Il 22 marzo 2025, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è stato interrogato nel tribunale di Caglayan dopo essere stato arrestato mercoledì con l’accusa di corruzione e sostegno a un’organizzazione terroristica. Imamoglu ha respinto le accuse, definendole immorali e prive di fondamento. La situazione ha generato un clima di forte tensione nella capitale turca, con manifestazioni che si sono intensificate in risposta alla detenzione del primo cittadino.
Le accuse contro Ekrem Imamoglu
Ekrem Imamoglu, figura di spicco del Partito Repubblicano del Popolo , è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla legalità e alla trasparenza del processo. Le accuse di corruzione e di sostegno a un’organizzazione terroristica sono state respinte con fermezza dal sindaco, il quale ha dichiarato che tali affermazioni sono destinate a screditare il suo operato e a minare la fiducia dei cittadini. Il suo staff ha comunicato che la decisione sulla custodia di Imamoglu sarà presa dal procuratore, con termini che scadranno il giorno successivo all’interrogatorio.
La reazione della popolazione non si è fatta attendere. In segno di protesta, molti cittadini hanno affollato le strade di Istanbul, esprimendo il loro sostegno al sindaco e opponendosi a quelle che considerano misure repressive da parte del governo. La mobilitazione di massa ha messo in evidenza le tensioni politiche in corso nel paese, con un crescente divario tra le autorità e i cittadini.
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Divieti e restrizioni a Istanbul
In risposta alle manifestazioni, l’ufficio del governatore di Istanbul ha deciso di estendere e inasprire il divieto di assembramenti pubblici. Questa misura, valida fino al 26 marzo, proibisce comizi, dichiarazioni alla stampa, marce, sit-in e distribuzione di volantini. Le autorità hanno anche limitato l’ingresso in città di individui o gruppi sospettati di voler partecipare a manifestazioni non autorizzate, creando un clima di paura e repressione.
Nonostante le restrizioni, migliaia di manifestanti hanno sfidato il divieto, radunandosi davanti all’ufficio del sindaco e al tribunale. La determinazione dei cittadini di esprimere il loro dissenso ha messo in luce la crescente insoddisfazione nei confronti del governo e delle sue politiche. Le manifestazioni hanno attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali, evidenziando la fragilità della democrazia in Turchia.
Le dichiarazioni di Recep Tayyip Erdogan
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha commentato la situazione, accusando i manifestanti di cercare di creare tensione e caos nelle città , in particolare a Istanbul. Durante un discorso in occasione della cena di Iftar, Erdogan ha ribadito la sua posizione sul rispetto della legge, affermando che “la Turchia è un Paese democratico” e che “nulla è al di fuori del campo di applicazione della legge”.
Erdogan ha anche attaccato il Chp, affermando che il partito è “nelle mani di ladri” e accusando i suoi membri di utilizzare il “terrore della piazza” per minare la volontà nazionale. Le sue parole hanno suscitato reazioni contrastanti, con i sostenitori del sindaco che vedono in esse un tentativo di delegittimare le proteste e di mantenere il controllo sulla situazione.
Il presidente ha infine rivolto un appello al leader del Chp, Ozgür Ozel, chiedendo di affrontare la questione della corruzione all’interno del partito e di ripulirlo da coloro che, secondo lui, ne minano la reputazione. La tensione tra il governo e l’opposizione continua a crescere, mentre la popolazione di Istanbul si mobilita per difendere i propri diritti e la propria voce.
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