A Genova, questa mattina, si è svolta una manifestazione sotto la sede del consiglio regionale della Liguria. Gruppi di attivisti hanno esposto bandiere palestinesi e organizzato un flash mob per denunciare le violenze nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. L’evento è stato promosso da Assopace Palestina e dall’associazione Liguria-Palestina con il sostegno di alcune forze consiliari di minoranza.
Il flash mob a genova: corpi a terra e suoni di bombardamenti per denunciare i massacri
La protesta ha preso forma attraverso un flash mob molto simbolico. Alcuni partecipanti si sono stesi a terra coperti da teli bianchi mentre in sottofondo venivano diffusi suoni registrati che riproducevano bombardamenti. Questa rappresentazione visiva ha voluto richiamare l’attenzione sulle vittime civili delle operazioni militari israeliane nei territori palestinesi.
Significato del cartello mostrato durante la manifestazione
Un cartello mostrava una stretta di mano tra il sindaco Marco Bucci e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnata dalla scritta “Yes, you’re complicit” con le lettere E ed U evidenziate in rosso sangue. Questo messaggio faceva riferimento alla presunta complicità dell’Unione Europea nelle azioni militari tramite accordi politici ed economici.
Le richieste degli attivisti: sospensione degli accordi con israele e sanzioni contro netanyahu
Maria Di Pietro, referente ligure di Assopace Palestina, ha sottolineato l’urgenza della situazione parlando dei continui arresti e uccisioni nei villaggi palestinesi della Striscia di Gaza e Cisgiordania. Ha criticato la recente bocciatura della mozione che chiedeva la sospensione dell’accordo d’associazione tra Israele e Unione Europea basandosi sull’articolo 2 che prevede lo stop degli accordi se uno dei firmatari viola il diritto internazionale.
La mozione proponeva anche sanzioni contro Netanyahu definito “criminale” insieme ad altri responsabili delle violenze. Maria Di Pietro ha chiesto al presidente del consiglio regionale Marco Bucci un impegno simile a quello dimostrato da altre regioni italiane come Emilia-Romagna, Puglia, Toscana e Sardegna nel bloccare gli accordi internazionali con Israele per condannare apertamente quanto avviene sul territorio palestinese.
Reazioni e posizioni politiche locali
La richiesta degli attivisti si inserisce nel più ampio dibattito riguardante la politica estera italiana e la posizione del paese rispetto al conflitto israelo-palestinese, con particolare attenzione alle conseguenze umanitarie nella regione.
L’appello dall’associazione liguria-palestina: pressione dal basso per cambiare la politica italiana
Karim Hamarneh, presidente dell’associazione Liguria-Palestina, ha ricordato come da 21 mesi i governi non siano riusciti a trovare soluzioni concrete alla crisi umanitaria nella regione mediorientale dove ogni giorno si contano decine di morti civili. Hamarneh ha spiegato che gli attivisti palestinesi nel mondo cercano coinvolgere sempre più persone nella società civile affinché esercitino pressione sui governi nazionali perché intervengano realmente sulla questione.
Critiche verso i poteri israeliani e statunitensi
Ha inoltre ribadito il rifiuto totale verso qualsiasi forma d’arroganza esercitata dai poteri israeliani o statunitensi che impediscono progressi diplomatici efficaci. Il suo appello riguarda non solo la causa palestinese ma anche quella dei popoli oppressi ovunque nel mondo desiderosi semplicemente di vivere senza conflitti o repressione sistematica.