La figura di san Giacomo il Maggiore si lega a una domanda centrale della vita cristiana: quanto siamo disposti a seguire davvero il cammino di sacrificio tracciato da Cristo? Oggi la liturgia ripropone questa riflessione, invitando a confrontarsi con il significato profondo della fedeltà e del martirio. Giacomo, uno dei primi discepoli scelti da Gesù, rappresenta un modello di dedizione totale che ha influenzato la storia religiosa e culturale soprattutto in Europa.
Il rapporto di Giacomo Con Gesù: dalla chiamata al soprannome “figlio del tuono”
Giacomo, figlio di Zebedeo e Salome, fa parte di quel gruppo ristretto che Gesù chiamò immediatamente dopo il proprio battesimo nelle acque del Giordano. Il quarto Vangelo sottolinea come lui e suo fratello Giovanni occuparono un posto speciale tra i Dodici Apostoli fin dall’inizio della vita pubblica di Gesù. Non a caso, Luca riferisce il soprannome particolare attribuito a questi due fratelli: “Boanerghes”, cioè “figli del tuono”. Questo nome riflette probabilmente il carattere impulsivo e determinato della loro presenza tra gli apostoli, pronta a gettarsi nell’azione.
Giacomo accompagnò Gesù in momenti cruciali, come la trasfigurazione sul monte, evento che testimonia la sua vicinanza al Maestro nelle fasi più rilevanti del ministero. La sua chiamata diretta da Gesù e la presenza a questi episodi mostrano una relazione stretta che andò ben oltre il semplice ruolo di discepolo, posizionandolo al centro della comunità nascente.
La richiesta di Salome e il significato del martirio per Giacomo
La madre di Giacomo e Giovanni, Salome, avanzò a Gesù una richiesta precisa: voleva garantire ai suoi figli un posto privilegiato nel Regno. Questo episodio ha una forte valenza simbolica: la ricerca di potere e riconoscimento si scontra con il modello di servizio e sacrificio che Gesù propone. La promessa di quei posti “speciali” fu in effetti mantenuta, ma soltanto dopo che i due fratelli affrontarono la prova estrema del martirio.
Giacomo fu il primo apostolo a morire, ucciso per ordine del re Agrippa I nel 42 d.C. come riportato negli Atti degli Apostoli. La sua morte non fu solo un episodio tragico ma un atto di testimonianza estrema che confermò la fedeltà alla sua missione. Con l’offerta della sua vita, Giacomo si inserì in quella categoria di santi che si riconoscono non solo per la loro fede, ma per la forza mostrata nell’affrontare il rifiuto e la persecuzione.
Dalla morte alla tradizione: il corpo di Giacomo e il cammino verso Santiago De Compostela
Una delle leggende più radicate riguarda la traslazione miracolosa delle spoglie di san Giacomo in Spagna. Secondo la tradizione, dopo il martirio, il corpo dell’apostolo fu trasportato a Santiago de Compostela. Questo evento segnò l’inizio di un’importante presenza spirituale e culturale nella Penisola iberica.
La reliquia di Giacomo divenne luce e forza in un territorio attraversato da conflitti con gli arabi, fungendo da simbolo di resistenza e rinascita cristiana. La città di Santiago si trasformò in uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati d’Europa, radunando fedeli in un cammino che resta ancora oggi un riferimento storico e religioso di portata continentale.
Altri santi commemorati oggi: San Cristoforo e Beato Antonio Lucci
Oltre a san Giacomo il Maggiore, nel calendario liturgico si ricordano altri personaggi di rilievo. San Cristoforo, martire del III secolo, noto per la sua dedizione nonostante la persecuzione, e il beato Antonio Lucci, vescovo vissuto nel Settecento, portano avanti esempi di fede vissuta in epoche diverse. La loro memoria si accompagna a quella di Giacomo, sottolineando la continuità di un impegno spirituale che attraversa i secoli.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Matteo Bernardi