Obbligo di assicurazione contro le calamità naturali: cosa cambia per le aziende italiane dal 31 marzo

Dal 31 marzo 2025, tutte le aziende con sede in Italia dovranno stipulare una polizza contro eventi catastrofici. Escluse le aziende agricole e della pesca, il costo delle polizze è elevato.
Obbligo di assicurazione contro le calamità naturali: cosa cambia per le aziende italiane dal 31 marzo Obbligo di assicurazione contro le calamità naturali: cosa cambia per le aziende italiane dal 31 marzo
Obbligo di assicurazione contro le calamità naturali: cosa cambia per le aziende italiane dal 31 marzo - unita.tv

Dal 31 marzo 2025, tutte le aziende con sede operativa in Italia saranno tenute a stipulare una polizza assicurativa per proteggersi da eventi catastrofici come terremoti e alluvioni. Questa nuova normativa, introdotta con l’intento di ridurre i costi pubblici e garantire risarcimenti più rapidi, presenta diverse problematiche, tra cui l’alto costo delle polizze e l’assenza di sanzioni per chi non si adegua.

Un obbligo che solleva interrogativi

La legge si applicherà a tutte le imprese attive in Italia, indipendentemente dalla loro nazionalità, a patto che abbiano una sede fisica nel Paese. Tuttavia, sono escluse le aziende agricole, quelle della pesca e dell’acquacoltura, per le quali l’obbligo entrerà in vigore solo nel 2026. Anche i liberi professionisti privi di una sede operativa non saranno soggetti a questa normativa.

Attualmente, solo il 5% delle imprese italiane è coperto da assicurazioni contro le calamità naturali, un dato che evidenzia l’impatto significativo di questa misura sul panorama produttivo nazionale. L’entrata in vigore dell’obbligo ha già subito un rinvio: inizialmente prevista per il 31 dicembre 2024, la scadenza è stata posticipata di tre mesi a causa delle difficoltà legate alla sua attuazione. Il decreto attuativo è stato pubblicato solo a fine febbraio, suscitando proteste da parte delle associazioni di categoria e delle compagnie assicurative, che hanno evidenziato la difficoltà di elaborare offerte adeguate in tempi brevi. Nonostante la scadenza si avvicini, molti esperti ritengono che le informazioni fornite dal decreto siano ancora insufficienti, e alcune aziende stanno richiedendo un ulteriore rinvio. Il governo sta valutando se accogliere queste richieste o mantenere la data fissata.

Un aspetto controverso della normativa è l’assenza di sanzioni per le aziende che non si adeguano. Questo potrebbe ridurre la pressione sulle imprese, ma al contempo compromettere l’efficacia della misura, lasciando molte aziende senza copertura. Inoltre, chi decide di non stipulare una polizza potrebbe affrontare difficoltà nell’accesso a bandi pubblici e maggiori ostacoli per ottenere finanziamenti, oltre a non ricevere risarcimenti in caso di danni.

Un sistema assicurativo costoso e complesso

Le aziende dovranno rivolgersi a qualsiasi compagnia assicurativa per ottenere la polizza, che per legge non può essere rifiutata. Tuttavia, i contratti sono piuttosto onerosi, poiché le assicurazioni devono coprire eventi molto diversi, dai terremoti alle inondazioni, con risarcimenti potenzialmente elevati. Il settore assicurativo si trova quindi a dover rispondere rapidamente a questa nuova esigenza, creando prodotti specifici in tempi ristretti.

Inoltre, è necessario stabilire modalità di rimborso adeguate: le polizze potrebbero includere non solo indennizzi economici, ma anche servizi di assistenza, come la pulizia e il ripristino dei locali danneggiati. Un altro elemento che incide sui costi è la sostenibilità economica di queste polizze per le compagnie assicurative. A differenza degli incidenti stradali, che coinvolgono un numero limitato di soggetti, una calamità naturale può generare migliaia di richieste di rimborso simultaneamente, mettendo a rischio la stabilità finanziaria del settore. Per questo motivo, il governo ha coinvolto SACE, la società pubblica specializzata in garanzie assicurative, con l’obiettivo di rendere le polizze più accessibili e ridurre il rischio di fallimento delle compagnie in caso di eventi su larga scala.

La percezione del rischio e l’importanza della copertura assicurativa

Uno dei motivi per cui in Italia si ricorre poco alle assicurazioni contro le calamità naturali è la convinzione diffusa che, in caso di emergenza, lo Stato interverrà per coprire i danni. Tuttavia, l’esperienza ha dimostrato che i fondi pubblici sono spesso insufficienti e distribuiti con notevoli ritardi. Con l’aumento della frequenza di eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, dotarsi di una copertura assicurativa potrebbe non essere solo un obbligo di legge, ma una scelta necessaria per garantire la continuità delle attività economiche.

Le aziende italiane si trovano quindi di fronte a una sfida importante: adattarsi a una nuova realtà normativa che richiede una maggiore attenzione alla gestione del rischio e alla protezione del patrimonio aziendale.

Â