
L'articolo analizza l'evoluzione della misurazione dei terremoti, dalla stima approssimativa basata su testimonianze storiche all'introduzione della scala Richter nel 1935, evidenziando eventi significativi come il terremoto di Valdivia del 1960, il più potente mai registrato. - Unita.tv
Negli studi sui terremoti, la scala richter ha segnato un punto di riferimento solo dal 1935 in poi. Prima di allora, non esistevano metodi precisi per misurare la forza esatta di un sisma, ma gli esperti hanno cercato di ricostruire una stima approssimativa della magnitudo basandosi su testimonianze storiche e danni rilevati. Alcuni eventi del passato, soprattutto quelli che hanno causato grandi distruzioni, sono stati ricostruiti analizzando fonti d’archivio, cronache antiche e reperti archeologici che hanno permesso di ipotizzare l’intensità del terremoto.
La scala richter: nascita e applicazioni moderne
La scala richter è stata inventata da charles richter nel 1935 per quantificare l’energia liberata da un terremoto in modo scientifico. Questo sistema usa il logaritmo dell’ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi per attribuire un numero unico alla grandezza dell’evento. Grazie a questa tecnica, si può confrontare con chiarezza e precisione la potenza di terremoti accaduti in periodi diversi e in zone differenti del pianeta.
Caratteristiche della misurazione prima della scala richter
Prima dell’introduzione della scala richter, i dati riguardo ai terremoti erano più qualitativi che quantitativi. Si descrivevano i danni e gli effetti sul territorio e sulle persone, ma mancando misure oggettive era difficile stabilire l’entità del fenomeno. Col passare del tempo e l’avanzamento tecnologico, la scala richter ha consentito di gradare i terremoti in modo uniforme, facilitando la comprensione della pericolosità sismica.
Il terremoto del 1960 in cile, il più forte mai registrato
Il sisma più potente documentato scientificamente è quello di valdivia, in cile, avvenuto il 22 maggio 1960. Questo terremoto raggiunse una magnitudo di 9.5 sulla scala richter, ponendosi come il più violento mai misurato. Le scosse iniziarono nel pomeriggio, causando enormi frane, onde di tsunami e danni gravi a vaste aree del cile e delle regioni costiere del pacifico.
La devastazione provocata da questo terremoto ha segnato un precedente nella storia della sismologia. Le stime indicano migliaia di vittime e la distruzione di città intere. Gli effetti si estesero fino in hawaii e giappone, mettendo in evidenza la forza e la portata delle onde generate a migliaia di chilometri dal punto di origine. Questo evento ha anche sollecitato una maggiore attenzione internazionale verso la prevenzione antisismica.
Impatti su scala globale
La forza e la portata delle onde sismiche del terremoto di valdivia hanno evidenziato quanto i fenomeni sismici possano estendersi a livello intercontinentale, influenzando regioni lontane dal punto di origine del sisma.
I terremoti antichi e il loro impatto sulla storia
Molti dei terremoti più distruttivi della storia risalgono a epoche lontane, quando la capacità di documentare i danni era limitata e i dati a disposizione sono frammentari. Tra questi, il terremoto dello shaanxi in cina, datato 1556, è considerato tra i più disastrosi per numero di vittime. Secondo le stime, questa scossa causò la morte di circa 820mila persone, un bilancio drammatico che deriva da documenti storici e resoconti scritti.
L’impatto di terremoti simili non si limita ai morti, ma comprende profondi cambiamenti sulle comunità, la perdita di infrastrutture essenziali e sconvolgimenti economici. In molti casi, i terremoti antichi hanno rimodellato intere regioni e influenzato il corso della storia locale. La difficoltà nel quantificare la loro magnitudo deriva dall’assenza di strumenti di misurazione e dal fatto che i dati disponibili dipendono spesso da informazioni raccolte a posteriori.
Le difficoltà nel ricostruire la magnitudo dei terremoti storici
Ricavare una misura della magnitudo per i terremoti più vecchi è complicato. Gli studiosi si basano su descrizioni scritte, testimonianze orali tramandate nei secoli, e su evidenze archeologiche per valutare l’entità delle scosse. Questi metodi non riescono a dare numeri precisi, ma offrono degli intervalli approssimativi utili per capire la gravità del fenomeno.
Metodi di stima alternativi
Sono importanti le analisi delle strutture danneggiate e degli spostamenti del terreno registrati nei siti storici. Anche la distribuzione geografica delle vittime fornisce spunti per stimare l’energia liberata dal terremoto. La mancanza di dati sismografici obbliga gli studiosi a un lavoro di comparazione attento e rigoroso, che permette però di non perdere memoria di eventi significativi per la storia umana.