Obbligo di polizze anti-catastrofe: le aziende chiedono più tempo per adeguarsi

Il decreto del 14 marzo 2025 impone alle imprese italiane di stipulare polizze contro le catastrofi naturali entro il 31 marzo, ma Confesercenti e Confindustria chiedono una proroga per facilitare l’adeguamento.
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Obbligo di polizze anti-catastrofe: le aziende chiedono più tempo per adeguarsi - unita.tv

Il recente decreto che attua l’obbligo di stipulare polizze contro le catastrofi naturali, previsto dalla legge di Bilancio 2024, ha suscitato preoccupazione tra le imprese italiane. Con la scadenza fissata al 31 marzo, molte aziende si trovano in difficoltà nel rispettare i termini. Le associazioni di categoria, tra cui Confesercenti e Confindustria, stanno facendo pressioni per ottenere una proroga, evidenziando le sfide che le imprese devono affrontare in questo contesto.

Scadenza imminente per le polizze anti-catastrofe

Il decreto che introduce l’obbligo di stipulare polizze per la protezione dalle catastrofi naturali è entrato in vigore il 14 marzo 2025. Le aziende hanno tempo fino al 31 marzo per mettersi in regola. Tuttavia, le richieste di proroga si fanno sempre più insistenti. Confesercenti, rappresentata dalla presidente Patrizia De Luise, ha sottolineato l’urgenza della situazione, affermando che le associazioni di imprese stanno chiedendo a gran voce un’estensione dei termini. La presidente ha evidenziato che circa 1,5 milioni di attività, tra cui commercio, turismo e servizi, operano in locali in affitto e potrebbero trovarsi in difficoltà nel rispettare l’obbligo.

Confindustria, attraverso il vicepresidente Angelo Camilli, ha proposto un rinvio di almeno 90 giorni, evidenziando che le aziende senza copertura potrebbero perdere l’accesso a incentivi e agevolazioni pubbliche. Questa situazione ha generato un clima di incertezza, con molte imprese che si sentono sotto pressione per adeguarsi rapidamente a una normativa complessa.

Normativa e obblighi per le imprese

La normativa prevede che tutte le imprese con sede in Italia e quelle con sede legale all’estero ma operanti in Italia debbano stipulare una polizza contro le catastrofi naturali. Le uniche eccezioni riguardano le aziende del settore della pesca e dell’acquacoltura, per le quali l’obbligo è stato posticipato al 31 dicembre 2025. Le polizze devono coprire le immobilizzazioni utilizzate nell’attività imprenditoriale, come terreni, fabbricati, impianti e macchinari.

Le imprese agricole, già coperte dal Fondo mutualistico nazionale per i danni catastrofali, sono escluse da questo obbligo. Tuttavia, per le altre categorie, la scadenza si avvicina rapidamente, e le aziende devono affrontare il compito di trovare una polizza adeguata in tempi ristretti.

Le preoccupazioni delle associazioni di categoria

Confapi ha espresso la necessità di chiarire al più presto i dettagli riguardanti l’obbligo di sottoscrivere polizze catastrofali. Il presidente Cristian Camisa ha evidenziato che la mutualizzazione del rischio è un aspetto positivo, soprattutto per le piccole e medie imprese che spesso non riescono a far fronte ai danni causati da eventi atmosferici estremi. Tuttavia, ha anche sottolineato che queste polizze comportano un aumento dei costi, e le imprese necessitano di certezze sui criteri di applicazione e sui premi.

Dario Costantini, presidente nazionale della Cna, ha condiviso preoccupazioni simili, affermando che le aziende non possono essere costrette a stipulare polizze in un mese, rischiando di scoprire che la copertura non è adeguata quando si verifica un danno. La situazione attuale, secondo Costantini, rappresenta una “beffa” per le imprese, già provate da eventi catastrofici sempre più frequenti.

La richiesta di proroga: un tema di attualità

La questione della proroga per l’obbligo di stipulare polizze anti-catastrofe è diventata un tema di grande attualità. Le associazioni di categoria stanno facendo pressione sul governo per ottenere una risposta chiara e tempestiva. Le aziende, in particolare quelle più piccole, si trovano a dover affrontare una scadenza che potrebbe compromettere la loro operatività e accesso a risorse pubbliche.

La situazione rimane in evoluzione, con le imprese che attendono risposte e chiarimenti da parte delle autorità competenti. La necessità di una maggiore chiarezza e di un supporto concreto è diventata fondamentale per garantire la stabilità del tessuto economico italiano, sempre più esposto a eventi climatici estremi.

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