La dermorexia, un termine coniato dalla beauty editor Jessica De Fino, descrive un comportamento patologico legato all’uso eccessivo di prodotti cosmetici. Questo fenomeno, sempre più diffuso, coinvolge non solo i giovani, ma anche adulti che si sentono sotto pressione per mantenere un aspetto giovanile. La frenesia di apparire perfetti, alimentata dall’industria della bellezza e dai social media, ha portato a una vera e propria ossessione per la cura della pelle e per trattamenti estetici, creando una cultura che premia l’apparenza a discapito del benessere psicologico.
L’ossessione per la bellezza e i suoi effetti
La ricerca di una pelle perfetta ha generato un’industria che promuove costantemente nuovi standard di bellezza. Termini come “glass skin” e “glow up” sono diventati parte del linguaggio comune, riflettendo un desiderio collettivo di raggiungere un ideale irraggiungibile. Questa pressione non si limita a una sola generazione, ma coinvolge diverse fasce d’età, dai pre-adolescenti agli adulti. La dermorexia è diventata un problema culturale, dove il valore personale è spesso misurato attraverso l’aspetto fisico.
Molti giovani, influenzati dai social media, iniziano a utilizzare prodotti anti-invecchiamento e trattamenti estetici in età precoce. La cultura dei “baby influencer” ha reso normale per i più giovani mostrare le proprie routine di bellezza online, spesso utilizzando prodotti che un tempo erano riservati agli adulti. Questa tendenza è preoccupante, poiché porta a un uso eccessivo di cosmetici e a un’alterazione della percezione di sé.
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L’impatto dei social media sulla percezione della bellezza
I social media hanno un ruolo cruciale nella diffusione della dermorexia. Le immagini curate e filtrate che popolano piattaforme come Instagram creano un ambiente in cui la bellezza è spesso rappresentata in modo irrealistico. Le statistiche rivelano che una donna su quattro si sente costretta a scattare numerose foto prima di scegliere quella “perfetta” da pubblicare. Questa pressione per apparire sempre al meglio ha portato a un aumento dell’uso di trattamenti estetici, anche tra le adolescenti.
Kylie Jenner è un esempio emblematico di come le celebrità influenzino le giovani generazioni. La sua ammissione di aver fatto il primo filler a soli diciassette anni ha normalizzato l’idea che i trattamenti estetici siano una soluzione per migliorare l’aspetto. Questo ha creato un ciclo di emulazione tra le giovani, che si sentono spinte a seguire le orme delle loro icone.
La responsabilità dei genitori e della società
La dottoressa Alessia Glenda Buscarini, esperta in medicina estetica, sottolinea l’importanza dell’accettazione di sé come primo passo per affrontare il problema della dermorexia. È fondamentale che genitori e insegnanti insegnino ai giovani a valorizzare la propria individualità e a non confrontarsi costantemente con standard irraggiungibili. La pressione sociale può portare a disturbi dell’immagine corporea e a una bassa autostima, con conseguenze gravi per la salute mentale.
La prevenzione deve essere una priorità per tutti: genitori, educatori e professionisti della salute devono lavorare insieme per creare un ambiente in cui i giovani possano sentirsi sicuri e accettati. È essenziale promuovere una visione della bellezza che non si basi su parametri restrittivi, ma che abbracci la diversità e l’autenticità.
Un cambiamento necessario nel linguaggio della bellezza
Il mondo della cosmetica ha la responsabilità di rivedere il proprio approccio al marketing e alla comunicazione. Termini come “antiage” devono essere sostituiti da un linguaggio più inclusivo e positivo. La campagna #undefinedbeauty, lanciata da Coty, mira a ridefinire il concetto di bellezza, allontanandosi da ideali di perfezione e avvicinandosi a una visione più autentica e realistica.
In un’epoca in cui l’immagine è tutto, è fondamentale promuovere un’idea di bellezza che non si basi su canoni rigidi, ma che celebri la varietà e l’unicità di ogni individuo. Solo così si potrà sperare di ridurre il fenomeno della dermorexia e promuovere un benessere duraturo tra le nuove generazioni.