si stanno intensificando, con episodi di violenza che hanno coinvolto sia atti vandalici che proteste pacifiche. Alcuni manifestanti hanno lanciato molotov contro le concessionarie Tesla, mentre altri hanno scelto di esprimere il loro dissenso attraverso cartelli e slogan. In un caso estremo, è stata registrata una sparatoria contro uno showroom della nota casa automobilistica, evidenziando il clima di tensione che circonda il marchio.
Questi eventi non sono isolati, ma parte di un trend crescente di aggressività nei confronti dei proprietari di Tesla. La pubblicazione della mappa ha ulteriormente alimentato questo clima, facilitando atti vandalici e intimidazioni nei confronti di chi possiede un veicolo Tesla. Il sito Dogequest ha reso disponibile una mappa interattiva che mostra i nomi, i numeri di telefono e gli indirizzi dei proprietari di Tesla, rendendo queste informazioni accessibili a chiunque.
La mappa di Dogequest e il rischio di doxxing
La mappa pubblicata su Dogequest ha suscitato indignazione per il suo contenuto e per il modo in cui è stata progettata. Gli utenti possono navigare sulla mappa utilizzando un cursore a forma di bottiglia incendiaria, un chiaro riferimento agli atti vandalici. Questo approccio rappresenta una forma di doxxing, che implica la divulgazione di informazioni personali senza il consenso degli interessati, spesso con intenti intimidatori.
Sebbene la mappa non includa tutti i proprietari di Tesla, presenta comunque circa 1.600 indirizzi, un dato che, nelle mani sbagliate, può rivelarsi estremamente pericoloso. Le informazioni contenute nella mappa possono essere utilizzate per atti di vandalismo o intimidazione, mettendo a rischio la sicurezza dei proprietari di Tesla.
Reazioni e implicazioni legali
La pubblicazione della mappa ha attirato l’attenzione di diverse autorità, tra cui Pam Bondi, procuratrice generale degli Stati Uniti, che ha definito l’atto come “terrorismo interno“. Elon Musk ha ripreso queste dichiarazioni, sottolineando la gravità della situazione attraverso i suoi canali social.
Nonostante i proprietari di Dogequest abbiano cercato di prendere le distanze da qualsiasi atto vandalico, affermando che la mappa non incoraggia tali comportamenti, il loro legame con il No Trace Project, un sito che fornisce strumenti per agire senza essere scoperti, solleva interrogativi sulla loro reale intenzione. La mappa è attualmente oscurata, ma la sua duplicazione è semplice, il che significa che potrebbe riemergere in altre forme.
Vandalismi anche in Europa
Il fenomeno degli atti vandalici contro Tesla non si limita agli Stati Uniti. Anche in Europa, in particolare a Milano, sono stati segnalati episodi di vandalismo. Un gruppo di attivisti di AntiFa è stato immortalato mentre danneggiava una Tesla parcheggiata, dimostrando che la tensione nei confronti del marchio si sta diffondendo anche oltre l’oceano.
La situazione attuale rappresenta una sfida significativa per Tesla e per i suoi proprietari, che si trovano a dover affrontare non solo il rischio di atti vandalici, ma anche un clima di ostilità crescente. La questione solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sui limiti della protesta, evidenziando la necessità di un dibattito pubblico su come gestire tali situazioni in modo costruttivo e sicuro.
Ultimo aggiornamento il 5 Maggio 2025 da Luca Moretti