Crevalcore e Pieve di Cento: tredici anni dopo il terremoto del 2012, lo stato della ricostruzione
A tredici anni dal terremoto del 2012, Crevalcore e Pieve di Cento continuano la ricostruzione, affrontando sfide e mantenendo viva la memoria collettiva degli eventi traumatici.

Il 2025 segna il tredicesimo anniversario del terremoto del 2012 a Crevalcore e Pieve di Cento, con un focus sugli avanzamenti della ricostruzione, le sfide affrontate e l'importanza di preservare la memoria collettiva. - Unita.tv
Il 2025 segna il tredicesimo anniversario del terremoto che ha colpito duramente Crevalcore e Pieve di Cento, comuni della provincia di Bologna. Quel maggio 2012 segnò una ferita profonda nel territorio e nelle vite degli abitanti. Da allora, tra interventi pubblici e privati, la ricostruzione ha impegnato comunità e istituzioni. Questo articolo racconta lo stato attuale dei lavori, le sfide affrontate e il peso della memoria di quei giorni difficili.
I ricordi di chi ha vissuto il sisma: la voce di claudio broglia
Claudio Broglia, già sindaco di Crevalcore nel 2012 e oggi ex senatore, riporta con chiarezza la doppia faccia del ricordo. Da una parte i momenti drammatici di quel maggio rimangono impressi, così come il modo in cui il sisma ha unito una popolazione sotto shock. Ma Broglia riconosce anche una paura legata allo scivolamento nella dimenticanza. Questo rischio nasce dall’insidia di far sbiadire la memoria, e con essa il valore di insegnamenti faticosamente guadagnati. La perdita del ricordo di tali tragedie, secondo lui, potrebbe aprire la via a una più ampia superficialità verso eventi storici importanti come la seconda guerra mondiale o la liberazione. Il monito del politico invita a mantenere viva questa memoria, affinché le generazioni future sappiano custodire il passato senza lasciarlo cadere nell’oblio.
Gli eventi del 20 e 29 maggio 2012 hanno lasciato cicatrici profonde, ma l’esperienza ha mostrato la forza di una comunità che si è stretta intorno al dolore. La testimonianza di Broglia riporta non solo a quella angoscia ma anche allo spirito di solidarietà che ha attraversato ogni quartiere e ogni famiglia. La riflessione sul rischio dell’oblio sottolinea la delicatezza con cui bisogna trattare la memoria collettiva di disastri naturali di questa portata.
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I primi passi e lo stato attuale della ricostruzione a crevalcore
Crevalcore continua il percorso di rinascita iniziato nel 2012. Il sindaco Marco Martelli dettaglia i progressi realizzati sul fronte privato e pubblico. La maggior parte delle domande per la ricostruzione privata, quasi 500 in totale, è arrivata a conclusione. Alcune pratiche restano aperte ma rappresentano ormai una minoranza. Questo segna un passo importante nel recupero degli immobili e nell’adeguamento delle abitazioni colpite dal sisma.
Sul fronte pubblico, invece, il cammino è in parte ancora aperto. Nei prossimi mesi partirà la gara d’appalto per i lavori di Porta Modena, opera strettamente connessa alla ristrutturazione della chiesa Santa Immacolata Concezione, che confina con l’edificio comunale. Martelli prevede l’inizio dei lavori entro la fine del 2025, segnale tangibile del continuo impegno delle istituzioni locali. Il municipio è attualmente in fase di ristrutturazione, e il teatro comunale dovrebbe concludere l’intervento entro l’estate.
Oltre a questi cantieri, il sindaco ha ricordato gli interventi ai cimiteri del territorio. A breve partiranno i lavori per i camposanti delle frazioni di Palata e Caselle, mentre per il Castello dei Ronchi nella frazione di Bolognina, si avvicina il bando per la casa del custode. Le opere alla villa del Castello sono già in corso. Un segnale importante riguarda anche il centro civico di Palata Pepoli, che sarà inaugurato a giugno. Questo spazio è stato realizzato grazie a un contributo assicurativo legato al sisma e a un finanziamento regionale, per un totale di 1,7 milioni di euro, offrendo un punto di riferimento per la comunità.
Un altro progetto in fase finale riguarda il parco Ghermandi, che beneficerà di 450 mila euro per la riqualificazione. Questo intervento segue un primo stralcio che, con oltre un milione di euro, ha interessato la sistemazione del viale di circonvallazione, una delle arterie principali del centro. Questi risultati mostrano un quadro variegato ma concreto della ricostruzione pubblica, che continua a modificare il volto del territorio colpito dal terremoto.
Interventi pubblici e privati di rilievo a crevalcore
Pieve di cento: poche opere restanti dopo investimenti rilevanti
A Pieve di Cento, altro comune duramente colpito, l’attenzione si sposta sulle ultime opere rimaste da portare a termine. Il sindaco Luca Borsari ricorda che il grosso degli interventi è concluso. La ricostruzione ha assorbito un investimento di circa 20 milioni di euro, impegnando le risorse in diversi ambiti e strutture pubbliche.
Il progetto più urgente riguarda la ristrutturazione dell’ex chiesa Santissima Annunziata, di proprietà comunale. I lavori adesso in corso dovrebbero concludere un intervento da 900 mila euro, finalizzato alla creazione di un auditorium. Questo spazio dovrebbe diventare un punto di aggregazione e cultura per la comunità.
Intorno a questa struttura l’amministrazione ha previsto una riqualificazione dell’area limitrofa, con interventi programmati su vie e piazze. Il finanziamento arriva da fondi Pnrr, per una somma equivalente ai lavori sull’ex chiesa. Via Dosso Dossi farà parte di questa trasformazione urbana, destinata a migliorare la vivibilità e l’organizzazione del centro storico.
A Pieve di Cento si conferma quindi un dettaglio significativo: la ricostruzione ha riguardato soprattutto gli spazi pubblici e culturali, dopo che i danni privati sono stati affrontati nelle fasi precedenti. Il paese mostra così i segni di una rinascita che passa attraverso il recupero delle sue strutture simboliche, garanzia di continuità sociale e culturale.
Focus sugli investimenti pubblici a pieve di cento
L’eredità del sisma e la memoria che ancora accompagna le comunità
Il terremoto del 2012 ha segnato un passaggio fondamentale per Crevalcore, Pieve di Cento e i territori vicini. Non si tratta solo di ricostruire case e spazi pubblici, ma di mantenere vivo un ricordo collettivo. La testimonianza di chi ha vissuto quei momenti resta un richiamo forte, capace di stimolare attenzione verso la storia e di evitare che la tragedia cada nell’oblio.
Le opere di ricostruzione, in corso o completate, rappresentano pezzi di questo percorso. Ogni muro sistemato, ogni spazio riconsegnato alla comunità torna a dare senso al tessuto sociale lacerato dal sisma. Nel giugno 2025, in queste città, la memoria cammina accanto agli interventi materiali, portando con sé le storie di chi non ha mai smesso di sperare.