L’inizio di settembre 2025 ha portato in Italia una nuova ondata di maltempo, che ha interessato soprattutto il Nord con piogge intense e temporali. Questa perturbazione, la prima della stagione autunnale meteorologica, presenta caratteristiche particolari legate a un sistema tropicale ormai trasformato. Le regioni più colpite, in particolare la Liguria, hanno registrato precipitazioni abbondanti, accompagnate da un calo delle temperature e condizioni instabili che hanno spinto le autorità a emettere allerta meteo.
La perturbazione che ha colpito il Nord Italia a settembre 2025
Nei primi giorni di settembre 2025, l’Italia ha visto l’arrivo di una perturbazione intensa che ha interessato soprattutto il Nord. La Liguria ha affrontato precipitazioni eccezionali, con accumuli fino a 200 millimetri di pioggia, causando temporali violenti e possibili allagamenti. Le condizioni meteo hanno portato anche a un calo termico rispetto ai giorni precedenti. Situazioni simili si sono verificate in Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, con rovesci intensi, raffiche di vento e grandinate.
Queste condizioni hanno spinto la Protezione Civile a emettere allerte: arancione per Veneto e Lombardia, gialla per altre zone del Nord e del Centro Italia, in vista di fenomeni intensi che potevano comportare rischi per la popolazione e danni al territorio. Il maltempo ha creato difficoltà soprattutto nelle pianure e nelle aree costiere più esposte, costringendo le autorità a mantenere un monitoraggio costante.
Il quadro meteorologico si è presentato fin da subito come critico, con una perturbazione anomala rispetto ai normali flussi atlantici ed estivi, caratterizzata da un apporto d’umidità superiore alla media e da una traiettoria influenzata da fattori insoliti.
L’eredità dell’ex tempesta Fernand e il ruolo dell’aria tropicale residua
Un elemento centrale della perturbazione che ha raggiunto l’Italia in questo inizio di settembre 2025 è l’origine complessa delle masse d’aria coinvolte. Non si tratta solo di aria umida proveniente dall’Atlantico, ma anche di residui di aria tropicale legati all’ex tempesta Fernand. Questo sistema, una volta tempesta tropicale, si è trasformato in una depressione extratropicale, inglobata in un vortice più ampio che si estende sul Regno Unito.
Il fenomeno ricorda quanto accaduto pochi giorni prima con l’ex uragano Erin. Quando un sistema tropicale risale verso latitudini più alte e perde le caratteristiche di tempesta tropicale, non si dissolve completamente. Trasformandosi in depressione extratropicale, continua a trasportare grandi quantità di umidità verso l’Europa. Questo flusso umido favorisce precipitazioni abbondanti, spingendo le perturbazioni verso il Mediterraneo.
Questa dinamica aumenta l’intensità delle piogge, poiché le correnti calde e umide tropicali si combinano con quelle atlantiche, creando un vero e proprio “nastro trasportatore” di vapore acqueo che alimenta i sistemi perturbati. Il clima più caldo degli ultimi anni consente di trasportare quantità maggiori di umidità rispetto al passato, intensificando le precipitazioni e le condizioni di maltempo.
Le misure di allerta e il monitoraggio della Protezione Civile
Di fronte a questa situazione, le autorità italiane hanno attivato le procedure di controllo e prevenzione, con la Protezione Civile che ha diramato allerta arancione in Veneto e Lombardia, mentre per altre regioni del Nord e della Val Padana è stata emessa allerta gialla. Le previsioni indicano piogge anche intense, accompagnate da raffiche di vento e possibilità di grandine, eventi che possono creare situazioni di pericolo nelle zone urbanizzate e nelle campagne.
I centri operativi per la gestione delle emergenze mantengono un monitoraggio costante delle condizioni meteorologiche e idrogeologiche per anticipare criticità, soprattutto nelle aree a rischio allagamenti come la Liguria e le pianure venete. Le squadre di intervento restano pronte a intervenire rapidamente in base all’evoluzione del tempo e a coordinare le operazioni sul territorio.
Questa risposta mira a contenere i danni e a tutelare la sicurezza della popolazione. La situazione resta in evoluzione e mette in luce la complessità delle interazioni tra sistemi tropicali residui e perturbazioni atlantiche nel bacino del Mediterraneo.
Ultimo aggiornamento il 1 Settembre 2025 da Rosanna Ricci