Brucia grassi naturali? Questi 5 tè aiutano davvero a ridurre il girovita

Il ruolo dei tè nella dieta - unita.tv
Ridurre il grasso addominale non è semplice. Alcuni tipi di tè possono aiutare, ma non fanno magie. Vediamo quali sono e perché funzionano davvero, secondo gli studi.
Perdere peso è già un processo faticoso. Ma quando si parla di grasso addominale, la sfida si fa ancora più seria. Questo tipo di adipe, noto come grasso viscerale, si accumula in profondità, attorno agli organi interni, e non sotto la pelle come quello più visibile. Proprio per questa caratteristica è considerato più rischioso per la salute, perché legato a un aumento delle probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Non è solo una questione estetica: ridurlo significa prevenire complicazioni mediche importanti. Eppure, la soluzione non può essere ridotta a una scorciatoia o a un rimedio unico. Alcuni alimenti e bevande, però, possono offrire un aiuto concreto, tra cui anche determinati tipi di tè. Non fanno miracoli, ma contengono antiossidanti naturali che potrebbero incidere sul metabolismo dei grassi, se inseriti in una routine sana e attiva.
Cosa c’è davvero nel tè che può aiutare
Tra le varietà di tè più studiate per il loro impatto sul peso corporeo c’è il tè verde, noto per la presenza di catechine e in particolare dell’EGCG, un composto capace di stimolare il metabolismo e favorire l’ossidazione dei grassi. Alcuni studi, come quello pubblicato nel 2022, mostrano che un consumo regolare di tè verde può essere associato a una riduzione dell’obesità addominale, soprattutto nelle donne. Ma non è l’unico. Anche il tè oolong, che si colloca tra il tè verde e quello nero per grado di ossidazione, contiene polifenoli attivi che secondo ricerche giapponesi aumentano la scomposizione dei grassi fino al 20%, anche a riposo.
Leggi anche:

Il tè nero, spesso sottovalutato, non è da meno. In uno studio condotto su un campione di donne, chi ne beveva tre tazze al giorno ha riscontrato una diminuzione del girovita e del peso dopo tre mesi. Il suo effetto sembra legato alla modulazione della flora intestinale e all’attività dei polifenoli, che contrastano l’accumulo di grasso viscerale. Anche il tè bianco, meno noto ma ricchissimo di sostanze naturali non trattate, partecipa a questo processo. Ha proprietà simili a quelle del tè verde, ma è considerato ancora più delicato sul piano dell’assorbimento e della stimolazione metabolica.
Il Pu-erh e gli altri: l’importanza del contesto
Un discorso a parte merita il tè Pu-erh, originario della Cina e sottoposto a un particolare processo di fermentazione naturale. Alcune ricerche hanno evidenziato che il suo estratto, consumato regolarmente, può contribuire alla riduzione del BMI (indice di massa corporea) e della circonferenza addominale. Anche qui, però, il suo effetto va considerato all’interno di un quadro più ampio: una dieta equilibrata, con un apporto corretto di nutrienti e un’attività fisica costante, è ciò che fa la differenza.
In nessun caso il tè da solo può risolvere un problema di eccesso di grasso viscerale. Ma può agire come alleato quotidiano, offrendo benefici collaterali importanti. Aiuta a restare idratati, migliora la digestione e può sostituire bevande zuccherate se consumato senza dolcificanti. Bere tè, quindi, è un’abitudine utile, ma solo se inserita in un contesto dove alimentazione e movimento restano centrali. L’efficacia vera, come sempre, sta nella costanza e nella combinazione dei fattori, non in una tazza miracolosa.