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Rischio zero in montagna non esiste: consigli per arrampicate più sicure dopo i crolli nei Sibillini

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Le montagne attirano ogni anno migliaia di appassionati di alpinismo e arrampicata, ma la sicurezza resta una sfida aperta. Dopo gli eventi sismici che hanno modificato molte pareti rocciose dei Sibillini, è fondamentale scegliere con attenzione i siti dove praticare queste attività. Le condizioni delle falesie sono cambiate, alcune zone presentano rischi maggiori e la prevenzione diventa indispensabile per evitare incidenti.

L’impatto del terremoto del 2016 sulle pareti dei sibillini

Il terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016 ha lasciato tracce profonde anche sulle montagne. Gianluca Lanciani, direttore della scuola di alpinismo “Giuliano Mainini” a Macerata e istruttore nazionale di scialpinismo con trent’anni d’esperienza, spiega come le scosse abbiano alterato in modo significativo la stabilità delle rocce nei Sibillini. In particolare sul Monte Bove si sono verificati crolli importanti che hanno compromesso tiri chiave sia sul versante nord sia su quello sud.

Fenomeno di crolli e instabilità prolungata

Questi mutamenti non si sono fermati subito dopo il sisma: durante l’inverno scorso è caduta una porzione rocciosa sul Castello del Pizzo del Diavolo, un segnale evidente che le strutture continuano a muoversi negli anni successivi alle scosse principali. Questo fenomeno rende alcune vie più pericolose rispetto al passato e richiede un’attenzione maggiore da parte degli escursionisti e degli alpinisti.

Lanciani sottolinea come lui stesso abbia evitato di intervenire o riprendere percorsi su queste pareti dopo il terremoto senza aver effettuato ricognizioni approfondite. Il cambiamento continuo della conformazione rocciosa impone prudenza nella scelta dei luoghi da frequentare.

Strategie per ridurre i rischi durante le arrampicate in montagna

Nonostante i rischi evidenti non si può rinunciare all’attività in montagna né chiuderla completamente agli appassionati. Secondo Lanciani bisogna accettare una certa dose di rischio ma adottando tutte le precauzioni possibili per limitarlo quanto più si può.

Un consiglio pratico riguarda gli orari: nelle giornate calde conviene iniziare presto l’arrampicata così da facilitare eventuali interventi di soccorso prima del tramonto, quando operazioni diventano complicate o impossibili con poca luce naturale. La preparazione fisica e tecnica deve essere adeguata alla difficoltà della via scelta; inoltre è necessario informarsi bene sulle condizioni attuali delle pareti prima dell’uscita.

Gli istruttori svolgono un ruolo cruciale nell’educazione alla montagna corretta ed equilibrata; devono trasmettere ai frequentatori consapevolezza sui limiti personali e sui potenziali pericoli presenti lungo i percorsi scelti.

Il ruolo dei social media nella percezione dei rischi in montagna

Negli ultimi anni la diffusione delle esperienze attraverso post sui social network ha cambiato il modo in cui molti avvicinano l’alpinismo o l’arrampicata libera. Spesso vengono condivise informazioni sulla “buona riuscita” o “ottime condizioni” senza però indicare chiaramente le difficoltà incontrate o le capacità necessarie per affrontarle in sicurezza.

Lanciani mette in guardia dal seguire ciecamente questi racconti perché possono indurre a sottovalutare situazioni critiche oppure portare persone meno esperte ad affrontare vie troppo impegnative senza adeguate competenze tecniche o attrezzature corrette. Non tutti infatti dispongono dello stesso livello d’esperienza né godono sempre della stessa fortuna nel gestire imprevisti durante la salita.

L’aumento costante degli accessi alle aree montane comporta inevitabilmente anche un incremento degli incidenti legati a errori umani o valutazioni errate legate alla pressione sociale generata dai contenuti online condivisi dagli utenti stessi.

Educazione e responsabilità per una frequentazione consapevole

La crescita dell’interesse verso la montagna richiede uno sforzo maggiore nella formazione pratica ed emotiva degli appassionati affinché imparino a riconoscere segnali di instabilità ambientale e limiti personali prima ancora d’intraprendere qualsiasi percorso impegnativo su roccia o ghiaccio.

Gli istruttori come Lanciani insistono sull’importanza dell’apprendimento guidato nelle scuole alpine dove si insegnano tecniche corrette, uso appropriato dell’attrezzatura, lettura del territorio, valutazione meteo. Questi elementi aiutano ad evitare situazioni potenzialmente fatali.

Solo attraverso una conoscenza approfondita accompagnata dalla responsabilità individuale sarà possibile contenere almeno parzialmente i dannosi effetti dovuti ai cambiamenti naturali provocati dal sisma nei Sibillini.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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