I bambini nati dopo il 2020 più vulnerabili agli eventi estremi provocati dal cambiamento climatico
Lo studio della libera università di Bruxelles evidenzia che i bambini nati dopo il 2020 saranno esposti a ondate di calore e fenomeni estremi, con gravi impatti sulla loro salute e vita.

Uno studio della Libera Università di Bruxelles evidenzia che i nati dopo il 2020 saranno molto più esposti a ondate di calore e eventi climatici estremi, con gravi rischi per la loro salute e qualità della vita, soprattutto in assenza di politiche efficaci di mitigazione e adattamento. - Unita.tv
Lo scenario climatico per i nati dopo il 2020 appare sempre più segnato da ondate di calore intense, inondazioni e altri fenomeni meteorologici estremi collegati al riscaldamento globale. Un recente studio pubblicato su Nature e condotto dalla libera università di Bruxelles mette a fuoco come questa generazione sarà esposta molto più delle precedenti a questi eventi, con impatti concreti sulla loro salute e sulla qualità della vita.
I risultati dello studio sulla esposizione ai fenomeni climatici estremi dei nati dopo il 2020
I ricercatori coordinati da Luke Grant hanno basato il loro lavoro sull’incrocio tra dati demografici e previsioni climatiche sotto diversi scenari di emissioni fossili. Il risultato evidenzia che quasi tutti i bambini nati dal 2020 vivranno almeno un’ondata di calore estrema durante la loro infanzia e adolescenza. L’indagine calcola che il 52% dei bambini della nuova generazione subirà ondate di caldo gravi, contro il 16% di chi è nato negli anni ’60. Oltre al caldo estremo, l’attenzione degli studiosi si è concentrata anche su altri eventi come inondazioni, cicloni tropicali, incendi e siccità che diventano più frequenti e intensi rispetto al passato.
Dati specifici per l’italia
In Italia, ad esempio, nel 2020 circa 6 milioni di minori erano già esposti a ondate di calore. Le proiezioni per il 2050 indicano una crescita significativa: in uno scenario con basse emissioni si supereranno gli 8,7 milioni, mentre con un aumento massiccio delle emissioni si toccheranno quasi 9,7 milioni di bambini a rischio. Anche la durata degli episodi di caldo subirà un aumento considerevole: si passerà dai 7,2 milioni di minori esposti nel 2020 a 9,2 milioni in caso di emissioni elevate entro il 2050.
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L’impatto diretto del cambiamento climatico sui bambini e i rischi per la salute
I bambini risultano particolarmente fragili di fronte alle ondate di calore per ragioni fisiologiche. Il loro corpo infatti ha meno capacità di autorregolarsi rispetto agli adulti e più facilmente rischiano colpi di calore e disidratazione. Inoltre la vulnerabilità si estende anche alle condizioni ambientali in cui crescono. Le città, spesso, non dispongono di spazi verdi adeguati per combattere il caldo estremo. Questo riduce le possibilità dei più piccoli di giocare all’aperto e impatta negativamente sul loro benessere psicofisico.
Effetti socio-ambientali
Non solo il caldo, ma anche eventi come inondazioni e incendi possono interferire con la frequenza scolastica, la disponibilità di cibo e la stabilità delle famiglie. Il disagio sociale causato dal cambiamento climatico aggrava le condizioni di vita nei contesti più poveri, dove l’accesso ai servizi sanitari e agli strumenti di prevenzione è già limitato. Aumentano dunque sia le emergenze sanitarie legate al clima che le disuguaglianze sociali.
Le misure necessarie per ridurre l’impatto climatico e proteggere le nuove generazioni
I dati emersi evidenziano quanto sia urgente intervenire per limitare il riscaldamento globale e scongiurare gli effetti peggiori sulle nuove generazioni. Le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra devono essere prioritarie nei programmi governativi e internazionali. Le strategie non possono fermarsi alla mitigazione ma devono includere piani specifici per tutelare i bambini dai rischi climatici.
Questo significa potenziare le reti di monitoraggio meteorologico, sviluppare sistemi di allerta per ondate di calore e inondazioni, migliorare gli spazi urbani con aree verdi e infrastrutture a misura di bambino. Serve un coordinamento tra istituzioni locali e globali con l’adozione di norme più severe sulle emissioni e investimenti mirati nelle scuole e nella sanità pediatrica. Senza questi interventi, la qualità della vita di milioni di bambini continuerà a peggiorare con conseguenze che si rifletteranno negli anni a venire.