Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha lanciato un duro attacco all’esecutivo italiano, dopo le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto sul conflitto israelo-palestinese. Per Conte, la posizione del governo finora è stata debole e insufficiente di fronte a una situazione gravissima. Al centro del dibattito c’è la responsabilità politica dell’Italia di fronte alle violenze e ai morti in Palestina. Conte chiede fatti, non solo parole, e una presa di posizione chiara e decisa.
Conte risponde a Crosetto: “Parlate Troppo Tardi”
Dopo quasi due anni di guerra, il ministro Crosetto ha definito in un’intervista a La Stampa la condotta di Israele “priva di ragione e umanità” e ha parlato della necessità di mettere pressione su Netanyahu. Immediata la replica di Conte, che su Facebook ha sottolineato come queste parole arrivino con grande ritardo. Dove era il governo, si chiede il leader pentastellato, mentre si consumava quella che definisce una strage con oltre 60 mila vittime palestinesi, tra cui 18 mila bambini?
Conte accusa Crosetto e la maggioranza di essere rimasti a guardare, senza fare nulla, anche mentre venivano uccisi giornalisti e operatori sul campo. Il suo intervento punta a mettere in luce il divario fra le parole di oggi e il silenzio di ieri, tra indifferenza e mancanza di azioni concrete. Per Conte non basta commentare: è necessario assumersi la responsabilità di una complicità di fatto, frutto di sostegno o semplice disinteresse.
La richiesta di Conte: basta parole, servono azioni
Nel suo post, Conte invita il governo a passare dalle parole ai fatti. Il suo appello è diretto soprattutto a Giorgia Meloni, affinché prenda una posizione netta contro le azioni del governo israeliano guidato da Netanyahu, che definisce “amico” ma anche responsabile di un “genocidio”. Di fronte alla peggiore crisi umanitaria degli ultimi tempi, Conte indica alcune misure concrete.
Prima di tutto, chiede di cancellare il memorandum di cooperazione militare tra Italia e Israele. Secondo lui, quell’accordo è un sostegno indiretto alle operazioni israeliane e va eliminato. Poi, sollecita Roma a spingere in Europa per un embargo totale sulle armi verso Israele o che provengano da Israele. Infine, propone di imporre sanzioni economiche contro Netanyahu e i suoi alleati, per fare pressione e fermare le offensive militari.
Queste richieste segnano una svolta netta, più dura rispetto alla linea finora adottata dalla maggioranza. Conte vuole che alle parole seguano gesti concreti, capaci di cambiare la situazione sul terreno e difendere i diritti umani e il diritto internazionale.
Italia sotto i riflettori: il peso delle responsabilità
Da mesi il conflitto israelo-palestinese ha scatenato una crisi umanitaria con migliaia di morti, soprattutto civili a Gaza. Le operazioni militari israeliane sono al centro delle critiche internazionali. In questo quadro, il governo italiano è finito nel mirino per la sua riluttanza a condannare apertamente le violenze.
Per il Movimento 5 Stelle, la posizione della maggioranza equivale a un appoggio implicito a Tel Aviv. La protesta di Conte si inserisce in questo scenario e chiede un cambio di rotta. L’obiettivo è rompere con anni di indifferenza e di sostegno politico e militare.
Il ruolo dell’Italia in Europa è decisivo: può influenzare le decisioni comunitarie su embargo e sanzioni. Conte invita Roma a farsi sentire di più in Ue, per imporre vincoli duri al governo israeliano e fermare la guerra, limitando altre vittime.
Lo scontro politico nel governo resta acceso. Crosetto sembra voler cambiare passo rispetto alla linea diplomatica finora seguita, ma per Conte è troppo tardi, soprattutto senza un seguito concreto.
Il dibattito resta aperto. La politica italiana deve chiarire quali strumenti vuole mettere in campo per affrontare una crisi che ha raggiunto dimensioni drammatiche sul piano umano.
Ultimo aggiornamento il 11 Agosto 2025 da Serena Fontana