
A Roma si svolge un corteo organizzato da Pd, M5S e Avs per protestare contro le violenze a Gaza, con interventi di leader politici e attivisti, mentre le autorità garantiscono la sicurezza; l’iniziativa suscita critiche da parte di alcune comunità e gruppi palestinesi. - Unita.tv
A roma si svolge oggi un corteo organizzato da Pd, M5S e Avs per protestare contro le violenze a Gaza. La manifestazione coinvolge diverse realtà a favore dei palestinesi, con la partecipazione di associazioni e cittadini da varie regioni italiane. Le autorità hanno predisposto un piano di sicurezza per prevenire disordini e controllare le eventuali azioni delle frange più radicali presenti nel corteo.
Il percorso del corteo e le misure di sicurezza in città
La partenza è fissata per le ore 14 da piazza Vittorio, da cui i manifestanti si muoveranno verso porta San Giovanni, attraversando il centro di roma. Il percorso è posto sotto stretto controllo delle forze dell’ordine. Polizia e carabinieri monitorano le strade, le fermate della metro e i caselli autostradali interessati dagli arrivi dei partecipanti. Solo dalla toscana sono previsti 13 pullman organizzati dal Pd regionale, a testimonianza della vasta mobilitazione nazionale.
Le autorità hanno disposto deviazioni al traffico e chiusure temporanee delle strade lungo il tragitto per garantire la sicurezza e agevolare lo svolgimento del corteo. Il comitato per l’ordine pubblico, riunito in prefettura, ha elaborato un piano dettagliato, aggiornato durante il tavolo tecnico in questura. L’attenzione è alta in particolare verso possibili blitz o manifestazioni indipendenti che potrebbero interrompere il flusso civile della protesta.
Interventi e presenza di personalità durante la manifestazione
L’evento, oltre a essere un momento di protesta, ospita vari interventi sul palco allestito a piazza Vittorio. Sono previsti discorsi dei leader dei partiti promotori: Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein. A questi si uniscono testimonianze di giornalisti e attivisti. Tra i nomi segnati compaiono Rula Jebreal, Gad Lerner e Anna Foa, figure riconosciute per il loro ruolo nel dibattito pubblico su Medio Oriente e diritti umani.
Non mancheranno rappresentanti della comunità palestinese e israeliana con posizioni critiche verso il conflitto. Interverranno Abubaker Abed, giornalista palestinese, e Iddo Elam, giovane israeliano che ha rifiutato di svolgere il servizio militare. Sono attesi anche Atef Abu Saif, ex-ministro palestinese di Al-Fatah, e Feroze Sidhwa, un medico chirurgo che ha lavorato a Gaza e testimoniato alle Nazioni Unite sulle condizioni nel territorio.
Le critiche dell’unione delle comunità ebraiche italiane
Alla vigilia del corteo, l’unione delle comunità ebraiche italiane ha espresso preoccupazioni per la manifestazione. Il timore principale riguarda il fatto che la protesta si concentri solo a favore dei palestinesi, senza riconoscere il punto di vista e le sofferenze degli israeliani. L’organizzazione ha invitato a mostrare entrambe le bandiere durante gli incontri pubblici, evitando di privilegiare una sola parte.
In particolare, si è detto contrario a chi propone «piani di svuotamento di Gaza dai suoi abitanti», una questione che rischia di esacerbare le tensioni tra le comunità. La richiesta è quella di mantenere una prospettiva equilibrata e rispettosa verso le persone coinvolte nel conflitto, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o politica.
Adesioni e critiche interne alla mobilitazione
Non tutti i palestinesi presenti in città condividono questa iniziativa. Il movimento degli studenti palestinesi ha deciso di non partecipare, definendo la manifestazione tardiva rispetto agli eventi recenti. Hanno criticato la protesta come una manovra politica e non una vera espressione di solidarietà, sostenendo che serva solo a recuperare consenso in vista di consultazioni elettorali.
Il presidente di uno dei partiti promotori, Giuseppe Conte, ha difeso la partecipazione definendola una presa di posizione contro un genocidio. Ha smentito qualsiasi accusa di antisemitismo, giudicando questa definizione come una scusa utilizzata per bloccare il dissenso. Nicola Fratoianni, di Avs, ha confermato che mobilitarsi per Gaza non equivale a odiare gli ebrei, ribadendo che l’accusa di antisemitismo verso gli organizzatori è ingiusta e infamante.