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Potenza si dota di una rete sismica urbana con sensori per monitorare gli edifici e pianificare i soccorsi in tempo reale

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La città di Potenza entra nel novero delle realtà italiane dotate di una rete sismica urbana, grazie a un progetto che prevede l’installazione di sensori su edifici strategici e sul territorio. Questo sistema consentirà di raccogliere dati immediati in caso di terremoto, fondamentali per valutare danni e organizzare rapidamente le operazioni di soccorso. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Centro di geomorfologia integrata per l’Area del Mediterraneo , l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il laboratorio SisLab dell’Università della Basilicata, con l’obiettivo preciso di migliorare la sicurezza nella zona ad alto rischio sismico.

La rete sismica urbana: come funziona il monitoraggio degli edifici a potenza

Il progetto prevede una prima fase sperimentale entro la fine del 2025, con il posizionamento iniziale di dieci sensori distribuiti su diversi punti della città. Questi dispositivi saranno installati sia sul territorio urbano che all’interno degli edifici considerati strategici, come la caserma dei vigili del fuoco o alcune sedi regionali. L’intento è quello offrire un osservatorio diretto sulla risposta strutturale durante eventi sismici.

Il ruolo di felice ponzo e le funzionalità dei sensori

Felice Ponzo, responsabile del laboratorio SisLab dell’università della Basilicata spiega che i sensori rileveranno le vibrazioni provocate dal sisma fornendo dati precisi sull’entità dei danni subiti dagli immobili sorvegliati. Queste informazioni saranno disponibili quasi in tempo reale dopo ogni scossa rilevante permettendo alle autorità competenti non solo d’intervenire tempestivamente ma anche d’organizzare i soccorsi basandosi su elementi concreti anziché solo sulle segnalazioni dirette.

La rete rimarrà attiva stabilmente nel tempo soprattutto a beneficio delle emergenze future. Questo sistema rappresenta un passo avanti rispetto al passato quando strumenti simili erano stati utilizzati soltanto temporaneamente dopo eventi importanti come quello del 1980 in Lucania.

Contesto storico e rischio sismico: perché potenza necessita questa tecnologia

Potenza si trova in una zona caratterizzata da elevato rischio sismico dovuto alla presenza attiva delle faglie appenniniche lucane. La storia recente registra più terremoti significativi che hanno colpito la città causando danni importanti soprattutto agli edifici più datati o costruiti senza criteri antisismici moderni.

Domenico Patanè dell’Ingv ricorda come gran parte del patrimonio edilizio cittadino non rispetti ancora oggi le norme antisismiche aggiornate rendendo urgente dotarsi d’una strumentazione capace d’indicare quali aree possono amplificare maggiormente gli effetti delle scosse telluriche.

Esperienza del centro cgiam e paragoni con altre realtà italiane

L’esperienza maturata negli anni dal centro Cgiam ha portato allo sviluppo della nuova rete pensata proprio per adattarsi alle esigenze attuali; questo permette a Potenza d’essere tra le poche città italiane ad avere un osservatorio dedicato al monitoraggio continuo dei fenomeno tellurici insieme a realtà consolidate come Catania o Campi Flegrei.

Rodolfo Console, presidente del Cgiam precisa inoltre che la faglia responsabile dei grandi terremoti nella regione ha cicli lunghi circa 1500 anni; quindi sebbene non ci si aspetti un evento simile al sisma devastante del 1980 nei prossimi secoli resta fondamentale mantenere alta l’attenzione tramite sistemi tecnologici avanzati capacidi prevenire ulteriormente rischiose situazioni.

Oltre potenza: progetti europei ed estensione della ricerca sul territorio lucano

Il lavoro svolto dal centro Cgiam va oltre i confini cittadini interessando tutta la regione Basilicata attraverso progetti sperimentali anche finanziati dall’Unione Europea miranti alla protezione ambientale ed alla gestione dei rischi naturali collegati ai cambiamenti climatici.

Michele Greco, presidente del comitato tecnico-scientifico sottolinea come diverse iniziative pilota abbiano scelto proprio questa area geografica quale banco prova per test innovativi legati all’adattamento climatico specialmente lungo la costa ionica dove fenomenologie diverse richiedono intervento specifico continuo.

Il contributo dello spazio e progetti pilota locali

Un altro ambito toccato riguarda lo spazio; Carlo Terranova, esperto presso il centro ricorda infatti lo sviluppo recente d’un progetto pilota riguardante ben ventinove comuni nell’hinterland potentino volto ad integrare dati satellitari nelle attività territorialilocalizzate, arricchendo così ulteriormente le capacità analitiche necessarie per gestire rischiosamente eventi naturali complessi quali quelli legatiai ai terremoti o altre calamità ambientali presenti sul territorio regionale.

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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