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Attacco Alla Chiesa Della Sacra Famiglia a Gaza scuote la politica italiana: reazioni e tensioni sul memorandum con Israele

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Attacco alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, tensioni nella politica italiana sul memorandum con Israele. - Unita.tv
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Il bombardamento israeliano che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza ha acceso un duro dibattito in Italia tra esponenti del governo e dell’opposizione. Le reazioni del premier e dei ministri si mescolano con le critiche di partiti e movimenti. Nel frattempo l’Aula della Camera ha respinto la mozione per sospendere il memorandum militare con Israele, aumentando la tensione politica sul coinvolgimento italiano nella crisi in Medio Oriente.

Le parole forti della premier meloni e dei ministri sulla situazione a Gaza

Il governo italiano ha reagito con parole nette all’attacco Israele che ha danneggiato la chiesa della Sacra Famiglia, simbolo importante nella Striscia di Gaza. Giorgia Meloni ha definito “inaccettabili” gli attacchi contro i civili, sottolineando che nessuna azione militare può giustificare simili violenze. Dal suo punto di vista, il modo in cui Israele sta operando rischia di ferire profondamente la comunità internazionale e la società civile locale.

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha usato termini duri per descrivere l’assedio che ha segnato gli ultimi mesi nella Striscia. Ha parlato di “situazione disumana, straziante e orribile”, mettendo in evidenza il dolore che colpisce gli abitanti di Gaza. Allo stesso tempo, il titolare della Farnesina Antonio Tajani ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo israeliano Gideon Saar, ribadendo la forte condanna per l’ultimo attacco. Tajani ha chiesto chiarezza sulle responsabilità e ha ribadito che l’Italia vede la situazione come intollerabile e auspica uno stop ai combattimenti per tentare di riportare la pace.

Le manifestazioni di cordoglio e preoccupazione sono arrivate anche dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha definito “inammissibile” il continuo coinvolgimento dei civili nei bombardamenti, evidenziando che anche luoghi di culto, come la chiesa colpita, non devono essere messi a rischio. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso solidarietà alla comunità cristiana e a Padre Romanelli, ferito durante l’attacco, ma ha anche inviato un invito alla responsabilità, chiedendo una reazione più pronta da tutti i soggetti coinvolti.

La divisione politica tra condanne di governo e accuse dell’opposizione a meloni

Nonostante la condanna per l’attacco sia stata espressa da varie figure politiche di entrambi gli schieramenti, il dibattito si è subito polarizzato sul ruolo del governo Meloni. Mentre Meloni e alcuni esponenti di centrodestra si sono concentrati sulle parole di biasimo verso Israele, le forze di centrosinistra e sinistra hanno attaccato la premier per ciò che considerano un atteggiamento insufficiente, soprattutto in relazione al memorandum militare siglato con Israele.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha criticato la sola condanna verbale definendola insufficiente. Ha chiarito che finché non si bloccherà il primo ministro israeliano Netanyahu, questa escalation di violenze continuerà senza fermarsi. Per Schlein occorrono azioni concrete e non solo parole, sottolineando che il governo italiano non sta esercitando la pressione necessaria nei confronti dello Stato israeliano.

Anche i leader di M5s e di Avs hanno aumentato la pressione, puntando il dito contro il governo e accusandolo di complicità. Giuseppe Conte ha definito “indecenti” le dichiarazioni del governo e ha lamentato la mancata sospensione del memorandum militare. Angelo Bonelli di Avs ha sottolineato come il silenzio e l’azione timida di Meloni abbiano permesso che continuassero raid difficilmente giustificabili, compresi quelli che hanno preso di mira edifici religiosi. Le accuse puntano alla mancanza di sanzioni e a un atteggiamento ritenuto troppo morbido nei confronti di Israele.

L’aula della camera respinge la sospensione del memorandum militare con Israele

Nelle ore in cui emergevano i dettagli dell’ultimo raid, l’Aula della Camera ha votato per respingere la mozione presentata da Pd, M5s e Avs che chiedeva la sospensione del memorandum d’intesa in materia militare fra Italia e Israele. Questa risoluzione mira a fermare ogni cooperazione militare con Israele come segnale di protesta contro gli attacchi nella Striscia di Gaza. La bocciatura era già prevista, ma ha suscitato duri commenti tra le file dell’opposizione.

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha accusato pesantemente il governo Meloni di ipocrisia, sostenendo che dopo mesi di silenzio e oltre 60 mila vittime palestinesi non sono più accettabili parole vuote. Le dichiarazioni del governo dal suo punto di vista risultano tardive e insufficienti, e Conte ha ribadito la richiesta di stracciare il memorandum come atto di discontinuità concreta.

Anche Angelo Bonelli ha commentato negativamente la scelta di non sospendere l’accordo militare, definendo “complice” il governo per la mancata applicazione di sanzioni o altre misure concrete. Il tema del memorandum rappresenta dunque un nodo centrale nel dibattito politico italiano legato all’escalation in Medio Oriente, toccando delicati rapporti diplomatici e questioni di politica estera.

La mozione modificata di Italia viva garantisce controlli sulle esportazioni di armamenti

Mentre il testo originale della mozione era stato respinto, una versione riformulata da Italia Viva ha ottenuto il via libera dall’Aula di Montecitorio. Questa mozione sottolinea la necessità di verificare che esportazioni di materiali bellici rispettino la Costituzione italiana, gli impegni internazionali e norme che vietano la proliferazione di armi.

L’attenzione si concentra anche sulla sicurezza dello Stato e sul mantenimento di rapporti positivi con altri Paesi, inclusa la lotta al terrorismo. Inoltre, si chiede che vengano garantite certezze sulla destinazione finale degli armamenti esportati dall’Italia, in modo da evitare che finiscano in aree di conflitto o a gruppi non autorizzati.

La mozione di Iv configura quindi un passo formale verso una maggiore trasparenza e responsabilità sulle esportazioni militari italiane. L’approvazione indica una volontà di bilanciare la cooperazione internazionale con il rispetto di una linea etica e di sicurezza, chiamata a misurarsi con il quadro complesso del conflitto in Medio Oriente.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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