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Accordo sui dazi USA-UE: le reazioni dell’Italia e le implicazioni per il commercio e le relazioni internazionali

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Dazi USA-UE, l’Italia commenta l’intesa e le sue conseguenze globali. - Unita.tv
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L’intesa raggiunta tra Stati Uniti e Unione Europea per evitare un conflitto commerciale rappresenta un momento chiave per il dialogo transatlantico. Questo accordo mette temporaneamente da parte le tensioni sui dazi, offrendo al contempo un margine per approfondire modalità e impatti reali sulle diverse categorie di prodotti. L’Italia, dopo una prima valutazione cauta, ha espresso il suo sostegno ma con l’attenzione puntata sulle misure di sostegno alle imprese italiane che risentiranno delle nuove tariffe. La vicenda si intreccia con la missione della premier Meloni in Etiopia, dove al centro dell’agenda ci sono rapporti con l’Africa e lo sviluppo di progetti strategici di cooperazione.

Il governo italiano accoglie l’accordo sui dazi ma impone condizioni sulla tutela dei settori nazionali

Dopo l’annuncio dell’intesa tra USA e UE sui dazi, il governo italiano ha espresso un giudizio complessivamente positivo, pur rimandando a un’analisi approfondita dei dettagli. La premier Giorgia Meloni, insieme ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, ha sottolineato l’importanza di evitare uno scontro diretto con gli Stati Uniti, che avrebbe avuto conseguenze difficili da prevedere e gestire per l’economia italiana.

Tra le richieste esplicite avanzate da Roma figura la necessità che Bruxelles adotti misure concrete per sostenere i settori italiani più colpiti dalle nuove tariffe americane. L’esecutivo si è detto pronto a interventi nazionali, ma ritiene indispensabile un coordinamento a livello europeo per proteggere comparti come l’industria agroalimentare, che teme un aumento dei dazi che potrebbe incidere sui costi e quindi sulla competitività.

L’intento principale di Roma è di superare l’incertezza generata dalle possibili misure retaliatorie, puntando a garantire stabilità e certezze agli operatori economici. Il governo guarda anche alla possibilità che i nuovi dazi – valutati attorno al 15% per alcune categorie – siano applicati assorbendo le tariffe preesistenti e non sommati ad esse, cosa che ridurrebbe l’impatto economico per le imprese coinvolte.

Non mancano prospettive di lavoro sul piano europeo per rafforzare il mercato interno e diversificare le relazioni internazionali, così da contenere la dipendenza da scambi problematici o troppo concentrati. Tuttavia, il passaggio decisivo sarà costituito dalla definizione delle regole circa le esenzioni e le modalità precise di applicazione delle nuove tariffe, aspetti che ancora richiedono un esame dettagliato insieme alla Commissione europea.

La missione di meloni in Etiopia e il rapporto con l’Africa nel contesto dell’accordo commerciale

Durante la giornata in cui si sono concluse le trattative sui dazi, Giorgia Meloni si trovava in Etiopia per il suo secondo viaggio ufficiale, dove ha presenziato al vertice ONU sui sistemi alimentari ad Addis Abeba e ha incontrato il primo ministro etiope Abiy Ahmed. Il viaggio rappresenta un tassello fondamentale delle relazioni strategiche tra Italia e Africa, centrato sul cosiddetto Piano Mattei, un programma di supporto allo sviluppo locale e alle economie del continente africano.

Meloni ha seguito da remoto le fasi finali dell’accordo transatlantico, consapevole dell’importanza di garantire stabilità agli scambi internazionali, anche nel rapporto con l’Africa. Durante il summit ha avuto un confronto con il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Mohamoud Ali Youssouf, per allineare i progetti di cooperazione alle nuove dinamiche globali.

La premier ha poi incontrato una rappresentanza di religiosi italiani e missionari presenti in Etiopia, come le suore comboniane e i salesiani, testimoni di un impegno duraturo nelle zone più vulnerabili del Paese. I gesti di accoglienza, tra cui la presenza di un gruppo di studentesse in abiti tradizionali e i momenti di dialogo con bambini locali, hanno scandito un’agenda che unisce gli aspetti economici a quelli umanitari.

L’Unione Africana ha confermato il proprio appoggio al Piano Mattei, che sarà al centro delle discussioni della seconda giornata della missione italiana. Questo segna la volontà di rafforzare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani anche in una fase di ridefinizione degli equilibri commerciali globali, influenzati dall’accordo tra USA e UE.

Critiche e divisioni politiche in Italia a proposito dell’intesa sui dazi americani

L’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti ha provocato reazioni contrastanti all’interno della politica italiana. Le opposizioni hanno espresso giudizi severi sull’intesa, definendo la decisione dell’esecutivo come un errore grave nella gestione dei rapporti con Washington.

Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha accusato il governo di una “accondiscendenza fallimentare” che penalizza la sovranità italiana nelle trattative internazionali. Il Pd ha inoltre chiesto una politica industriale più netta per difendere le imprese del paese di fronte a sfide globali che richiedono interventi decisi.

Giuseppe Conte, alla guida del Movimento 5 Stelle, ha parlato di “caporetto” relativa alle posizioni di Ursula von der Leyen e di Giorgia Meloni, sottolineando la necessità di una strategia europea più autonoma e meno subordinata all’amministrazione americana. Anche Carlo Calenda ha criticato l’accordo, definendolo una “capitolazione”, mentre Nicola Fratoianni ha anticipato conseguenze pesanti sul piano sociale.

Dal fronte del governo, Maurizio Gasparri ha ribadito che la tutela delle aziende italiane rappresenta una priorità per l’esecutivo. Gasparri ha chiarito che l’attesa per l’accordo ha rallentato alcune iniziative, come la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza , proprio per avere un quadro più preciso delle nuove dinamiche commerciali con gli Stati Uniti.

Queste tensioni politiche riflettono le difficoltà nel bilanciare interessi economici nazionali con le esigenze di una politica estera coordinata a livello europeo, in un momento di cambiamenti significativi nei rapporti internazionali.

Impatto dell’accordo sui settori chiave e i nodi ancora aperti sulle esenzioni tariffarie

L’accordo raggiunto propone una tariffa fissa del 15% su alcuni prodotti importati dagli Stati Uniti verso l’Europa, una misura che differisce da quanto auspicato dall’Italia, la quale sperava in un regime “zero dazi” per comparti strategici come l’agrifood, in particolare per prodotti come formaggi a pasta dura e vino.

Il nodo centrale riguarda proprio la natura di questa nuova tariffa: se sarà aggiuntiva ai dazi esistenti, si tradurrebbe in un aumento significativo dei costi per i produttori europei; nel caso si tratti di una tariffa sostitutiva, le imprese potrebbero affrontare un impatto meno pesante.

L’Italia, insieme a Spagna e Francia, insiste sulla salvaguardia di questi prodotti, portando avanti una trattativa per ottenere esenzioni o condizioni particolari che limitino la pressione tariffaria in settori con un alto valore economico e culturale.

Sul piano delle esportazioni italiane, l’accordo ha già ridato fiato dopo un periodo di stasi dovuto all’incertezza sul fronte commerciale. L’esito positivo, almeno in termini di superamento del rischio di guerra commerciale, ha restituito qualche certezza alle imprese che operano su mercati esteri.

Nonostante ciò, l’assenza di dettagli definitivi lascia diversi punti interrogativi aperti, soprattutto riguardo all’effettiva applicazione delle tariffe, alle criticità di importatori ed esportatori, e alla pronta capacità degli enti pubblici di mettere in campo strumenti di supporto efficaci. Il quadro si completerà solo nelle prossime settimane, quando Bruxelles e Washington definiranno i parametri operativi di questo compromesso.

Le valutazioni sull’intesa continueranno a delinearsi anche nei prossimi mesi, mentre si misureranno conseguenze più precise sull’economia reale e sulle relazioni politiche al di qua e al di là dell’Atlantico.

Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

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