Un racconto intenso che riporta al 23 novembre 1980, quando un terremoto di magnitudo 6.9 distrusse parti del Sud Italia, cancellando interi borghi e segnando profondamente generazioni. Attraverso gli occhi di Gemma, una bambina che non era ancora nata al momento della tragedia, l’autrice Giusi De Luca offre una prospettiva che mescola ricordo e immaginazione, svelando le emozioni dietro i numeri delle cronache.
La scelta di raccontare il terremoto attraverso un diario di bambina
“Vertigine”, il libro di Giusi De Luca, nasce dalla volontà di raccontare una tragedia spesso ridotta a dati e cifre. Una bambina di sette anni, Gemma, diventa la voce narrante di un’esperienza che travolge un’intera regione. De Luca immagina che Gemma, pur non essendo presente nel 1980, senta su di sé il peso e il vuoto lasciati dal sisma, e cerchi di colmare quei silenzi con la fantasia e la sensibilità tipica dell’infanzia.
La narrazione si svolge come un diario personale, che mette a fuoco dettagli molto vivi e concreti: dal boato del terremoto al freddo nelle tende per gli sfollati, dai pianti delle madri alla solidarietà di chi offre pane o una carezza. Questa prospettiva infantile permette di conoscere non solo il terrore e il dolore ma anche la forza di chi tenta di ricostruire vite e speranze. La voce di Gemma, semplice ma penetrante, fonde innocenza e tragedia senza perdere autenticità o profondità, un espediente letterario che rende il dramma immediato e umano.
Il Terremoto Dell’Irpinia: un evento che ha cambiato il sud Italia
Quello del 23 novembre 1980 è uno dei terremoti più devastanti registrati in Italia nel XX secolo. Con una magnitudo di 6.9, ha colpito Irpinia, Campania e Basilicata provocando circa 2.900 morti e lasciando decine di migliaia di persone senza casa. Il sisma è rimasto nella memoria collettiva non solo per la distruzione fisica ma anche per le conseguenze sociali e politiche che ne derivarono.
L’emergenza scatenò una serie di interventi di protezione civile che influenzarono modelli di gestione delle calamità naturali a livello nazionale. Il terremoto mostrò la vulnerabilità di molte aree rurali, stimolando riforme nelle infrastrutture e nel coordinamento degli aiuti. Rimane un simbolo di resilienza: le comunità colpite hanno ricostruito città e vite nonostante le difficoltà, dando un volto umano ai numeri spesso citati, ecco perché la ricostruzione storica, anche immaginata come in “Vertigine”, serve a mantenere vivo il ricordo.
Memoria e resilienza sociale nel racconto di Giusi De Luca
“Vertigine” non si limita a narrare la tragedia, ma si spinge a esplorare come il ricordo e la memoria collettiva aiutano a gestire il trauma. La scrittura della De Luca testimonia il ruolo cruciale della narrazione per elaborare la sofferenza, trasformandola in parola e gesto d’amore. Gemma scrive per i bambini che il sisma ha portato via, per chi resta solo un numero nei documenti ufficiali.
Gli studi sulla resilienza mostrano che la solidarietà e la speranza sono fondamentali nel superare eventi traumatici. Nel libro, questi elementi emergono chiaramente, associati al senso di comunità e all’aiuto reciproco. Il racconto coinvolge il lettore in un viaggio empatico dove la memoria si fa esperienza condivisa, un ponte tra dolore e rinascita. Attraverso il filtro dell’infanzia, la storia assume una dimensione nuova, capace di toccare corde profonde difficilmente raggiungibili da una narrazione adulta o formale.
Giusi De Luca e il valore della scrittura come testimonianza viva
Giusi De Luca scrive con uno stile lineare ma profondo, capace di evocare con precisione immagini e sensazioni legate al terremoto e ai giorni dopo. Educatrice e narratrice sensibile alle emozioni infantili, usa la poesia come strumento di verità e ascolto. La sua storia dà voce a chi non può raccontare, aprendo spazi di dialogo sul passato senza restare intrappolata nel dolore.
La descrizione di Vico Scognamiglio che apprende il significato di “terremoto” rivela come certe parole nascono dal bisogno di comprendere l’inspiegabile, un tema che attraversa il libro. De Luca non cerca di chiudere una ferita ma di tenerla aperta con delicatezza, puntando a costruire un sentimento condiviso di responsabilità e umanità. La sua opera diventa così un invito a non dimenticare, ma a trasformare la memoria in gesto vivo, sempre rivolto a chi guarda al futuro.
Il terremoto dell’Irpinia resta un doloroso punto di riferimento per molte regioni del Sud. “Vertigine” aggiunge una dimensione personale a questo evento, aiutando a mantenere accesa una luce sul passato, senza tralasciare il potere delle parole e dell’immaginazione per dare speranza e senso alla sofferenza.
Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2025 da Matteo Bernardi