Entro il 1° maggio 2025, il Governo italiano potrebbe adottare misure per fermare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, secondo quanto stimato dall’ISTAT. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha delineato un piano che prevede un intervento immediato per evitare un incremento di tre mesi nel requisito per accedere alla pensione di vecchiaia. Questa manovra, se attuata, potrebbe comportare un investimento di circa 200 milioni di euro.
La proposta di Claudio Durigon
Claudio Durigon, esponente della Lega, ha sottolineato l’importanza di intervenire tempestivamente per evitare l’aumento dell’età pensionabile. L’ISTAT, infatti, prevede che dal 2027 il requisito per andare in pensione possa essere innalzato di tre mesi, un cambiamento che preoccupa molti lavoratori prossimi alla pensione. Durigon ha affermato che, attraverso una manovra finanziaria, è possibile bloccare questo aumento, garantendo così una maggiore sicurezza ai futuri pensionandi.
La proposta prevede di destinare 200 milioni di euro a questa iniziativa, con l’obiettivo di inserire la misura nel Decreto del 1° maggio. Se il piano dovesse andare in porto, i lavoratori potrebbero continuare a beneficiare delle attuali condizioni pensionistiche senza dover affrontare un ulteriore allungamento del periodo lavorativo.
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Le reazioni e le incertezze politiche
Il dibattito attorno all’aumento dell’età pensionabile è acceso e le posizioni sono diverse. Da un lato, c’è la preoccupazione per l’innalzamento dei requisiti pensionistici, dall’altro, Durigon e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, stanno cercando di rassicurare i cittadini, promettendo misure concrete per limitare l’impatto di questo cambiamento. Tuttavia, il contesto politico è complesso e le incertezze restano elevate.
Se la manovra non dovesse avere successo, i futuri pensionati potrebbero trovarsi a dover lavorare tre mesi in più rispetto alle attuali scadenze. Questo scenario è motivo di preoccupazione per molti, che vedono nel blocco dell’aumento un passo fondamentale per garantire una pensione dignitosa.
Altre misure nel Decreto del 1° maggio
Oltre alla questione dell’età pensionabile, il Decreto del 1° maggio potrebbe includere ulteriori misure destinate a migliorare le condizioni lavorative. Tra queste, si prevede il rinnovo dei contratti di secondo livello, che potrebbe portare a un miglioramento delle condizioni salariali e lavorative per molti dipendenti.
In aggiunta, si sta valutando la necessità di correggere un errore dell’Agenzia delle Entrate riguardante il calcolo dell’acconto Irpef. In alcuni casi, infatti, l’agenzia ha applicato quattro aliquote invece delle tre attualmente in vigore. Se questa situazione non venisse rettificata, molti contribuenti potrebbero trovarsi di fronte a precompilate errate, con conseguenze negative sulla loro situazione fiscale.
Il Governo è quindi chiamato a prendere decisioni rapide e efficaci per affrontare queste problematiche, garantendo così un futuro più stabile per i lavoratori e i pensionati.