Il dibattito sulla morte volontaria medicalmente assistita torna al centro dell’agenda politica con una svolta decisiva da parte del centrodestra. Dopo mesi di incertezze e ritardi, la maggioranza ha raggiunto un accordo su una linea da seguire, annunciata al termine di una riunione a Palazzo Chigi. Il tema è delicato e complesso, coinvolgendo aspetti etici, sanitari e istituzionali. L’intenzione è quella di far arrivare un testo in aula al Senato già nelle prossime settimane, aprendo così un confronto che potrebbe chiudersi entro l’estate.
Riunione di maggioranza e protagonisti della sintesi politica
Il 10 giugno 2025 la maggioranza di centrodestra si è incontrata a Palazzo Chigi, luogo simbolo delle decisioni esecutive, per affrontare l’argomento della morte volontaria medicalmente assistita. Alla riunione hanno partecipato alti esponenti del governo e della maggioranza parlamentare, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Presenti anche i ministri della Giustizia Carlo Nordio, della famiglia Eugenia Roccella e i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Al tavolo erano seduti anche figure chiave come Franco Zaffini, presidente della Commissione Affari Sociali, e Maurizio Lupi, leader di Noi moderati.
Questo incontro ha avuto il compito di trovare un’intesa sul percorso da seguire per l’approvazione del provvedimento, mettendo in campo un testo che potesse raccogliere il consenso all’interno della maggioranza e rispettare la cornice giuridica indicata dalla Corte costituzionale. La decisione è stata quella di portare avanti un progetto di legge che si possa discutere già martedì 17 giugno, data in cui è previsto il confronto in un comitato ristretto delle Commissioni Affari Sociali e Giustizia del Senato, già impegnato nell’esame di cinque diversi disegni di legge sul tema.
Percorso parlamentare e nodi del disegno di legge
Dal dicembre 2024 il Comitato ristretto del Senato lavora sui diversi testi presentati, con l’obiettivo di arrivare a un testo unificato da sottoporre all’aula. Tra i documenti in discussione c’è anche quello firmato da Alfredo Bazoli del Pd, sostenuto interamente dall’opposizione. I lavori sono stati rallentati da alcune difficoltà tecniche e politiche, soprattutto dopo gli annunci alternati dei relatori Pierantonio Zanettin e Ignazio Zullo che più volte hanno rinviato la presentazione del testo unico.
Il dibattito si è concentrato su alcuni nodi fondamentali: le cure palliative, la partecipazione del Servizio Sanitario Nazionale, il ruolo delle regioni e la possibile istituzione di un comitato etico. Ogni punto ha suscitato discussioni approfondite perché tocca aspetti sensibili della legislazione e della coscienza pubblica. La maggioranza sembra ora orientata a puntare sulle cure palliative come fulcro del provvedimento e anche sulla definizione precisa dei ruoli sanitari e istituzionali coinvolti.
Posizioni divergenti e confronto tra maggioranza e opposizione
Mentre alcuni esponenti della maggioranza, come Antonio Tajani, hanno ribadito la necessità di rispettare i dettami della Corte costituzionale e hanno negato la possibilità di parlare di suicidio assistito, sottolineando l’importanza delle cure palliative, Matteo Salvini si è mantenuto più cauto e ha preferito non approfondire la posizione della Lega, usando un tono prudente davanti ai cronisti.
Il settore delle cure palliative ha ottenuto attenzione anche dalla Conferenza episcopale italiana, che ha mostrato apprezzamento per la scelta della maggioranza di inserire nel testo norme a tutela del malato e della sua dignità. Monsignor Francesco Savino ha commentato che “partire da questo punto costituisce una base solida.”
Dall’altra parte, l’opposizione si è mostrata critica e ha espresso timori su un possibile approccio forzato da parte della maggioranza alla legge, parlando di imposizione e mancanza di rispetto per la libertà di coscienza dei parlamentari. Le dichiarazioni di Alfredo Bazoli, e dei capigruppo Stefano Boccia , Stefano Patuanelli e Peppe De Cristofaro mettono in guardia dalle pressioni e annunciano una battaglia parlamentare sul provvedimento.
Le prossime tappe e calendario parlamentare
La volontà del centrodestra è quella di accelerare la discussione e arrivare a una proposta di legge coerente da presentare al comitato ristretto già il 17 giugno 2025. A quella data si concentreranno le prime decisioni operative per il futuro del testo. Nel calendario del Senato, l’argomento è previsto per l’aula il 17 luglio, un momento decisivo per verificare il consenso nell’assemblea e capire se e come la legge potrà avanzare.
Il percorso parlamentare sarà probabilmente segnato da confronti serrati e da un lavoro di limatura sugli ultimi dettagli normativi. La delicatezza del tema e il richiamo ai principi costituzionali faranno da guida nelle scelte politiche e legislative da qui all’approvazione, prevista forse prima della pausa estiva.
Lo snodo politico aperto da questa fase potrà determinare gli scenari futuri per una normativa attesa da diverse realtà sociali e dalla stessa giurisprudenza. I prossimi giorni offriranno il quadro più chiaro sul grado di unità della maggioranza e sulle ragioni di eventuali frizioni, in un dibattito che si annuncia denso e complesso.