La Camera dei deputati chiude il bilancio 2024 con un avanzo di 45,3 milioni di euro, come emerge dalla relazione del collegio dei questori. Le entrate si aggirano intorno a 1,3 miliardi, mentre le spese si fermano a 1,2 miliardi. In aula si è già aperta la discussione sul consuntivo e sul bilancio 2025, che sarà votato nei prossimi giorni. Un risultato positivo, che arriva nonostante il peso dei rincari sulle bollette e la crescita dei costi pensionistici per deputati e personale.
Montecitorio in utile: un bilancio che regge nonostante le difficoltà
Nel 2024 la Camera ha chiuso con un saldo economico in crescita: 45,3 milioni in avanzo, frutto di entrate attorno a 1,3 miliardi e spese contenute entro 1,2 miliardi. Il collegio dei questori sottolinea come la gestione finanziaria resti solida, un dato che si conferma anno dopo anno. Un risparmio che spicca soprattutto se confrontato con gli anni scorsi, nonostante l’aumento dei costi dell’energia che ha messo a dura prova i conti.
Il risparmio riguarda soprattutto la spesa di funzionamento, escludendo i trattamenti pensionistici. Queste spese sono salite di soli 1,7 milioni rispetto al 2023, un aumento tutto sommato contenuto, considerando il periodo. I questori hanno evidenziato come la prudenza nelle previsioni di spesa, soprattutto per il caro bollette, abbia evitato squilibri eccessivi.
Il bilancio complessivo resta quindi in equilibrio e rappresenta una base solida per affrontare le future spese della Camera, che dovranno fare i conti con la pressione crescente delle pensioni e dei costi energetici.
Energia, il tallone d’Achille: bollette da 7,5 milioni
Le spese per energia pesano parecchio nel bilancio di Montecitorio. Nel 2024 la bolletta è stata di 6,5 milioni per l’elettricità e circa 1 milione per il gas. Cifre importanti, gestite però senza subire aumenti troppo drastici. Resta però un capitolo da tenere d’occhio nei prossimi anni.
I rincari energetici si fanno sentire anche negli altri rami del Parlamento e nelle istituzioni pubbliche italiane, ma a Montecitorio si è cercato di limitarne l’impatto grazie a una gestione attenta e al contenimento di altre spese. Nel bilancio 2025 la voce bollette rimarrà alta, segno che il problema non è alle spalle.
Va detto che il risultato positivo del 2024 tiene conto proprio di queste difficoltà: senza i maggiori costi dell’energia, l’avanzo sarebbe stato ancora più consistente. Il quadro resta dunque delicato. La Camera dovrà valutare come affrontare eventuali nuovi aumenti.
Pensioni, la spesa cala nel 2024 ma torna a salire
Le pensioni pesano nei conti di Montecitorio. Nel 2024 la spesa è scesa di 4 milioni, soprattutto per via di alcuni deputati e personale andati in pensione. Ma per i prossimi due anni è previsto un aumento graduale e costante.
Nel 2026 la spesa pensionistica dovrebbe arrivare a circa 11,4 milioni, con un aumento del 2,5% rispetto al 2025. L’anno dopo, nel 2027, si prevede un ulteriore incremento al 12,8 milioni, pari al 2,7% in più. Questi numeri sono in linea con le previsioni del Documento di finanza pubblica per il 2025.
Nonostante la crescita, la Camera mantiene costi pensionistici più bassi rispetto ad altri settori pubblici. Tuttavia, questa voce continuerà a rappresentare una sfida per la gestione economica di Montecitorio almeno nel medio termine.
Indennità e rimborsi: tagli confermati fino al 2027
La spesa per deputati resta stabile nel triennio 2025-2027, grazie soprattutto ai tagli su indennità e rimborsi decisi dall’ufficio di presidenza. Senza queste misure, la spesa per il 2025 avrebbe superato i 32 milioni.
La decisione di non aumentare le indennità ha acceso tensioni politiche. Il Movimento 5 Stelle spinge per ulteriori riduzioni. In aula, la deputata Gilda Sportiello ha annunciato un ordine del giorno per chiedere nuovi tagli e l’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari, un tema caro al M5S.
Questi contrasti restano un elemento importante nelle discussioni sul bilancio, ma al momento le misure restrittive rimangono in vigore, confermando un atteggiamento prudente nella gestione delle risorse pubbliche.
Dotazione invariata dal 2013: il peso dell’inflazione
Uno dei punti chiave del bilancio riguarda la dotazione annuale assegnata alla Camera per il triennio 2025-2027. Resta ferma a 943,16 milioni di euro all’anno, la stessa cifra fissata con il taglio di 50 milioni deciso nel 2013.
Questo significa che, nonostante l’aumento dei prezzi e l’inflazione degli ultimi anni, la Camera ha mantenuto questa cifra senza aumenti. Di conseguenza, il potere d’acquisto è diminuito, complicando la gestione interna.
Il collegio dei questori sottolinea come questo blocco delle risorse sia un segnale di rigore. Allo stesso tempo, però, la pressione dell’inflazione richiede scelte attente e ben bilanciate.
La spesa complessiva nel 2025 si aggirerà intorno a 980 milioni, il livello più basso degli ultimi vent’anni. Il confronto con il passato conferma un contenimento dei costi, soprattutto per deputati e personale.
Nel complesso, la gestione economica della Camera punta a mantenere stabilità. E questo, anche di fronte a voci di spesa che negli ultimi anni hanno pesato più del previsto sul bilancio pubblico.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Serena Fontana