Il disegno di legge sul femminicidio ha avviato il suo iter legislativo, approdando in commissione Giustizia per un’attenta analisi. Pubblicato sul sito del Senato, il testo è accompagnato da un dossier dell’Ufficio Studi che delinea le principali novità. Tra queste, emerge l’introduzione di una fattispecie autonoma di omicidio, che si distingue per la qualità della vittima, ponendo un forte accento sulla violenza di genere.
Distinzione tra omicidio comune e femminicidio
La nuova normativa introduce un’importante distinzione tra l’omicidio “comune” e il femminicidio. Secondo il ddl, chi provoca la morte di una donna per il semplice fatto di essere tale sarà punito con l’ergastolo. Questa misura mira a colpire con severità i reati motivati dall’odio nei confronti delle donne, sottolineando l’intento di reprimere i loro diritti e le loro libertà. L’obiettivo è quello di garantire una risposta penale più incisiva e di riconoscere la gravità di tali atti, che non possono essere equiparati a omicidi di altra natura.
Modifiche al codice penale e incremento delle pene
Il dossier parlamentare chiarisce che l’articolo 577-bis verrà introdotto nel codice penale per affrontare il fenomeno della violenza di genere. Le pene per reati come maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, mutilazioni genitali, violenza sessuale, stalking e revenge porn subiranno un incremento da un terzo a due terzi se commessi per odio di genere. Questa misura è stata concepita per rendere la risposta penale più forte e per dissuadere comportamenti violenti nei confronti delle donne.
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Novità nel codice di procedura penale
Il ddl femminicidio prevede anche significative modifiche al codice di procedura penale. Tra le novità, spicca l’obbligo di informare la vittima in caso di patteggiamento. Inoltre, il ddl amplia i diritti delle vittime, consentendo loro di presentare memorie, deduzioni e di intervenire durante le udienze. Queste misure sono state pensate per garantire una maggiore protezione delle vittime vulnerabili, in linea con le normative europee.
Riforma del sistema penitenziario e formazione degli operatori
Un altro aspetto fondamentale del ddl riguarda la riforma del sistema penitenziario. Il governo intende aggiornare le procedure per garantire una tutela efficace delle vittime durante l’esecuzione della pena. Sono previsti anche trattamenti specifici per coloro che commettono reati di genere. Inoltre, si prevede un potenziamento della formazione per gli operatori di giustizia, le forze dell’ordine e i servizi sociali, affinché possano affrontare con maggiore competenza e sensibilità le questioni legate alla violenza contro le donne.
Definizione di donna e inclusione delle donne transgender
Il dossier parlamentare affronta anche la delicata questione della definizione di donna, in relazione alla legge sulla rettificazione del sesso anagrafico per le persone transgender. Secondo la normativa attuale, non è necessario un intervento chirurgico per essere riconosciuti come donna, ma è sufficiente aver intrapreso percorsi ormonali e psicologici. Questo aspetto è stato confermato dalla Corte costituzionale con due sentenze.
Il dossier suggerisce di chiarire esplicitamente se la nuova norma includa anche le donne transgender, per evitare ambiguità interpretative e discriminazioni. Si sottolinea l’importanza di specificare l’estensione del riferimento alla persona offesa “in quanto donna”, affinché non vi siano incertezze sull’applicazione del ddl femminicidio nei confronti delle donne trans. La chiarezza in questo ambito è fondamentale per garantire una protezione equa e inclusiva per tutte le vittime di violenza di genere.