Sondaggio rivela che il 71% dei nuovi assunti in Italia pensa di lasciare il lavoro dopo un giorno

Un sondaggio di Michael Page rivela che il 71% dei nuovi assunti in Italia considera di lasciare il lavoro dopo un giorno a causa di esperienze negative durante l’onboarding.
Sondaggio rivela che il 71% dei nuovi assunti in Italia pensa di lasciare il lavoro dopo un giorno Sondaggio rivela che il 71% dei nuovi assunti in Italia pensa di lasciare il lavoro dopo un giorno
Sondaggio rivela che il 71% dei nuovi assunti in Italia pensa di lasciare il lavoro dopo un giorno - unita.tv

Un recente sondaggio condotto da Michael Page ha messo in luce un aspetto critico del processo di inserimento lavorativo in Italia. Le prime impressioni, sia nel mondo del lavoro che nelle relazioni personali, giocano un ruolo fondamentale nel determinare il successo di un nuovo impiego. I risultati dell’indagine, pubblicati giovedì, evidenziano che una percentuale sorprendente di nuovi dipendenti si sente insoddisfatta fin dai primi giorni, con conseguenze significative per le aziende.

L’importanza del processo di onboarding

Il processo di onboarding, ovvero l’inserimento dei nuovi dipendenti, è cruciale per garantire un’integrazione efficace nel team e nella cultura aziendale. Secondo il sondaggio, il 71% dei partecipanti ha dichiarato di aver considerato l’idea di lasciare il proprio nuovo lavoro dopo solo un giorno a causa di un’esperienza di inserimento negativa. Questo dato è particolarmente allarmante se confrontato con il 46% di insoddisfazione riscontrato a livello europeo. Solo il 26% degli intervistati ha affermato di essersi sentito adeguatamente supportato durante questa fase cruciale.

Le prime impressioni possono influenzare profondamente la motivazione e il senso di appartenenza dei nuovi assunti. Un’esperienza di onboarding ben strutturata non solo facilita l’adattamento, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro positivo e produttivo.

Cause di insoddisfazione tra i nuovi assunti

Le ragioni alla base di questa insoddisfazione sono molteplici. Il sondaggio ha identificato tre fattori principali: la mancanza di un evento di benvenuto, l’assenza di comunicazioni chiare riguardo alle aspettative lavorative e la carenza di supporto durante il periodo iniziale. In particolare, il 79% dei partecipanti ha segnalato che non era stato organizzato alcun evento di benvenuto, mentre il 43% ha lamentato la mancanza di informazioni preliminari sul proprio ruolo. Inoltre, il 22% ha evidenziato la mancanza di supporto adeguato, un elemento fondamentale per facilitare l’inserimento.

Un dato particolarmente significativo è che il 16% dei nuovi assunti ha riferito di aver trascorso il primo pranzo da solo, senza interazioni con i colleghi. Queste esperienze, sebbene possano sembrare banali, hanno un impatto profondo sul senso di appartenenza e sull’engagement dei nuovi collaboratori. Di conseguenza, un terzo dei nuovi assunti ha dichiarato di non consigliare la propria azienda ad altri, un segnale preoccupante per le organizzazioni.

Suggerimenti per migliorare l’onboarding

Nonostante il quadro desolante emerso dal sondaggio, ci sono strategie che le aziende possono adottare per migliorare il processo di onboarding. Francesca Caricchia, senior executive director di PageGroup, sottolinea che è possibile trasformare un momento critico in un’opportunità per fidelizzare i nuovi dipendenti. Tra le azioni suggerite, l’invio di un welcome pack personalizzato subito dopo l’accettazione dell’offerta di lavoro è fondamentale per coinvolgere il nuovo assunto e fornirgli informazioni pratiche sulla vita aziendale.

Inoltre, è essenziale che le aziende si preparino adeguatamente dal punto di vista tecnico. Predisporre il badge, configurare l’account email e attivare l’accesso ai software e alle attrezzature prima dell’arrivo del nuovo dipendente dimostra attenzione e organizzazione. Infine, la raccolta di feedback durante il processo di onboarding è cruciale. Molte aziende trascurano questo aspetto fino al momento delle dimissioni, commettendo un errore significativo. È preferibile affrontare eventuali problematiche prima che diventino insormontabili, garantendo così un’integrazione più fluida e soddisfacente per tutti.

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