Un sisma di forte intensità ha colpito l’area marina vicino all’Antartide nella mattinata del 2025, secondo i dati ufficiali dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia . Il terremoto, rilevato poco dopo le sei del mattino ora locale, ha raggiunto una magnitudo pari a 6.4 sulla scala mwp.
Caratteristiche principali del terremoto al largo dell’antartide
Il sisma è stato individuato alle 10:32 ora italiana, corrispondente alle 06:32 locali della regione antartica interessata. L’ingv ha segnalato che il punto di origine si trova a circa nove chilometri sotto la superficie terrestre. Questa profondità relativamente bassa suggerisce che il fenomeno sia avvenuto in una zona tettonicamente attiva ma non troppo profonda nel mantello terrestre.
La magnitudo mwp adottata per questa misurazione indica la potenza energetica sprigionata dal movimento delle placche tettoniche in quella specifica area oceanica. I movimenti sismici in prossimità dei margini continentali o nelle dorsali oceaniche possono generare eventi come questo con effetti variabili sulle regioni circostanti.
Impatto e monitoraggio sismico nell’area antartica
L’evento sismico è stato localizzato in un tratto marino lontano dalle aree abitate, riducendo così il rischio immediato per popolazioni umane o infrastrutture terrestri. Nonostante ciò, i sistemi di sorveglianza geologica continuano a osservare attentamente queste zone per valutare eventuali variazioni successive o scosse secondarie.
Le attività scientifiche svolte sull’isola e nelle basi antartiche tengono conto anche degli eventi tellurici come questo per garantire la sicurezza delle strutture e dei ricercatori presenti sul territorio ghiacciato. La presenza costante di strumenti sensibili permette un rapido aggiornamento sulle condizioni geologiche della regione polare.
Contesto geologico e frequenza dei terremoti nell’antartide
L’Antartide rappresenta un territorio complesso dal punto di vista geologico con numerose faglie attive dovute allo spostamento delle placche tettoniche circostanti come quella australiana e quella pacifica. Questi movimenti creano tensioni lungo le fratture rocciose che possono sfociare in scosse anche significative come quella registrata oggi dall’ingv.
Sebbene gli eventi sismici nell’emisfero sud siano meno frequenti rispetto ad altre aree più densamente popolate o vicine ai grandi archi vulcanici, non mancano episodi rilevanti soprattutto nelle zone marine intorno al continente ghiacciato. Le analisi storiche mostrano che terremoti simili si verificano periodicamente senza però causare danni estesi data l’estrema remota posizione geografica.
Monitoraggio e studi scientifici continui
Il monitoraggio continuo da parte degli enti specializzati contribuisce a mantenere aggiornate le mappe della attività tettonica globale fornendo dati utili agli studi scientifici sul comportamento della crosta terrestre nei pressi dei poli terrestri nel corso degli anni successivi all’accadimento odierno.